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Madre natura è davvero vita

“Nella natura c’è musica, c’è arte, c’è poesia…un grande concerto che l’essere umano deve saper ascoltare”

L’approdo a una visione in chiave naturalistica e il recupero degli antichi valori della civiltà agreste con i suoi ritmi, le sue stagioni, con i sapori della terra, la contemplazione delle meraviglie del creato, risultano essere una scialuppa di salvataggio cui aggrapparsi (sei oggi, sarai domani, perché eri ieri). L’uomo non può dissacrare la bellezza della natura senza subire conseguenza alcuna. La strage perpetrata sull’animale specie porta costei all’estinzione. All’amata terra la speculazione edilizia ne sottrae linfa metro dopo metro, i veleni atmosferici tolgono luce al sole e respiro all’aria, gli oceani, i mari i laghi i fiumi, i ghiacciai, le estese pianure, i monti, urlano dolore. S’opacizza il prezioso tesoro naturale e artistico patrimonio dell’umanità. La gente, onde sottrarsi alla pattumiera del mondo, dovrà migrare nell’universo, poi chissà. Purtroppo la logica del profitto, la carenza di solidarietà tra le persone (troppi io e pochi noi), la mancanza di rispetto verso gli animali, rompono un equilibrio che danneggia l’ecosistema. Dal Cantico di Frate Sole (Cantico delle Creature) di San Francesco d’Assisi, si colgono gli aspetti positivi che l’universo presenta, dal mondo minerale, al mondo vegetale, a quello animale. Oltre al valore religioso, il Cantico delle Creature è una fonte letteraria di indiscussa qualità. L’ordine in cui Frate Francesco cita le creature, non è casuale: il sole è bello e raggiante; la luna e le stelle, sono chiare, preziose e belle; l’atmosfera è necessaria per vivere; l’acqua è umile preziosa e casta; il fuoco è bello, giocondo, robusto e forte; la terra produce frutti, colori e erba. C’è quella vita che irradia luce anche nelle piccole cose. Francesco vede la grandezza, l’onnipotenza e la bontà del Signore manifestarsi in tutte le sue creature. Sia in quelle inanimate come il sole, la luna, le stelle, l’atmosfera, la terra, l’acqua e il fuoco, sia nella creatura più alta e simile a Lui, l’uomo.  La foglia caduca dall’albero che si rigenera, i canti dei volatili, la pioggia quando scivola come rugiada sull’erba, i colori che accompagnano le stagioni, i tramonti e le albe, fanno spaziare la fantasia dell’uomo nella positività. Vogliamo una nuova alba, un’alba naturale: “E’ l’alba, lascia il letto, scendi tra i prati umidi di guazza; tuffati nel bosco, rompi per primo le trame dei ragni i cui fili di seta sono perlati dalle gocce di rugiada. Odora i profumi freschi inebrianti della natura, osserva la multiforme veste di cui si ricopre la terra; corri sui campi, renditi ragione del senso di libertà, vivi la gioia naturale che ti pervade” (Sergio Camellini). Ebbene sì, serve una nuova rivoluzione culturale per l’ambiente, una sorta di parallelismo del sapere. Non arrampicarsi sui limiti altrui, non chiudere nel cassetto i propri talenti, ma addivenire ad un arricchimento reciproco per il bene dell’ambiente e dell’umanità tutta.

*Sergio Camellini, psicologo