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L’Europa dei monaci irlandesi

Dopo otto volumi pubblicati sui monaci irlandesi in Europa ci chiediamo: Cosa hanno fatto per essere additati ad esempio da seguire per la rinascita dell’Europa post Corona Virus?

Dal VI al XII secolo, l’Irlanda con le sue scuole monastiche – vere Università medievali – si è imposta quale faro di civiltà. I “Santi e Studiosi” di queste scuole si sono riversati in Italia, Austria, Svizzera, Germania, Benelux, Inghilterra, Scozia, Francia e altre nazioni, portando cultura e la luce della cristianità, “pro amore Dei”. Supremazia della persona umana, ricca di una sacralità profonda e i valori di pace, giustizia, solidarietà insieme al mondo della cultura, sono stati al centro della loro missione. Si sono distinti anche nel promuovere l’agricoltura e i loro centri monastici sono divenuti oasi in luoghi incoltivati. Le loro erbe medicinali hanno alleviato le sofferenze di tanti esseri umani, soprattutto negli “Hospitalia Scotorum”. Vigneti, ancora oggi collegati a questi monaci, sono divenuti la gioia di molte nazioni. A loro dobbiamo il sorgere delle grandi Università di Pavia, Parigi, Oxford, Praga, Vienna, Salisburgo… Il contributo religioso, culturale ed economico all’Italia e alle varie nazioni d’Europa in cui hanno lavorato, è incalcolabile: un grande servizio alla storia europea. Ecco alcuni dei loro successi:

In Italia, Colombano fondò l’abbazia di Bobbio, centro per molti secoli di vita religiosa, filosofica, scientifica, artistica e sociale. Nell’Archivio Capitolare di Bobbio, Petrarca e Muratori trovarono ben 150 manoscritti latini, anteriori al VII secolo, che portarono alla luce il De Re Publica di Cicerone, opere di Virgilio e Frontone, il “Codice biblico K” e altre, copiate da monaci irlandesi. Le sue qualità diplomatiche, quale costruttore di pace, la sua vasta cultura e il suo lavoro alle origini cristiane dell’Europa, la sua visione di questo corpo europeo, chiamato a crescere in giustizia e perfezione, fecero di lui l’uomo più dotato di spirito europeo, 200 anni prima di Carlo Magno. E Colombano fu insieme a Carlo Magno, la personalità più eminente del Medio Evo. L’occidente europeo odierno deve in parte a lui la sua storia, quale pioniere di civiltà, fondatore di cenobi, precursore di giustizia e libertà, testimone e assertore della suprema dignità dell’uomo per il suo tempo e anche per il nostro. Per il suo lavoro attraverso l’Europa Robert Schuman dichiarò che Colombano è il Santo Patrono di coloro che si prodigano per costruire un’Europa Unita.

Carlomagno mandò nel IX secolo Dungal, un altro irlandese, a Pavia, allora capitale dei longobardi e dei franchi, a presidere la Scuola Palatina locale. Questa Scuola – futura Università di Pavia – era la più importante del suo Impero. Tutti i giovani di Milano, Bergamo, Brescia, Novara, Lodi, Asti, Vercelli, Tortona, Acqui, Genoa, Como, dovevano continuare i loro studi superiori in questa Scuola – “ln Pavia conveniant ad Dungalum” -, secondo il Capitolare di Corteolona dell’825, del Re Lotario I. Si può, quindi, affermare che con uno studioso irlandese nacque l’Università di Pavia e che ebbe un ruolo importante anche nell’istituzione del sistema scolastico del Regno d’Italia del Medio Evo.

Alla fine del VI secolo, Columbano, diede anche inizio a uno straordinario lavoro missionario in Francia, con la fondazione dei monasteri di Annegray, Fontaines e Luxeuil. 

In Austria, Salzburg è statafondata da Rupert e Virgil. Colman è divenuto il primo Santo Protettore di questa nazione. Altri hanno contribuito alla gloria di Vienna fin dal suo nascere con il loro Schottenstift, dove hanno copiato rari manoscritti nelle Schottenshule e con l’Università di Vienna: tutti provenivano dall’Irlanda. La formazione dei giovani è figurata in primo piano nella loro missione, al punto che il Concilio di Baviera approvò le loro scuole come il mezzo migliore per promuovere il progresso delle loro nazioni. – Allora Germania, Austria e Svizzera non esistevano come nazioni. 

L’irlandese S. Gallo in Svizzera, diede origine ad uno dei centri cristiani più importanti d’Europa. La cattedrale monumentale di St. Gallen, la sua biblioteca, patrimonio UNESCO fin dal 1983, testimoniano 14 secoli di continua attività monastica irlandese.

Marianus Scotus fu il monaco che si distinse in Germania, con il suo monastero di S. Jacob, l’Alma Madre di 12 altre creazioni, dipendenti dal quartier generale di Regensburg (alias Ratisbon), fondato con soldi raccolti in Irlanda.

Nella Repubblica Ceca Donatus, monaco irlandese, svolse un ruolo di primo piano nella fondazione dell’Università di Praga.

In Scozia, così vicina all’Irlanda, S. Columba è divenuto l’Apostolo di questa regione. La sua attività missionaria cominciò ad Iona, una piccola isola selvaggia dell’Oceano Atlantico, nel VI secolo. In essa nacque una Communitas Celtica, esempio per rinnovare l’Europa di oggi, promuovendo pace, riconciliazione, solidarietà, prosperità nel mondo con il dialogo tra civiltà.

L’evangelizzazione di Inghilterra e Galles iniziò con S. Columba. S. Aidan fu l’Apostolo che lavorò a Lindisfarne. Egli si distinse anche nella conversione di tanta gente locale e nel ridare libertà agli schiavi. Altri saggi irlandesi si trovano all’origine dell’Università di Oxford.

Le nazioni del Benelux hanno beneficiato della presenza dei monaci irlandesi.  Nel VII secolo, S. Dymphna divenne la Protettrice degli insani in Belgio. Pellegrini provenienti da ogni dove si recarono alla sua tomba a Geel e sono stati guariti da epilessia e disordini neurologici. Ospedali e centri di cura non poterono soddisfare la grande richiesta di aiuto. Allora case private aprirono loro le porte, ricevendoli da ospiti. Essi svolgevano attività utili per la comunità – la migliore cura per chiunque si sente ai margini della società -. Questa tradizione è durata oltre 500 anni e continua ad essere un esempio eccellente di solidarietà umana per gli abitanti di Geel.

Varie altre nazioni come Slovakia, Ungheria, Polonia, Ukraina e Slovenia – quest’ultima ha visto S. Modesto all’origine della sua nazionalità hanno anche tratto beneficio dal loro lavoro. Danimarca, Svezia e Finlandia invece, hanno opposto una certa resistenza.

Da non dimentare poi che l’America venne scoperta da S. Brendano, un millennio prima di Cristoforo Colombo.

L’Irlanda di questi intrepidi Santi medievali potrebbe avere una funzione catalizzatrice per l’evoluzione di nuove comunità, città-smart, gruppi di ricerca, laboratori socio-economici, attraverso un viaggio di trasformazione che tenga in conto la realtà integrale dell’essere umano in questa visione di rinnovamento. 

*Enzo Farinella, giornalista