Occhi mediterranei, il nuovo libro di Christofer Palomar, Rosanna Turchinovich Giuricin e Dario Fertilio
Una storia antica, un mare interno compreso tra lo stretto di Gibilterra e le coste del Medio Oriente, tra Venezia e Alessandria d’Egitto. Uno spazio che per secoli ha sommato e mescolato civiltà, persone, religioni, vite, amori, passioni e paure. Uno spazio mutevole e contraddittorio, solcato da rotte e destini diversi e comuni, ma anche stato capace di costruire un senso di comune appartenenza, dalla navigazione, a gli scambi e dalle tante continue migrazioni. L’idea del Mediterraneo passa molto spesso per cose del genere. Lo scambio, fatto non solo di merci, ma di porti, di città, di mercati, di magazzini, di negozi, di uomini, di sapori, spezie, culture, ricchezze, di vita di morte e di migrazioni; siano esse quelle di schiavi o di mercanti, di profughi, di eserciti o di poveri disperati. Musulmani, normanni; greci, turchi, arabi…
Oggi il Mediterraneo o meglio questa idea di comunità mediterranea, la stiamo perdendo, appare sempre più debole: dopo secoli di letteratura, pittura e sapienza, facendoci dimenticare il luogo da cui veniamo. Eroso dalla globalizzazione, dalle politiche di un’Europa sempre più settentrionale, da devastanti scelte economiche, dal fanatismo religioso, poco a poco questo Mediterraneo ha cominciato a parlarci sempre meno.
Gli autori, Christofer Palomar, Rosanna Turchinovich Giuricin e Dario Fertilio con questo libro, attraverso i loro tre romanzi, attingono dai ricordi e dalla memoria di radici profonde e comuni. Come fondo mediterraneo costruito su cose vive e vitali, anche di esigua importanza, capaci però di riportare al lettore, una storia comune che riguarda tutti allo stesso modo. Un piccolo contributo, in questi anni difficili, fatti di nuove soffocanti chiusure, per allargare lo sguardo e ritornare a guardare anche alle radici mediterranee.
*Rodolfo Martinelli Carraresi, Vice Presidente Associazione Stampa Romana