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#NOCHALLENGESIALLAVITA

L’iniziativa dell’Ucsi Sicilia e con gli organizzatori del “Premio Tutores”  per i trent’anni della Carta di Treviso

E’ l’appello che l’Ucsi Sicilia e gli organizzatori del “Premio Tutores per i trent’anni della Carta di Treviso lanciano, per incrementare la consapevolezza sui pericoli delle degenerazioni dei social media, nei confronti dei minorenni che abitano i “socialmedia”. L’iniziativa dell’Ucsi Sicilia è inserita nel progetto “Tutores – Carta di Treviso” per sensibilizzare gli operatori della comunicazione e i media al  rispetto delle regole e ad una maggiore responsabilità sull’uso dei social media e fermare la catena delle challenger. L’obiettivo della campagna è quello di promuovere un utilizzo più responsabile dei social, con un maggior controllo da parte dei genitori ed un più incisivo impegno all’educazione digitale in tutte le agenzie educative. È necessario sviluppare un’etica professionale limitando la possibilità di utilizzo dei social pericolosi da parte di bambini al di sotto dei 13 anni. Sono ancora troppi i casi di suicidi e di cyberbullismo che si sono verificati in questi ultimi mesi. Su alcuni social media  sono state lanciate diverse performance sessualizzanti e video di violenze, scippi, guerriglie urbane pubblicate senza controlli sui social, con gravissime conseguenze di potenziali emulazioni e con contenuti “giocosi” dei numerosi challeng che  spesso incitano al suicidio,  fino “all’istigazione a delinquere”. I minori devono avere una speciale tutela, in particolare nei media, come dispongono le norme internazionali dei diritti dell’Onu sui minori, delle leggi Europee e le speciali regole deontologiche della Carta di Treviso: i social sono ormai media primari, protagonisti nel mondo globale.

“Il virtuale attrae sempre di più i bambini – ha detto il presidente regionale dell’Ucsi Sicilia Domenico Interdonato –  che a causa della pandemia sono chiusi in casa, spesso senza la presenza dei genitori. L’utilizzo dei social è cresciuto e le stime confermano una folta presenza di bambini, che riescono a sfuggire al controllo dei genitori. Manca il dialogo e i bambini colmano la loro solitudine con i social. Il vero pericolo è questo, la solitudine dei bambini, attratti da giochi pericolosi o meglio dalle sfide “challenge”, che producono morti innocenti. Noi con l’hashtag  ##NOCHALLENGESIALLAVITA vogliamo lanciare un messaggio sottolineando che “nessuno li chiami più giochi”, per fare riflettere genitori, scuola e istituzioni perché non sempre i social  garantiscono la difesa degli utenti fragili”.

“Nonostante i continui drammi causati dai contenuti spregiudicati e “criminali” dei social, le tragedie vengono presto sepolte nell’oblio generale – dichiara Tiziano Toffolo, tra i promotori della Carta di Treviso-. Dobbiamo quindi invocare un’attenzione permanente contro la dittatura dei social, e persistere nella sensibilizzazione, in particolare nei confronti delle famiglie, per un utilizzo più corretto dei social. Siamo purtroppo ancora lontani da una presa di coscienza reale sugli effetti devastanti dei “social degenerati”; spesso i genitori lasciano navigare a lungo i propri figli con gli smartphone, come unababysitter digitale, senza alcun controllo”.

*Domenico Interdonato, giornalista