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L’Officina del Sole, uno spazio creativo nel “cuore” di Messina

Ne parliamo con Lelio Bonaccorso, giovane illustratore, tra consigli e nuovi spunti creativi

L’Officina del Sole, il nuovo progetto culturale nato a Messina lo scorso settembre, ha già fatto tanta strada, in pochi mesi. Spazio creativo dove arte visiva e passione per valori e storia comune si celebrano attraverso incontri culturali e connessioni continue. Una location, nel cuore del centro storico, dove giovani illustratrici e illustratori possono sperimentare, e non solo. L’Officina è nata da un’idea di Lelio Bonaccorso, Michela De Domenico, Fabio Franchi e Giuliana La Malfa. Quest’ultima ha curato per noi la cover del numero di febbraio: “Power”, digitale, 21×29,7 cm, che rappresenta la ribellione generazionale in corso in Iran che manifesta per riappropriarsi dei diritti negati. Ne parliamo con Lelio Bonaccorso, amico e illustratore. Lelio, com’è nata l’idea dell’Officina?

In maniera molto naturale Roberto, già da tempo io e Fabio Franchi volevamo creare uno studio insieme ed è arrivata quest’opportunità – tramite un comune amico – un locale a Messina ideale per portare avanti la nostra idea. Un luogo per poter lavorare e dove al tempo stesso organizziamo eventi culturali, una impostazione di carattere sociale. E’ nato da pochi mesi ma era già un’idea che avevamo da parecchio tempo. Ci piace ribadire il carattere di circolo culturale, modalità associativa già presente nella nostra città soprattutto negli anni Sessanta e Settanta, perché a parer mio non possono fare tutto le istituzioni e molto devono fare i cittadini.

Fabio Franchi

Da quest’autunno avete iniziato il ciclo di incontri con artiste e artisti del territorio. Io ho assistito all’appuntamento con Gloria Di Bella. Tante utili informazioni per addetti ai lavori ed appassionati delle arti visive, e poi un clima di condivisione e di inclusione. Cosa succederà nei prossimi mesi? Sneak peek per noi? Questa serie di seminari è uno degli obiettivi principali, cioè portare delle esperienze pratiche sul campo e dare informazioni a una categoria piuttosto eterogenea di pubblico. Dai ragazzi molto giovani a target diversi. Cosa faremo nei prossimi mesi? Continueremo con questo approccio, l’idea è di portare avanti incontri di vario tipo e il prossimo– 3 marzo ore 19 – vedrà protagonisti Giuseppe Lisciotto e Valeria Alessi sulle illustrazioni. Stiamo organizzando delle estemporanee, eventi all’esterno e siamo disponibili a nuove richieste di incontro da parte di artiste e artisti del territorio. 

Lelio Bonaccorso

Quant’è importante la location scelta, luogo fisico dove incontrare e promuovere i vostri progetti? La location è arrivata in maniera del tutto spontanea e naturale, abbiamo subito percepito della buone vibrazioni vista la posizione in pieno centro storico a Messina, tra il Duomo e l’Università. E’ molto importante questa posizione perché permette a chiunque di poterci passare a trovare. Un’altra location che mi sarebbe piaciuta per la nostra Officina del Sole è l’area della cortina del porto, perché credo che Messina e le sue attività culturali si debbano sviluppare maggiormente sul porto, simbolo di apertura verso l’esterno. Questa è la nostra città, questo mi auguro un giorno di poter fare. Magari riuscire a prendere alcuni dei locali lì presenti per realizzare un atelier, o simile, vedremo. Al momento non è possibile, e puntiamo tutto sull’Officina al centro, vedremo cosa ci riserva il futuro! 

Fabio Franchi

Il rapporto con il territorio. L’Officina punta forte sui tòpoi della nostra città, i suoi valori, la sua storia. Può essere un volano per far conoscere al Mondo Messina e le sue professionalità?

Uno degli obiettivi dell’Officina era proprio questo, cioè quello di fare conoscere le varie professionalità in un territorio – a livello occupazionale – abbastanza depresso e con una scarsa varietà di professioni. Anche se in realtà ci sono molti professionisti che lavoro per soggetti esteri, cosa che è poca conosciuta probabilmente dagli stessi messinesi. Ci sono delle difficoltà oggettive ma anche situazioni poco note molto interessanti, lo smart working in questo senso ha portato grandi vantaggi. Quello che io mi auguro e che coloro i quali si accostano per la prima volta a determinate professioni possa poi portarle avanti contribuendo ad arricchire il proprio territorio. Io e i miei colleghi abbiamo scelto di restare qui e di fare quest’attività a Messina portando le nostre esperienze internazionali in un territorio come il nostro. Bisogna puntare sui talenti, la creatività, la fantasia, il design, la narrazione. La nostra storia che non può essere delocalizzata. 

Giuliana La Malfa

Cosa significa lavorare oggi in Sicilia? Quali i vantaggi e gli svantaggi?

Io abito in Sicilia ma lavoro con partner che sono esteri, americani e francesi, e naturalmente del Nord Italia. Mi capita di fare dei lavori con delle aziende siciliane, in special modo ho notato che molte stanno puntando con più decisione sul design nel packaging ad esempio. Ultimamente ho sviluppato diversi prodotti legati al merchandising, come borse e taccuini. Credo che si debba investire sul territorio ma farlo in una maniera piuttosto ragionevole, provando a trasformare questo nostro brand che è la Sicilia e portarlo fuori, dobbiamo essere capaci di diventare interessanti superando gli stereotipi che ci contraddistinguono ahimè, e raccontare qualcosa di nuovo come film e racconti che parlano di ciò che siamo in maniera magnetica. 

Giuliana La Malfa

Infine, che consiglio dare alle giovani illustratrici e ai giovani illustratori che vogliono intraprendere la vostra professione e amano il mondo dei fumetti e dell’arte visuale?

Il consiglio che do è quello di frequentare le scuole come quella di Palermo, per chi ama fare illustrazione, animazione o fumetto, è una tra le migliori scuole al mondo. Dopo di che usare i social per farsi conoscere, fidelizzare il proprio pubblico ma naturalmente non trascurare lo studio e non farsi prendere dall’ansia di dover lavorare subito. Questo è un tipo di lavoro che richiede tempo, c’è tanto da imparare intanto, però è importante per chi disegna o scrive avere qualcosa da raccontare. Conoscere ciò che si racconta e fare in modo che questa cosa emozioni ci legge, raccontare sempre qualcosa che ci ha colpiti. 

Michela De Domenico, illustrazione tratta da “Architettura fantastica, gli archetipi visionari del fumetto”, Edizioni In- terscienze, 2013
Michela De Domenico – Tavola tratta da “Nel ventre dell’Or- ca”, edizioni Mesogea, collana Cartographic, 2022

*Roberto Sciarrone, direttore responsabile di Verbum Press