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Le opere di Riccardo Milani

Viaggio nella storia dell’Italia tramite la filmografia spumeggiante di Riccardo Milani


Riccardo Milani ha diretto il documentario “Io, noi e Gaber” su Giorgio Gaber. Interessante quando Adriano Celentano invitò Gaber nella sua trasmissione “125 milioni do caz…te” e si esibirono in “Ciao ti dirò”. Riccardo Milani ha sempre tributato il mondo della musica nei suoi film, in “Un mondo a parte”, si è avvalso del superbo Ivan Graziani e nella “Guerra degli Anto’” di Franco Battiato.

E Franco Battiato ha presentato al Sulmonacinema Film Festival, due film diretti da lui con Sgalambro e Jodoroswky: “Perduto amore” e “Musikanten”. A proposito di “Un mondo a parte”, Riccardo Milani aveva già affrontato il tema della scuola nel suo primo film “Auguri Professore” con Silvio Orlando (reduce della “Scuola” di Lucchetti) tratto dal libro di Domenico Starnone “Solo se interrogato”. “Un mondo a parte”, è un tributo d’amore all’Abruzzo da parte di Riccardo Milani (gli attori sono tutti di Pescasseroli). Riecheggiano le atmosfere bucoliche di “Serafino” (di Pietro Germi)  con Celentano e girato nelle Marche, il mitico “Ragazzo di campagna” (regia di Castellano e Pipolo) con uno stralunato Pozzetto e il recente “Lazzaro felice” (di Alice Rohrwacher) poetico e imperturbabile contadino di un tempo. Tornando a Riccardo Milani in “Un mondo a parte” troviamo uno stupendo Antonio Albanese professore avventuriero, Milani aveva proprio iniziato con un film sul mondo della scuola la sua carriera da regista con “Auguri Professore”. E vengono alla mente in ambito italiano le traversie dell’insegnante Paolo Villaggio in “Io speriamo che me la cavo” della Wertmuller, fino ad arrivare oltreoceano con lo struggente “Attimo fuggente” di Peter Weir, senza dimenticare il manifesto dei teenager anni ’80 rinchiusi nella “gabbia” della scuola con “Breakfast club” di John Hughes. Insomma Riccardo Milani è riuscito a ritrarre uno spaccato dell’Italia passando dagli anni ’60 (Giorgio Gaber) agli anni ’90 (Guerra degli Antò) fino ad arrivare agli anni 2000 (Un mondo a parte) sempre tenendo presente il background musicale di quegli anni e potere catartico della settima arte.

*Jean-Pierre Colella, docente