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Nell’era della digitalizzazione sono ancora necessarie le biblioteche?

I poeti raccontano il rapporto incantato con il libro di carta e il fascino della biblioteca reale 

Su questo argomento sono stati scritti fiumi di parole. Tra articoli, saggi, relazioni in convegni universitari, seminari, incontri tra letterati, per non parlare di tutto il lavoro d’indagine conoscitiva portato avanti dagli addetti ai lavori nell’ambito bibliotecario. È un mondo a parte, di grande interesse culturale ma, spesso, poco comprensibile ai lettori anche di biblioteca. Catalogazioni, soggettazione dei testi e tutto il resto spesso scivolano via nel mondo delle sudate carte senza riuscire a coinvolgere l’attenzione neanche degli affezionati fruitori delle biblioteche. Così l’analisi del mondo incantato delle biblioteche rimane come monco di una parte, che invece è determinante nel raccontare il valore eterno di questi luoghi tutti da riscoprire. Ho pensato dunque nel mio saggio sulla biblioteca del dialogo* di affidare il racconto ai poeti! Ne è venuta fuori una ghirlanda di poesie e testimonianze che, forse meglio di qualunque altro scritto, possono raccontarci la vitalità del futuro e la necessità nel futuro della biblioteca e del libro di carta. 

In un incontro all’Università La Sapienza di Roma di qualche anno fa nell’ambito del progetto I contemporanei in Biblioteca (presso la Facoltà di Lettere), il poeta Corrado Calabrò illustrò, con grande perizia, la necessità della cultura e della diffusione capillare della cultura attraverso il sistema bibliotecario. Per questo ho richiamato su questi argomenti il poeta Corrado Calabrò in questi giorni. Per essere aiutata dalla sua penna prestigiosa e dalla sua competenza a fotografare la necessità del libro e della biblioteca. Così Calabrò:

La lettura ci prolunga la vita all’indietro di migliaia di anni. Umberto Eco parla di “eternità all’indietro”. C’eravamo quando Abramo stava per immolare Isacco, c’eravamo quando Achille uccise Ettore, c’eravamo quando Romolo fondò Roma, c’eravamo quando Cesare sconfisse Ariovisto e Vercingetorige, c’eravamo quando Ovidio scrisse le Metamorfosi, c’eravamo quando Dante scriveva la Divina Commedia (U. Eco).

In Platone Diotima paragona l’immortalità dell’anima al continuo rinnovamento dei nostri ricordi. Come una specie animale si perpetua ogni volta nella riproduzione delle nuove generazioni, così la cultura si perpetua nel ricordo.

Passato il tempo della tradizione orale, è solo lo scritto che conserva i ricordi.

“Una vita è felice, libera e appagata solo se riusciamo a godere, tra le altre gioie, della possibilità di entrare in contatto il più spesso possibile con i grandi capolavori dell’umanità, beneficiando e rallegrandoci di questo incontro”(Jacques Attali, L’essenziale). Più ci avviciniamo all’essenziale più ci allontaniamo da noi stessi e più ci avviciniamo agli altri: è questo il grande insegnamento che, attraverso l’Arte, dobbiamo passare alle nuove generazioni, esortandole a vivere con meno in termini materiali e a scoprire l’essenziale dentro sé” (J. Attali, ivi). I nostri maestri restano i grandi autori, i veggenti ciechi che ci indicano la direzione da seguire, i segni propizi al dire che va oltre.

La cultura –letteraria, umanistica, scientifica- giova grandemente ad aggiungere nuove corde al nostro strumento, ad evitare che la nostra sia una monodia. «La cultura è uno dei dodici principi fondamentali della nostra Costituzione, il pilastro di una comunità che deve garantire il pieno sviluppo della persona umana», dice il presidente della Corte Costituzionale Giancarlo Coraggio. «La cultura è quindi un diritto della persona e un dovere della Repubblica. E oggi, come nel dopoguerra, ha un ruolo centrale: può e deve essere il volano di una nuova “ricostruzione”». Frase di una incredibile attualità che ci illustra la necessità di puntare sulla diffusione capillare della cultura tra i giovani e gli studiosi anche nel confronto e dialogo tra le varie discipline.

Dalla Ghirlanda di poesie pubblicate nel mio saggio “La biblioteca del dialogo” ripropongo alcuni stralci di versi che, come lampi nelle stanze incantate e silenziose delle biblioteche, illuminano e raccontano il meraviglioso rapporto tra il lettore ed il libro di carta 

Nel suono del verso

Biblioteca di ricordi

nel grande pallore

delle scorie mentre

il mio sguardo sorregge

l’anima nel suono del verso.

Maria Cardi

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Biblioteca

ove menti assorte

il frutto d’altre menti

dai libri colgono

in un silenzio sacro,

tal che due sguardi,

che rapidi s’incrociano,

fanno rumore.

Umberto Bernabai

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Il libro e il tempo

…si cresce col libro

che, diversamente scelto,

con passi di sole

percorre, asseconda il filo

mette in scena

favole, sapienze

giochi di riflessi

oltre le ciglia,

azzardi di speranze…

Jole Chessa Olivares

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Il libro e la bambina

Nelle notti stratificate

vigile

sullo scaffale

nell’oceano della biblioteca

drogato dal tepore

del contatto coi fratelli

in fila ordinata

sul bordo del ripiano

resto in attesa

Fausta Genziana Le Piane 

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L’Antefatto

 “Apri un libro

e apri un’anima”

ho detto…

Mentre l’anima del mondo

e del passato 

entrava in noi

e ci plasmava

Anna Pia Greco

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Pìetas

Poi, chiunque abbia sfidato 

con quel libro la ragione,

in fretta lo ripone

e raccoglie tremante

una manciata di vetri

in mezzo al cuore.

Daniela Fabrizi

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I miei libri

I miei libri. Li guardo, stanno in fila

Sullo scaffale, e mi dicono gli anni

Che io vissi di loro

mi dicono

le lunghe notti in cerca di parole

Luciano Luisi

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LA BIBLIOTECA

Tutto ciò che si muove

fuori e dentro dell’uomo

è nelle sillabe fermate dagli scribi

La Biblioteca è una vastità ignota

che anela al disagio, un vento

sconnesso di vaghezze

Dante Maffia

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La biblioteca di Don Ferrante

…Se il fuoco non avesse divorato

la biblioteca d’Alessandria,

e la barbarie avesse risparmiato 

i sacri segni sulle pergamene,

forse la storia sarebbe diversa.

Aldo Onorati

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La biblioteca 

In una bibioteca senza tempo

vivono i libri che non hanno età;

sono il cammino lento della storia

i segni e l’orme dell’umanità 

Angelo Sagnelli

Nota 1) Anna Manna “La biblioteca del dialogo”, Il convivio, Verzella, 2009 

Nota 2) I poeti sono messi in ordine alfabetico e purtroppo non sono tutti per ovvi motivi di spazio. Ho scelto le frasi poetiche più significative anche estrapolandole. Le altre poesie (di Giorgio Carpaneto, Raimondo Venturiello ed altri) non possono essere proposte solo in alcuni versi, per la costruzione particolare del testo e dei concetti espressi.

*Anna Manna, poetessa