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Mario La Rosa, grande firma del giornalismo messinese

Giornalista “parlamentarista” di spicco del secondo dopoguerra, firma autorevole dell’Ansa, collaboratore anche della “Terza” della “Gazzetta del Sud”

Grazie ai programmi di Rai Storia, il canale tematico della Rai dedicato alle rievocazioni storiche,  è possibile  riscoprire la figura del giornalista messinese Mario La Rosa (1915-96),  noto per essere stato uno dei  giornalisti “parlamentaristi” di spicco del secondo dopoguerra, firma autorevole dell’Ansa, collaboratore anche della “Terza” della “Gazzetta del Sud” (negli anni Ottanta-Novanta), scrittore, saggista, opinionista, documentarista e divulgatore di storia per diversi giornali e per la Rai. 

In una puntata de “Il giorno e la storia”, che rievoca gli eventi storici legati al giorno, ieri è stata trasmessa la scheda biografica di La Rosa dedicata a Cavour (1961), in cui il giornalista messinese rievoca i diversi aspetti della personalità del grande statista piemontese. In precedenza la stessa trasmissione aveva inserito una scheda biografica dedicata a Giolitti, in cui appare sul video La Rosa che racconta alcuni curiosi episodi sulla figura del grande statista scomparso nel luglio 1928. Le schede biografiche sono estratti dai programmi di approfondimento storico e politico che La Rosa curò per la Rai – negli anni ’50 e ’60- tra cui “Il Parlamento dell’Unità d’Italia: 1848-1870”, in cui rievoca le maggiori personalità politiche dell’epopea risorgimentale e dello stato unitario. La Rosa curò e condusse anche il documentario storico dal titolo I presidenti del consiglio dell’Unità d’Italia, del 1959. 

Mario La Rosa, che aveva legami materni con Fiumedinisi (si vedano i libri di Francesco Messina e Carlo Gregorio) nacque e visse nel Quartiere Lombardo di Messina, realizzato con i fondi dei benefattori lombardi e del “Corriere”, e fin da giovane si segnalò nel campo giornalistico (collaborando con “La penna dei ragazzi” con il compianto Carmelo Garofano, compagno al Liceo “Maurolico”), scrivendo per la “Gazzetta di Messina e delle Calabrie” (seguendo anche la visita in città di Mussolini), diventando direttore de “Il pensiero dei giovani”, il foglio culturale  della “Gazzetta”, un inserto  di ispirazione “afascista” di rilievo nazionale, segnalandosi così nel mondo culturale e politico come voce autorevole (collaborò anche con esponenti del mondo cattolico come il comm. Salvatore Savasta).Fu corrispondente da Roma (dal 1939) e  corrispondente di guerra. Nel dopoguerra si affermo nel giornalismo politico nazionale come “parlamentarista” dell’Ansa di Roma, scrivendo anche per “Le Ore”, “Il Tempo”, “Il Giornale d’Italia”, “Oggi”. Viene ricordato anche  come direttore di riviste quali “Vento del Sud” e la riedizione del “Il travaso delle idee” (storica rivista umoristica che diresse nel 1963-65 e negli anni Ottanta, quando collaborò anche un giovane Nino Frassica), ma anche come autore di saggi e volumi di storia politica molto qualificati e originali (Il fronte a cento metri, del 1943, Cavour davanti alla Sicilia; La “setta” dei giornalisti parlamentari: riflessioni critiche integrate con resoconti e citazioni; I presidenti del consiglio tra cronaca e storia). Fu anche docente alla Fhordham University di New York.

La Rosa si segnalò per alcune ricostruzioni originali del “delitto Mussolini” e per l’intervista a Churchill del 1949. Negli anni Ottanta collaborò con la “Gazzetta del Sud” con significative e incisive ricostruzioni storiche (scrisse su Mons Paino “fiero arcivescovo”, il 3 gennaio 1982), ricordando nel 1995 il collega e concittadino Giuseppe Longo, direttore de “Il Resto del Carlino” e de “Il Gazzettino di Venezia”, altra grande figura della scuola giornalistica messinese.

*Sergio Di Giacomo, giornalista