L’eleganza e il garbo di Lina Wertmuller
Sempre fedele alla sua femminile grinta, con quella personalità determinata che non lascia spazio alle mezze misure, Lina Wertmuller, signora nell’eleganza e nel garbo, chiacchierando all’ombra di un rigoglioso agrumeto nell’incantevole Ravello, lancia il suo grido d’allarme: “Sono preoccupata per l’eccessivo moltiplicarsi della popolazione perché, pur essendo io un’ottimista, temo per l’esplosione demografica che sta generando grossi squilibri da non sottovalutare “. Purtroppo l’immigrazione è una malattia inguaribile. L’Europa, che partiva con tutta un’altra storia, risente fortemente del problema. Non si può far finta che tutto vada bene, altrimenti tra vent’anni andrà a finire male.”
Con amarezza la regista sottolinea l’evidente degenerazione dell’umanità, in un mondo dove molto spesso “il male si nasconde travestito da bene in questa continua lotta.” Anche l’evidente sviluppo della tecnologia non è visto dalla Wertmuller con ottimismo, perché a causa della forte dipendenza dai nuovi sistemi di comunicazione “Oggi tutto si brucia in modo rapido a discapito della qualità dei rapporti umani”.
Le nuove generazioni sono messe male perché, continua la Wertmuller “si nutrono troppo spesso di sciocchezze, di banalità. “E a questo contribuisce anche la televisione, che ha creato una spirale perversa “proponendo film di violenza, di orrore, o modelli di immagine effimera e banale.” La chiacchierata si fa più morbida e indulgente quando parliamo di Napoli, città alla quale la regista è legatissima e che in un certo senso rappresenta un po’ un mondo a sé stante: “anche se sono di nascita romana – continua la Wertmuller – vanto origini napoletane poiché mio nonno era napoletano. Pertanto, verso questa città nutro un forte amore anche per quel suo patrimonio naturale, che è unico. Sicuramente anche a Napoli i problemi in questo periodo sono numerosi e rispecchiano la situazione generale. Lo scugnizzo di oggi, per esempio, è cambiato. Non è più quel mostro di furbizia di una volta, ma gira con le bustine di droga in tasca, che gli garantiscono un facile guadagno.”
La regista sottolinea anche la crescente ingordigia di potere, l’avidità dei beni materiali che si riscontra a tutti i livelli e che purtroppo lascia poco spazio all’affermazione dei veri valori, di quei princìpi fondamentali che fanno la storia dell’umanità. E se uno spiraglio di riscatto e risalita si può intravedere per il futuro, la Wertmuller lo consegna alla figura della donna e alla sua capacità di compiere significative creazioni.
Sostiene convinta la regista: “Mi piacerebbe tanto che le donne riuscissero a dare una svolta e a migliorare questa società stupida e violenta. Il mondo, com’è messo oggi, può degenerare… La vita è una cosa meravigliosa e va vissuta, pur con tutte le sue battaglie. Solo così si può puntare al recupero di un’armonia perduta.”
*Annella Prisco, scrittrice