Piantare in asso! Intelligenza emotiva fra individualismo e analfabetismo emotivo
Goleman ha scritto per esperti e non solo “Intelligenza emotiva” e “Intelligenza sociale”, fondamentali per una sana salute di relazioni positive
Più passa il tempo e più le condotte sociali, fin dall’adolescenza adultizzata, sono inquietanti.
Goleman ha scritto per esperti e non solo “Intelligenza emotiva” e “Intelligenza sociale”, fondamentali per una sana salute di relazioni positive costruttive ed empatiche. Il grande teorico viene oggi scalzato da una fenomenologia culturale smarrita fra i meandri digitali dei social, degli smartphone, e di altre diavolerie, che hanno inglobato le menti in labirinti di specchi deformanti senza via di uscita.
Ciò riporta al mito di Arianna, che dà un gomitolo di filo a Teseo per uscire dal labirinto, avendo affrontato il Minotauro, e si sente abbandonata vedendo la nave con Teseo andar via. Tanto che da questo fatto è nato il modo di dire “piantare in asso…”.
Gli antichi ci hanno inviato segnali saggi e suggestioni illuminanti ancora oggi attuali e purtroppo profetici, con lezioni simbologiche e metaforiche.
Chi dunque oggi è il Minotauro che l’adolescente dovrà affrontare nel labirinto alla ricerca di sé? Oggi è la droga in ogni sua fantasiosa forma; e l’adulto dov’è? È preso dall’individualismo sfrenato, in una adolescenza interminabile. Come fa a essere genitore, se non ha ancora superato il passaggio da figlio a uomo, da figlia a donna?
Un tempo orfani erano ritenuti coloro che avevano perso i genitori in tenera età. Oggi gli orfani hanno più di cinquant’anni, essendosi allungata la vita fino a circa i 90 anni… Questi bambinoni piangono per il genitore morto, spesso abbandonato in una struttura, e c’è sempre una scusa a portata di mano. Adulti quindi fragili… e in quel labirinto c’è il mostro senza il pater familias.
“Il libro bianco sulla solitudine dei giovani” di Giovanni Ghilardi, è una analisi realistica sulle cause del disorientamento giovanile. Le dipendenze diventano una panacea per frustrazioni e violenze emotive, per ribelli senza causa.
L’individualismo sfrenato impera ruotando su necessità riempitive del vuoto cognitivo e morale. L’analfabetismo emotivo è il sintomo evidente della mancanza di punti di riferimento, di maestri di vita, di memorie di esperienze condivise.
Seguono schegge impazzite, ombre di se stesse in un delirio di onnipotenza, che diventano proiettili del male sugli innocenti. E la strage continua in famiglia, sulle strade e le scuole sono i desertifici dove girano coltelli, mentre i libri sono pieni di polvere nelle biblioteche fantasma.
Tutti parlano, nessuno ascolta con lo sguardo fisso sullo smartphone, caldo e bruciante… ‘‘inganno non si manifesta neppure più… non c’è la scia… La tragica fine di se stessi è dietro l’angolo, ad assaporare l’attesa della vittoria del male sul bene e intanto si sta preparando la fine del genere umano. L’indifferenza gongola sui propri beni pecuniari… contando le sue sporche monete.
*Laura Margherita Volante, sociologa