Quale sostenibilità? Tanti obiettivi, un solo impegno. Il countdown è iniziato
Abbiamo voluto dedicare il numero 8 di Verbum Press al tema della sostenibilità, declinata in tutte le sue accezioni che riguardano l’uomo e il suo vivere il pianeta Terra. Il numero 8 è simbolo della capacità di raggiungere risultati duraturi ed è universalmente considerato il numero dell’equilibrio cosmico, inoltre ruotato di 90 gradi, l’otto diventa il simbolo dell’infinito. Risultati duraturi a cui l’uomo, che oggi popola il pianeta, dovrebbe tendere per ridurre il suo impatto sul pianeta.
Questo mese affronteremo i temi dello sviluppo sostenibile, l’ambiente ma non solo, parleremo della sostenibilità sociale e dei suoi disequilibri ancora forti, di economia sostenibile di quanto tutto questo non si occupa esclusivamente del lato economico, come accadeva in passato, ma include anche la dimensione sociale e quella ambientale, introdotte in seguito ai molteplici dibattiti che nel corso degli anni hanno messo la sostenibilità al centro dell’attenzione.
Lo sviluppo sostenibile così inteso è dato da una serie di azioni in grado di assicurare “il soddisfacimento dei bisogni della generazione presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di realizzare i propri”. Questa la definizione proposta nel rapporto “Our Common Future” del 1987, stilato dalla Commissione mondiale per l’ambiente e lo sviluppo del Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente. Determinare e sviluppare le attività dell’uomo di oggi, sulla base di uno sviluppo sostenibile, è un fattore decisivo per quelle generazioni che in futuro si troveranno a dover raccogliere i frutti di quanto fatto oggi.
La crescita reale oggi evidenzia come sia gli aspetti sociali sia quelli ambientali siano oramai “centrali” nella vita di ognuno di noi, soppiantando un modello ormai obsoleto che considerava la concezione economica l’unico fattore in grado generare crescita e sviluppo.
Le immagini di questi due anni non sono state di certo confortanti, dalla pandemia che ha travolto tutti i paesi del mondo – che ci ha tanto fatto riflettere sul rapporto uomo/pianeta – ai continui disastri ambientali che hanno costellato diverse regioni del globo. Tutto questo ha però generato, in una parte “sana” della nostra società, uno moto positivo volto a riconsiderare la nostra permanenza su questo pianeta, un nuovo modo di intendere lo sviluppo votato a una comunione più matura con l’ambiente e la società che viviamo.
Come sappiamo, già dal settembre del 2015 è stato sottoscritto un programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità da parte dei 193 paesi membri dell’ONU: l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile prevede il raggiungimento di 169 traguardi attraverso una linea d’azione che si sviluppa in 17 obiettivi ben specifici che i paesi dell’ONU si sono impegnati a raggiungere entro il 2030.
La lista prevede di porre fine ad ogni forma di povertà nel mondo e alla fame, di raggiungere la sicurezza alimentare, migliorare la nutrizione e promuovere un’agricoltura sostenibile; di assicurare la salute e il benessere per tutti e per tutte le età, di fornire un’educazione di qualità, equa ed inclusiva, e opportunità di apprendimento per tutti, di raggiungere l’uguaglianza di genere ed emancipare tutte le donne e le ragazze; di garantire a tutti la disponibilità e la gestione sostenibile dell’acqua e delle strutture igienico-sanitarie, di assicurare a tutti l’accesso a sistemi di energia economici, affidabili, sostenibili e moderni; di incentivare una crescita economica duratura, inclusiva e sostenibile, un’occupazione piena e produttiva ed un lavoro dignitoso per tutti; di costruire un’infrastruttura resiliente e promuovere l’innovazione ed una industrializzazione equa, responsabile e sostenibile; di ridurre l’ineguaglianza all’interno di e fra le nazioni, di rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili; di garantire modelli sostenibili di produzione e di consumo e promuovere azioni, a tutti i livelli, per combattere il cambiamento climatico; di conservare e utilizzare in modo durevole gli oceani, i mari e le risorse marine per uno sviluppo sostenibile, proteggere, ripristinare e favorire un uso sostenibile dell’ecosistema terrestre, promuovere società pacifiche e inclusive per uno sviluppo sostenibile e rafforzare i mezzi di attuazione e rinnovare il partenariato mondiale per lo sviluppo sostenibile.
Tanti obiettivi, un solo impegno. Il countdown è iniziato.
Intanto la cronaca di questi giorni ci racconta che l’emergenza sanitaria è ancora forte nei paesi poveri e dove il welfare ha meno capacità di arrivare a tutti e i disastri ambientali continuano a funestare il pianeta. In ultimo uno dei peggiori disastri ambientali della storia dello Sri Lanka potrebbe avere ripercussioni ancora maggiori rispetto alle previsioni iniziali: la nave carica di materiali pericolosi che dal 20 maggio bruciava poco lontano dalle coste occidentali del paese, è affondata e si teme possa riversare in mare le grandi quantità di carburante nel suo serbatoio.
La MV X-Press Pearl ha riversato in mare e verso le spiagge acido nitrico, idrossido di sodio e altri componenti chimici pericolosi, oltre al contenuto di 28 container di materiali grezzi utilizzati per la produzione di buste di plastica. I prodotti chimici dispersi in seguito all’incendio hanno contaminato l’acqua del mare e causato danni agli animali, principalmente pesci e coralli, e alle mangrovie delle zone lagunari, che potrebbero impiegare decenni per riprendersi. I materiali plastici sono stati ingoiati dai pesci e si sono depositati lungo le coste delle località occidentali del paese, da Kalutara a Negombo. Disastri ambientali come questi impattano poi sull’economia e sulle società di aree già depresse, pensiamo ai pescatori che vivono in quelle coste e alla sussistenza delle loro comunità già in condizioni di semi povertà. E’ inutile dire come già da “domani” bisognerà invertire la “rotta”.
Tornando al numero di questo bimestre non posso che ringraziare tutti gli autori dei contributi che hanno impreziosito il giornale che vi apprestate a leggere, attraverso temi e questioni legate alla sostenibilità. Parleremo dei “negazionisti del clima”, di sostenibilità sociale, di denatalità, del Festival dello Sviluppo sostenibile, della crisi dell’acqua, dell’importanza degli alberi per città più sostenibili, dei tesori del mare, di economia circolare e del messaggio ecologista dell’animazione di Miyazaki. Insomma, tanti i temi proposti, attraverso la solita alternanza di suggestioni date dalla eterogeneità dei nostri autori.
In copertina “Innesti” installazione site specific dell’artista visiva Daniela Frongia creata per “Organica”, Museo di arte ambientale nel Parco del Limbara (sospesa armonicamente tra il granito e gli alberi di Curadureddu) di cui ce ne parla Francesca Anedda che ha intervistato la curatrice Giannella Demuro, che ringrazio per la gentile concessione.
*Roberto Sciarrone, direttore responsabile di Verbum Press