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Roberto Sciarrone intervista Valentina Motta

La figura di Antigone è molto nota – protagonista dell’omonima tragedia di Sofocle, rappresentata per la prima volta ad Atene nel 442 a.C – ben poco si conosce dell’immagine costruita nel tempo dagli artisti che si sono confrontati con il personaggio. Valentina Motta, autrice de Antigone illustrata per Albatros propone un ritratto dell’eroina sofoclea attraverso fonti letterarie e iconografiche. 

Valentina, che immagine viene fuori da questa lunga e complessa ricerca della “donna” Antigone?

La ricerca, condotta tramite lo studio di fonti letterarie e artistiche, dimostra l’eccezionalità di questa figura e la sua attualità. Infatti, il modello di valori da lei incarnato è atemporale e “spendibile” ancora oggi: un punto di riferimento e un esempio assoluto di pietà, coraggio ed eroismo, alta moralità e dignità. Figura proto femminista, Antigone anticipa questioni e problematiche che hanno alimentato il dibattito culturale nell’età contemporanea e che oggi sono alla base di quella che definiamo “letteratura di genere”.

Fonti letterarie e fonti artistiche, quale delle due ti ha dato più elementi per ricostruire il mito di Antigone, figura mitica, donna eccezionale, arrivata fino ai giorni nostri?

Il confronto tra fonti letterarie e artistiche ha permesso di delineare un ritratto del personaggio molto preciso, a cui la rappresentazione pittorica e scultorea ha dato maggiore efficacia e veridicità in termini di comunicazione visiva e di trasmissione diretta di un messaggio. Trovo che le immagini siano un potente mezzo per “parlare” ed esprimere dei concetti o dei valori, sinteticamente e, nello stesso tempo, in modo esaustivo.

Quali sono secondo te gli autori che, nel corso dei secoli, hanno colto maggiormente la “vera natura” di Antigone?  

Ogni autore, che sia scrittore o artista, ha colto i tratti essenziali del personaggio in rapporto anche a quello che era il contesto storico e culturale di riferimento. I pittori contemporanei, ad esempio, hanno evidenziato il coraggio, la forza e la determinazione della donna Antigone, un’eroina calata nel mondo odierno, una donna come tante, che potrebbe essere “impersonata” da chiunque e in qualsiasi luogo. Gli artisti neoclassici, invece, hanno insistito sul valore di modello di Antigone e sul suo significato didattico ed educativo. Insomma, ogni epoca ha sottolineato uno o più aspetti della figura sofoclea a seconda di quelle che erano le esigenze del periodo e le richieste della società. Ancora oggi, del resto, accade che il personaggio venga strumentalizzato e adattato a questioni politiche o sociali, spesso però in modo arbitrario e fazioso.

Cinque sono i nuclei tematici che nel volume affrontano e sintetizzano il dramma della storia di Antigone: il rapporto col padre Edipo e la pietas filiale; Antigone, figura di eroina solitaria; lo scontro tra Eteocle e Polinice e il ruolo di mediatrice svolto dalla ragazza; la necessità di onorare Polinice a causa della sua mancata sepoltura; il legame e la rottura dei rapporti familiari. Cosa emerge dalla trattazione di questi argomenti? 

Gli episodi da me selezionati, che sono alla base della trattazione dei singoli capitoli, evidenziano ciascuno un aspetto caratteristico del personaggio, su cui si sono soffermati sia gli scrittori sia gli artisti nel corso del tempo. Emergono situazioni e racconti generati dalla tragedia greca antica, ma ripresi poi nelle epoche successive; ciò dimostra come tali situazioni siano state considerate nel tempo reali e concrete, sempre attuali e, perciò, riproponibili anche in contesti geografici e scenari culturali lontani e diversi. Il mito antico, dunque, può ancora sollecitare riflessioni, generare pensiero e suscitare dibattiti. Il mito antico e, con esso, figure femminili come Antigone ci possono ancora insegnare qualcosa.

Quanto sopravvive oggi del suo valore archetipico? 

Dal 442 a.C., anno in cui l’Antigone di Sofocle è stata rappresentata per la prima volta ad Atene, è passato molto tempo; eppure, non molto è cambiato. Le donne si trovano ancora a dover combattere e a portare avanti delle lotte, individuali o collettive, spesso contro un potere maschile, come successo ad Antigone, quando si è ribellata al re Creonte per affermare la sua legge in nome dei legami familiari e del “diritto naturale”. 

Alcune figure del mito, e Antigone è una di queste, mantengono un valore di archetipo o modello per le generazioni attuali, che se ne possono in un certo senso servire per affrontare la vita presente e decodificarne gli aspetti più problematici.

*Roberto Sciarrone, dottore di ricerca in Storia dell’Europa, Sapienza Università di Roma