Uomini immaturi
>> l’angolo della poesia
Sembra strano, sembra assurdo, che ancora oggi (2021), ci siano uomini, genere, che ancora vivono un assurdo retaggio arcaico di dominio e di possesso sulla donna. Sembra strano, che un tale pensiero possa rattrappirsi davanti alla legittima determinazione di diritto di libertà da parte della donna, e si arrivi alla violenza ed alla soppressione della stessa, nel delirio di diritto di vita e di morte. Credo che una parte degli uomini, genere, sia incapace di metabolizzare o concepire non solo la libertà spettante alla donna, ma addirittura dover affrontare alla pari quella convivenza tra persone di sesso diverso.
Penso che sia una sorta di grave o gravissima immaturità culturale. Una paura atavica che riesce cancellare la ragione, il buon senso e il coraggio di maturare per comprendere che la donna è persona alla pari senza alcun dubbio o riserva o eccezione.
L’attuale mattanza di donne, perché donne, è la risultante di un pensiero che considera la donna una esclusiva proprietà di cui disporre a piacimento condizionandole l’esistenza di parola, di movimento, causando angoscia, paura e terrore, a tal punto da arrivare di credere di avere diritto di vita e di morte. In tale pensiero non c’è alcuna cognizione o consapevolezza del valore della persona donna. Un tale terribile retrogusto mentale arcaico porta a pensare alla voragine esistente in cui il fattore cultura non esiste.
Del resto che senso ha vantarsi della “forza mascolina” se non si è capaci di affrontare attraverso un maturo pensare, quel senso di essere persona in diritto e rispetto verso colei che ci è accanto, nei vari ruoli, nel percorso della vita? Cosa siamo noi uomini, genere, se non esseri immaturi? Cosa o chi crediamo d’essere se siamo in difficoltà ad affrontare la realtà di una convivenza alla pari? E cosa ci serve o cosa si vuole dimostrare se si diventa assassini di donne, femminicidi come termine, per spiegare il senso della mattanza? Abbiamo forse paura di perdere un ruolo che ci siamo inventati? Non sarebbe più intelligente ed ovvio, culturalmente ma anche realisticamente e nel rispetto della dignità reciproca, capire il senso della parità, del rispetto, del diritto, che spetta alla donna, in quanto persona e finalmente diventare una vera comunità umana?
AMAVI L’AZZURRO CIELO di Roberto Rossi
Si fece cupo
il giorno tuo.
Nel tuo sorriso spento
nel tuo impedito libero passo
nelle parole zittite
negli infranti sogni
divenuti cocci
nel respiro mozzato
dalla paura.
Tutto questo
spense il tuo radioso sole.
Nell’arte idolatrata
nella realtà spesso sei ingannata.
Amavi l’azzurro cielo
per essere libera
nel tuo sperato futuro.
Tutto si spense
in quel tragico giorno
senza il tuo sole
tutto ti fu tolto
anche la vita tua.
E ancora
giorno dopo giorno
molte, troppe
son cadute
sotto i colpi
di chi dell’amore
ha fatto possesso
contorcendosi tra i suoi antichi
miasmi mentali.
*Roberto Rossi, giornalista