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Organica – Museo di arte ambientale nel Parco del Limbara, tra i graniti e le piscine naturali della foresta di Curadureddu. Intervista alla curatrice Giannella Demuro

L’entroterra sardo nasconde numerosi tesori, visibili solo a coloro che decidono di lasciarsi alle spalle i noti litorali dell’isola per avventurarsi in esperienze lente e colme di significato. Uno di questi tesori è sicuramente il neonato museo di arte ambientale del Parco del Limbara, in provincia di Sassari.

Il museo ha ufficialmente aperto le sue porte domenica 13 giugno in occasione del vernissage della mostra intitolata Organica – Percorsi del contemporaneo tra arte enatura nel Parco del Limbara, durante il quale sono stati presentati i primi interventi site-specific, che faranno parte della collezione permanente di questo museo a cielo aperto. Lo spazio museale, infatti, occupa le sale dell’edificio – da poco ristrutturato – del CEDAP per poi liberarsi dalle mura ed “esplodere” tutt’attorno nella foresta tra le rocce antiche, gli alberi di pino e le querce, tra i sentieri curati e le piscine naturali del bosco di Curadureddu.

L’iniziativa nasce grazie alla sinergia tra l’amministrazione comunale di Tempio Pausania (SS) e l’associazione tramedarte, attiva nell’organizzazione di mostre d’arte e manifestazioni culturali in partnership anche con diverse realtà nazionali, alla collaborazione dell’Agenzia Regionale Forestas e al sostegno della Fondazione di Sardegna, che nell’isola supporta attivamente i territori attraverso l’assegnazione di contributi e finanziamenti.

Il progetto affonda le sue radici nel lavoro di Giannella Demuro, che dal 1990 si è interessata, come curatrice indipendente e critico d’arte contemporanea, all’arte ambientale. Dal 1997 al 2018 Giannella Demuro, insieme ad Antonello Fresu, ha collaborato con il Time in Jazz – festival internazionale di musica voluto da Paolo Fresu – in qualità di responsabile del settore delle arti visive. Proprio in quell’occasione nasce il seme dell’idea del museo in foresta con un progetto denominato Semida – sentieri o tracce in lingua sarda – in cui le opere d’arte vengono disseminate sui sentieri del Monte Limbara sud, sul comune di Berchidda.

Se da un lato la pandemia mondiale che stiamo vivendo ha messo in ginocchio intere comunità e sottolineato la fragilità del comparto culturale, dall’altro ha stimolato la riflessione su diversi modi di fruire l’arte, che garantiscano tanto la qualità dell’esperienza di visita quanto la salute dei visitatori.  Inoltre, l’idea di un museo d’arte ambientale si fa portavoce di un movimento che intende salvaguardare e valorizzare il mondo naturale. Obbiettivo primario di Organica è, infatti, quello di costruire legami di valore tra le persone e la natura e per fare questo la curatrice ha chiesto a dieci artisti – Pietruccia Bassu, Paolo Carta, Paola Dessy, Daniela Frongia, Giuseppe Loi, Gianni Nieddu, Sabrina Oppo, Bruno Petretto, Josephine Sassu e Monica Solinas – di entrare nell’ambiente del bosco, di viverlo e di reinterpretarlo.

Giannella, ci puoi raccontare come ha preso forma il progetto di Organica – museo d’arte ambientale nel Parco del Limbara? Un’esperienza come quella del museo ambientale non è di semplice realizzazione, in quanto anche solo pensare e realizzare opere normalmente di grandi dimensioni o composte da più elementi, che si integrino armonicamente in uno spazio ampio e ben connotato come quello della foresta, necessita uno sforzo considerevole. In generale, io lavoro con artisti che dirigono la loro ricerca verso l’arte ambientale, ma trovo particolarmente interessante riuscire a coinvolgere l’artista su un progetto specifico, su un luogo specifico. Tutti gli artisti che hanno partecipato al progetto hanno infatti lavorato sul Limbara, dopo aver ragionato sul concetto del bosco. Ogni artista si è confrontato con grande equilibrio con la realtà naturale e circostante e ha realizzato delle opere pensate per quel luogo portando un pensiero unico, un linguaggio unico e una ricerca unica, propri di ognuno di loro.

Il progetto è nato e cresciuto in un periodo molto difficile anche dal punto di vista organizzativo, nel quale la Sardegna, dopo essere stata per breve tempo zona bianca, ha visto una serie di restrizioni che hanno fortemente penalizzato le piccole comunità. Come avete deciso di comunicare l’iniziativa alle persone? Il 25 aprile è stato pubblicato sui canali social dell’associazione tramedarte un video promo per lanciare una campagna settimanale – ancora in corso – di video-interviste che illustra le opere che sono state installate, narrate dagli artisti stessi. 

Come mai hai deciso di far presentare le opere in prima persona agli artisti? Mi è sempre piaciuto far ascoltare gli artisti e i loro racconti, non soltanto i loro lavori. Inoltre, le opere nel bosco incrociano un pubblico eterogeneo, al contrario di quanto accade nei luoghi deputati all’arte, il quale può essere “pronto” – ossia capace di saper contestualizzare l’opera – ma anche un pubblico che non ha confidenza con il linguaggio del contemporaneo. Nel fare questo, ho trasposto la mia esperienza nel progetto del Limbara: portare l’arte contemporanea in natura, portare l’arte contemporanea ad incrociare il cammino di un fruitore che va in giro per i boschi e per i sentieri dando gli strumenti a qualsiasi spettatore di poter leggere l’opera che si trova davanti. Solo a quel punto si assiste ad un dialogo a tre, perché si uniscono l’esperienza del bosco, quella dell’artista e quella del visitatore. Con il fruitore, che completa il quadro dello sguardo, si ha così una visione totale dell’opera Bosco.

Quali sono i progetti futuri per il Museo? Tra le varie azioni presenti nel progetto a lungo termine, un obiettivo importante è sicuramente quello di creare una “rete verde”, con lo scopo di intessere relazioni con altre realtà, nazionali ed internazionali, che sostengono progetti incentrati sul rapporto sinergico tra arte e ambiente naturale. L’intento è di promuovere un territorio ancora poco frequentato e incoraggiare un tipo di turismo lento e consapevole.

Se desiderate visitare Organica – museo d’arte ambientale nel Parco del Limbara, avere ulteriori informazioni o rimanere aggiornati sugli sviluppi del progetto seguite i canali social – YouTube, Facebook, Instagram – dell’associazione tramedarte o scrivete a info@tramedarte.org.

*Francesca Anedda, storico dell’arte