Nuovi mondi e un pianeta da salvare
Un giorno la foresta prese fuoco e tutti gli animali fuggirono disperati, poiché sapevano che non avevano nessun altro posto in cui rifugiarsi. Ne rimase solo uno, un colibrì, che faceva la spola tra il lago e la foresta portando nel becco poche gocce d’acqua che gettava sulle fiamme. “Ma cosa credi di fare?” gli chiese il giaguaro. “La mia parte” rispose il colibrì “e se la facessimo tutti avremmo ancora una casa”. Leggenda dell’Amazzonia
L’arrivo di Perseverance* su Marte il 18 febbraio scorso, il rover della NASA ha percorso 470 milioni di chilometri, ha riaperto il grande tema della scoperta di nuove forme di vita nello spazio.
In questi ultimi anni si sono rincorse numerose notizie relative alla scoperta di pianeti “super-abitabili”, pianeti con caratteristiche favorevoli alla vita superiori a quelle della Terra. Sono una ventina e sono distanti oltre cento anni luce. Il risultato di questa ricerca, pubblicato sulla rivista Astrobiology lo scorso ottobre, si deve alla collaborazione fra la Washington State University e l’Universita’ Tecnica di Berlino.
Lo studio delle due università ha fatto questa scoperta dopo avere analizzato circa 4.500 pianeti esterni al Sistema Solare. La ricerca si è concentrata sui pianeti che ruotano intorno alle cosiddette stelle nane K, stelle un po’ più fredde, meno massive e meno luminose del Sole, ma che hanno il vantaggio di vivere più a lungo del nostro Sole, fino a 70 miliardi di anni.
Secondo lo studio: “Dobbiamo concentrarci sui pianeti che hanno le condizioni più promettenti per una vita complessa. Tuttavia, dobbiamo stare attenti a non rimanere bloccati alla ricerca di una seconda Terra perché potrebbero esserci pianeti che potrebbero essere addirittura più adatti alla vita, rispetto al nostro”.
Insomma, il futuro della ricerca è segnato.
In una interessante intervista al Telegraph del 2020 il Capo Scienziato della NASA Jim Green ha dichiarato che non siamo pronti per accettare l’idea di vita aliena su Marte. La missione NASA Mars 2020, come sappiamo, proverà a rispondere a un bel po’ di domande sul “pianeta rosso” e le prime foto hanno già stuzzicato la fantasia a più imprevedibili scenari.
Le prove, dopo tanti misteri e indizi, di ciò che la scienza cerca da anni sul pianeta rosso sono lì che ci stanno aspettando. Se la prossima missione NASA (o magari la missione ExoMars dell’agenzia Spaziale Europea) saranno fortunate, gli stessi rover sul posto potrebbero confermare la presenza di vita su Marte, ancora prima del rientro dei campioni di suolo, solo a immaginarlo porta alla memoria la letteratura e tutta la sterminata cinematografia sul tema!
E a quel punto? “Sarebbe rivoluzionario,” secondo Green: “Darebbe il via a una intera, nuova branca del pensiero e della ricerca. Non credo siamo preparati per una cosa del genere. No, non lo siamo”.
Green ritiene che trovare segni inequivocabili di vita su Marte, passata o presente, schiuderebbe un universo di nuove domande cui non siamo assolutamente in grado di rispondere.
Ci sono, naturalmente, prospettive e implicazioni anche nel campo della religione e della società. Le origini della vita sulla Terra sono ancora oggi un oggetto di dibattito tra creazionisti, evoluzionisti e teorici di ogni sorta. Un numero non trascurabile di persone tenta di fare ricerche più o meno serie su un’origine extraterrestre della specie umana. Per Green in definitiva trovare vita aliena su un altro mondo darebbe il via a un incredibile caos di nuove credenze, filosofie di vita e teorie cospirative il cui impatto sulla società è assolutamente imprevedibile.
Intanto su Marte ci siamo tornati proprio nel mese di febbraio, definito tra l’altro “il mese di Marte” per via delle tre missioni spaziali aventi come obiettivo il pianeta rosso: Al-Amal (“Hope”) degli Emirati Arabi Uniti, entrata con successo in orbita lo scorso 9 febbraio, Tianwen-1 della Cina (CNSA), che ha iniziato le sue orbite intorno al pianeta rosso il giorno dopo, e Mars2020 degli Stati Uniti (NASA) atterrata come detto il 18 sul suolo di Marte. Se le cose andranno bene la Cina sarebbe la prima della storia a riuscire in un’impresa simile: orbiter, lander e rover su Marte tutti insieme in una volta sola.
C’è poi il tema, sempre discusso, di poter rendere Marte più simile alla Terra, alla fine di Total Recall – film di fantascienza del 1990 – basta premere un pulsante e tac! Nel giro di pochi minuti, il cielo di Marte si trasforma da un rosso infernale a un blu simile alla Terra. Dopo aver quasi soffocato sulla superficie marziana pochi istanti prima, Arnold Schwarzenegger assorbe a pieni polmoni la dolce aria marziana.
Cos’è la terraformazione?
È l’idea di rendere un pianeta più ospitale per gli umani, un concetto sviluppatosi sin dai primi anni del 1900 e diffusosi dai libri ai film ai videogiochi. Oggi sono tanti i soggetti pubblici e privati che intendono portare esseri umani su Marte anche se l’idea di terraformare Marte appare parecchio complicata, per lo meno con le tecnologie attualmente disponibili.
Ma siamo così sicuri che il “nuovo mondo” che cerchiamo in realtà lo abbiamo a casa nostra? Invertendo la rotta potremmo riconsiderare la nostra Terra sotto un profilo ecosostenibile e puntare rivedere la nostra società sotto un’ottica più #green immaginando un giorno lontano (perché no!) di colonizzare una “super Terra” come Kleper 22b scelta come fantastica ambientazione anche per Raised by Wolves – Una nuova umanità, serie Tv di fantascienza targata Ridley Scott.
Secondo Grammenos Mastrojeni, scrittore e docente di Ambiente e Geostrategia, che da oltre vent’anni studia e si dedica al tema dei cambiamenti climatici del pianeta potremmo salvare il pianeta attraverso “5 scelte di felicità”. Nel suo nuovo libro “Effetti farfalla” Mastrojeni parla di noi, di ciò che mangiamo, dei vestiti che compriamo, del modo in cui ci muoviamo e di quello che buttiamo* dei soldi che investiamo e di quello che produciamo. In buona sostanza, le sorprendenti concatenazioni delle azioni che ogni giorno ciascuno di noi compie, l’effetto farfalla – diventato un suggestivo luogo comune – in realtà è un caposaldo della scienza matematica nota come “teoria del caos”. I nostri comportamenti, i gesti più semplici che facciamo ogni giorno, non sono solo gocce nell’oceano ma eventi decisivi per noi, per il nostro benessere e la nostra felicità, e per l’equilibrio dell’intero pianeta.
Prima di scoprire un nuovo pianeta abitabile probabilmente dovremmo rendere nuovamente sano il nostro. Intanto continuiamo a sognare.
*Ne parliamo in maniera approfondita nella rubrica #BolleSpaziali
**Ne abbiamo parlato nell’editoriale del numero di gennaio 2021, Il Pianeta del futuro: le prossime sfide dello sviluppo sostenibile
*Roberto Sciarrone, direttore responsabile di Verbum Press