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Le “interviste immaginarie”: Regina Resta dialoga con Alessandro Manzoni

Buongiorno, signor Manzoni. Siamo onorati di avere l’opportunità di parlare con lei oggi. Buongiorno, è un piacere essere qui. Iniziamo parlando del suo capolavoro, “I Promessi Sposi”. Questo romanzo è considerato uno dei più importanti della letteratura italiana. Cosa l’ha ispirata a scrivere questa storia? “I Promessi Sposi” è stato un tentativo di ritrarre la realtà sociale e politica dell’Italia del mio tempo. Volevo creare una storia che riflettesse le ingiustizie e le difficoltà che le persone comuni affrontavano durante quegli anni turbolenti. Inoltre, ho sempre avuto un interesse profondo per la psicologia dei personaggi e per le sfumature dell’animo umano, quindi ho cercato di rendere i miei protagonisti complessi e autentici. Il suo lavoro ha anche avuto un grande impatto sulla lingua italiana, contribuendo a stabilire molte convenzioni linguistiche. Qual è il suo pensiero riguardo a questo aspetto del suo lavoro? Sono molto grato che il mio lavoro abbia contribuito a stabilire una forma di italiano più moderna e standardizzata. Credevo fortemente nella chiarezza e nella semplicità della lingua, che potesse essere comprensibile da tutti. Ho cercato di evitare eccessi di retorica e di adottare uno stile che rispecchiasse la realtà quotidiana. Parlando di temi sociali, il suo impegno contro la schiavitù è ben noto. Può condividere il suo pensiero su questa questione e sul suo coinvolgimento in essa? La lotta contro la schiavitù è stata per me una questione di giustizia e umanità. Non potevo restare indifferente davanti a un’ingiustizia così profonda e brutale. Ho scritto poesie e testi in cui ho espresso il mio disgusto per la schiavitù e ho cercato di sensibilizzare le persone su questo grave problema. Come scrittore, quali consigli vorrebbe dare agli aspiranti autori che cercano di fare la loro strada nel mondo della letteratura? Prima di tutto, cercate la verità e la profondità nei vostri scritti. Scrivete con passione e impegno, e cercate di comprendere appieno gli aspetti umani delle vostre storie. Non abbiate paura di esprimere le vostre opinioni e di affrontare temi importanti. E ricordate sempre che la pratica costante è essenziale per migliorare come scrittori. Grazie mille per il suo tempo, signor Manzoni. La sua eredità letteraria continua ad ispirare e influenzare generazioni di scrittori e lettori. Grazie a voi. È stato un piacere condividere le mie riflessioni con lei e i lettori di Verbum Press. Continuate a coltivare la bellezza della lingua e la profondità delle storie.

*Regina Resta, presidente Verbumlandiart