Pensieri di una giovane mamma “vintage”
Non è facile oggi essere genitore, soprattutto non è facile essere un genitore di oggi se si vuole crescere un figlio con i valori di ieri. Si dice “figli piccoli guai piccoli, figli grandi guai grandi”. Mio figlio di anni ne ha 2 e mezzo e di guai per ora ne combina solo con i colori e a volte con le emozioni. Come fare per prevenire o quanto meno limitare i guai grandi? In questi giorni negli asili nido si stanno tenendo gli incontri con le maestre delle scuole materne per le imminenti iscrizioni alla scuola dell’infanzia; nel mio sono venute 3 rappresentati.
Parlano le prime due, avranno avuto non più di 40 anni, sembrava stessero facendo una televendita promozionale. La nostra scuola è la migliore iniziamo con le lettere dal 1° anno di materna!
– No, la nostra è la migliore, oltre alle lettere insegniamo anche i numeri, gli insiemi e a fare le classificazioni…
Poi arriviamo alla terza. Era lì nell’angoletto, con una postura chiusa e lo sguardo basso e intimorito, di anni ne avrà avuti una sessantina, outfit sobrio, capello al naturale e occhialini sul naso, lentamente si alza e con passo incerto si avvicina al gruppo di genitori, poi inizia a parlare: “Le scuole non devono essere piene di oggetti, i bambini non hanno bisogno di cose materiali, i bambini non devono imparare a leggere e contare, i bambini hanno bisogno di sperimentare la noia per scoprire la creatività! I bambini sono bambini lasciamoli crescere come tali”.
Musica per le mie orecchie! Mi dico: “Allora c’è speranza! Allora non sono l’unica a pensarla ancora così! Allora non sono antica come mi dicono! Allora è questa la risposta alla domanda a come poter fare per limitare i guai grandi!!!”
Scontrarsi con la realtà di oggi! Scontrarsi con la società che vuole importi una mentalità hitech e costringerti a credere che uno smartphone debba diventare la tua protesi antropomorfa!
Siamo passati dal dopoguerra al post moderno e purtroppo stiamo andando verso il postumanesimo. Questa cosa è agghiacciante, la tecnologia che si impossessa del corpo umano al punto tale di rendere ibrida ogni attività sensoriale, non c’è più percezione di quello che è reale e virtuale. Vogliamo davvero questo per i nostri figli?
Genitori di oggi concediamoci qualche minuto, chiudiamo gli occhi, ripensiamo alla nostra infanzia e immaginiamo però sui nostri corpi il volto dei nostri figli.
Io l’ho fatto. Mi è venuta la pelle d’oca.
Ho visto il mio Giulio correre in cortile e giocare a campana.
Ho visto il mio Giulio citofonare al compagno di classe.
Ho visto il mio Giulio scrivere una lettera alla sua fidanzatina.
Ho visto il mio Giulio guardarsi negli occhi con un amico e battersi il 5.
Ho visto il mio Giulio felice!
*Patrizia Graziani, mamma vintage