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Vladimiro Bottone, Rebis (Colonnese editore, 2022)

Al centro dell’intreccio l’assassinio dello scultore Antonio Corradini

Res-bis: ogni cosa è duplice. È questo il significato recondito dell’incisione del Rebis filosofale che spicca tra i simboli alchemici custoditi nelle pagine dell’Aurora Consurgens e s’impone all’attenzione di Raimondo di Sangro, settimo principe di Sansevero: «maschio e femmina che si dipartono da uno stesso tronco». 

A tale complessità del reale rinvia implicitamente il titolo del romanzo di Vladimiro Bottone, Rebis, appunto, ripubblicato di recente da Colonnese editore (2022). Al centro dell’intreccio c’è l’assassinio dello scultore Antonio Corradini, prima ancora che questi abbia potuto completare le statue allegoriche della cappella privata del principe di Sangro con un capolavoro assoluto. 

In un primo momento, il giovane bibliotecario del Principe, Jacopo Fucito, ipotizza che l’assassino possa essere proprio Giuseppe Sanmartino, il quale in quei giorni aveva consegnato al principe di Sansevero il Cristo velato. Scoperto che anche Corradini aveva nel proprio laboratorio un abbozzo di quella stessa statua, Fucito sospetta che Sanmartino, l’allievo più promettente di mastro Corradini, abbia sottratto l’idea originaria al maestro oppure che abbia semplicemente rifinito il lavoro già fatto dal maestro e poi lo abbia ucciso per incassarne tutto il merito. Invece, il giudice Andrea Ceravolo orienta le indagini in modo che sia confermata la tesi del delitto di malavita comune, un omicidio a seguito di furto, pur nutrendo ben altri sospetti. 

Non riveleremo in questa sede quali siano tali sospetti, né in quale labirinto d’intrighi di corte, tra seducenti ermafroditi, donne bellissime, cattivi maestri e uomini corrotti si debba muovere il giovane bibliotecario a rischio di perdere se stesso.   

Diremo, però, che il fascino del romanzo di Vladimiro Bottone non risiede soltanto nell’argomento, già di per sé in grado di suscitare vivo interesse, e neppure nella capacità di costruire attorno a tale materia un intreccio coinvolgente. Elemento di forza di questo romanzo è anche la qualità della scrittura di Bottone, carica di un potenziale evocativo basato sulla ricchezza lessicale, sulla musicalità e sulla tessitura metaforica. 

*Raffaele Messina, scrittore