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La voce poetica di Maria Kobets

>> l’angolo della poesia

Ho cercato nel mio pc le email che ci scambiammo nel 2018 e sono sbalordita nel constatare che già allora i suoi versi denunciavano l’orrore della guerra. Ammetto che allora avevo scelto testi più luminosi per presentarla al pubblico italiano, oggi riscopro questi testi che risalgono al 2018 circa e purtroppo sono ancora attuali.

Nata a Pinsk, nella Repubblica di Bielorussia, oggi vive a Varsavia.

Poetessa, interprete, redattrice del dipartimento notizie della società di radiodiffusione “Brest”. Ha all’attivo tre raccolte di poesie, numerose collettanee, membro dell’Unione degli scrittori della Bielorussia, membro dell’Unione degli scrittori dello Stato dell’Unione, vincitrice del Premio di Letteratura intitolato a Vladimir Kolesnik. Le poesie di Maria Kobets sono state tradotte e pubblicate in Azerbaigian, Daghestan, Russia, Polonia, Serbia, Montenegro, Tatarstan, Turkmenistan, Repubblica Cecena. Nel 2019 è fuggita dalla Bielorussia per cercare lavoro in Polonia.

Vero e verità

Vero e verità –

sono l’unità dell’anima,

Il significato dell’essere

e dello stare nel mondo.

Chi e dove siamo,

Mentre siamo in bilico vicino al bordo?.. –

Quanti errori durante la ricerca!

Varietà di domande e ragioni –

Ma siamo confortati dal nostro pretesto.

Dio, quanta menzogna c’è tra noi,

Quanti guai restano inespressi!

Quanta incredulità –

i coltelli stanno festeggiando

commerciando col sangue

e la vecchia terra!

troppe offese alla

Santa Messa ..! –

Non solo questo,

No, non quello!

La via del Calvario…

Tante fasi e modi,

Avremo abbastanza forza?

per superarli?!

Mio Dio, perdonaci!-

Solo speriamo di non perdere la strada,

Mentre la percorriamo  ondeggiando!

Fermatevi!

È  troppo!

Fermatevi!

È abbastanza!

Sangue, atemporalità, orrore.

In piedi!

E pregate Dio!

Gente senza timore!

È troppo

Restate!

Le luci di una vecchia cattedrale brillano luminose!

Fermatevi!

È troppo!

L’altare è già stato distrutto!

State fermi!

Guardate!

I bambini stanno raccogliendo resti!

Quindi, pregate Dio!

Gente senza timore!

Voi che avete rinnegato la fede –

e saccheggiato le croci!

Che persone! Possiamo credere a

Chi affila i coltelli?!

A chi imbratta le pergamene

Col sangue dei corpi dei bambini?!

A chi già apertamente

Beve il sangue dal loro petto?!

Fermatevi!

È troppo!

favorite la morte tra le nostre braccia!

In piedi!

E pregate Dio!

Gente senza timore!

Lettera al nostro Salvatore!

Signore!

Sarò in grado di riconoscere la tua sagoma,

se la tua figura diventa sfocata

in una prospettiva elusiva dell’orizzonte?

Signore!

Sarò in grado di trovare il tuo percorso,

se i tuoi passi vengono spazzati via da venti secchi 

nel deserto infinito?

Signore!

Se i testimoni della tua sofferenza –

le impronte sanguinanti sul tessuto –

scompaiono dalla Sacra Sindone,

le persone saranno in grado di comprendere il dolore

che hai superato per loro?

Oh padre nostro!

Il mio pozzo è prosciugato,

i sandali sono consumati, 

le mani sono stanche per l’accattonaggio,

le spalle trattengono a malapena il peso della mia croce

e il corpo non è quasi in grado di seguirti sull’acqua.

Oh padre nostro!

Le mie guance stanno bruciando –

le bandiere di vittoria dei miei trasgressori stanno svolazzando.

ancora…

Abbi pietà di loro!

Abbi pietà di me e dei miei figli!

Abbi pietà delle persone che ti stanno ancora tradendo!

Benedici la mia faccia con l’umidità salata 

delle lacrime di pentimento,

Le mani contano disperatamente 

i grani del Rosario e le labbra sussurrano:

“Signore, abbi pietà!

Signore, abbi pietà!

Traduzione a cura di Claudia Piccinno