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Linguaggio silenzioso, il corpo parla!

L’uomo tramite il linguaggio è in grado di comunicare con un suo simile; è capace anche di descrivere una situazione astratta, di esprimere un’idea o un sentimento, di adoperare la parola come supporto del proprio ragionamento. Tuttavia, è sufficiente una semplice riflessione per intuire come altre forme di comunicazione “non verbale” abbiano un ruolo fondamentale nelle relazioni interpersonali. Una buona convivenza umana, infatti, consiste in gran parte nel comprendere le persone che ci stanno intorno. Non basta solo capire la lingua, ma bisogna anche saperne cogliere i moti espressivi e le reazioni emotive; e quanto più li sapremo riconoscere, tanto più adeguatamente sapremo agire e interagire col nostro prossimo. Di regola, questo linguaggio silenzioso viene adoperato con l’intento di chiarire o sottolineare il significato delle parole; con maggior frequenza, tuttavia, le nostre azioni, i nostri gesti comunicano, in modo assai più efficace, la parte più reale e nascosta del messaggio. Ogni giorno, ciascuno di noi può avere incontri casuali o programmati, che il più delle volte sono da considerare solamente “banali”. Parliamo, sappiamo ascoltare, ma si può dire che i nostri occhi indaghino soltanto cose senza alcuna importanza, come la statura, il taglio dei capelli o il colore dell’abito. Vengono così trascurati quegli indizi rivelatori che, riconosciuti e compresi, ci servirebbero per scoprire lati segreti della persona che ci sta di fronte e per dare un particolare interesse a ogni incontro. Perché, allora, non mettiamo alla prova il nostro potere di percezione e di osservazione? Tentiamo di esercitarci guardando con occhi diversi le persone che ci stanno accanto, non importa se amici o familiari. Nella sala d’attesa del medico o al ristorante, cerchiamo di allenarci a interpretare anche i più banali: essi possono avere un significato perché, per quanto si cerchi di controllare gesti o espressioni, i veri sentimenti e i veri pensieri si rivelano negli atteggiamenti e nei piccoli movimenti abituali. Un piede che batte con insistenza sul pavimento può denotare una certa tensione o impazienza; un’andatura dinoccolata può essere indice di indifferenza e mancanza di volontà; con le braccia incrociate sul petto, si denota una sorta di raccoglimento, una chiusura, uno scudo protettivo contro l’esterno, ritrarsi come succede nel mondo animale (tartaruga, riccio, lumaca). E’ senza dubbio necessaria molta pratica per arrivare a farsi un’idea delle persone sulla base dei loro atti esteriori, ma, anche se le nostre deduzioni non sempre possono essere avvalorate dai fatti, questo esercizio mentale tornerà utile, in quanto ci porterà lentamente a essere meno distratti e meno indifferenti nei confronti degli altri nostri simili. Si vedrà così che, molte volte, per capire bene una persona è meglio guardarla che ascoltarla; con un esercitato spirito di osservazione e molto buon senso si potranno giudicare e comprendere meglio le reazioni mentali e psichiche dei nostri simili: insomma, capiremo e saremo capiti. Con i gesti, con i movimenti e le posture del corpo, con le espressioni del volto e la direzione dello sguardo, con il tono della voce, l’uomo sempre troppo attento alle parole, trasmette informazioni che hanno prevalentemente un carattere affettivo e rivela inconsciamente la parte più intima e vera di sé. Tutto il nostro corpo parla di noi, comunica agli altri anche quello che con le parole spesso è difficile dire, svela la nostra personalità anche se magari, come capita spesso, cerchiamo di nasconderla accuratamente e con ogni mezzo. Questi tentativi molte volte riescono, ma ricordiamo che basta un attimo di distrazione, di perdita di controllo, uno scatto d’ira o un momento d’imbarazzo, per svelare ciò che, con gran fatica, abbiamo cercato di mascherare. Lasciamo, allora, parlare il nostro corpo, adoperiamo questo tipo di linguaggio, che spesso è più efficace e senza dubbio meno faticoso: i segnali non verbali rendono, infatti, più agevole la nostra comunicazione, non richiedono un continuo controllo, sono più significativi e per questo vengono ad assumere un sapore di genuinità.

*Sergio Camellini, psicologo