Una voce che illumina il buio
>> l’angolo della poesia
Il suo nome: Hilal indica la mezzaluna crescente che illumina il buio della miscredenza e dell’ignoranza, i componimenti che seguono sono della poetessa Hilal Karahan tratti da una silloge edita in Italia nel 2018 dal titolo: Gli angoli della notte, edizione Il cuscino di stelle che ho avuto l’onore di tradurre dalla versione inglese.
La poetessa non narra di linee curve e sinuose, ma riprende nei suoi versi spigoli e insidie della vita intima e civile, racconta microcosmi e macrocosmi dei nostri tempi e la notte altro non è se non una metafora della barbarie e della società omertosa, che si propaga a vista d’occhio.
La notte copre col silenzio tutte le contraddizioni dell’animo, chi scrive è dilaniata tra un bisogno di liberazione e fuga e al contempo dalla necessità di affermazione del sé. Un sé finora mortificato da costrizioni e ripicche, ma che nella scrittura poetica ritrova e sublima la propria identità di donna, madre, medico, scrittrice.
LA NOTTE S’INFILTRAVA TRA DI NOİ
La notte si spoglia del colore
e si diffonde incurante
sull’erba argentea.
Aumentano i fischi,
i sospiri bagnati
e cresce la terra.
Il vento vagabondo
un residuo di estati antiche –
addomestica le tamerici
con oli profumati.
Senza macchia è la notte,
piene e morbide le sue braccia.
La notte rende eterno
l’atlante della carne.
TU ERI LA VOCE CON CUI INIZIÒ LA NOTTE
Una notte, i ricami fatti a mano sul tavolo da pranzo,
estati in naftalina, ricordi di bambini
….
Sotto il cuscino scarpe festive,
ampi kirtles di raso.
Ahimè, quando era finito quel periodo!
dove sono le ardenti speranze dell’infanzia?
Le notti fermentate
nel barattolo della pazienza,
ora graffiano con il loro coltello rotto
l’argentatura del dolore.
TU ERI LA VOCE, LA NOTTE È INIZIATA CON LA TUA VOCE
Ho completato con te
qualunque cosa fosse a metà dentro di me.
Sono più in sospeso nel tuo spazio
da quando sei tornato.
I porti remoti che ti ho sempre offerto
qualunque cosa mi sia sfuggita
è stata definita con te.
Ho supplicato, ho prestato
giuramento di fedeltà
Mi sono inchinata davanti a te.
Per anni ho avuto due anime nel mio corpo:
il bisogno della tua esistenza,
la furia per la tua assenza.
*Claudia Piccinno, poetessa