La violenza sulle donne
Fisica, sessuale, psicologica ed economica
La violenza sulle donne è un grave problema sociale che si manifesta in molte forme, tra cui violenza fisica, sessuale, psicologica ed economica. Le donne sono vittime di violenza in tutto il mondo, indipendentemente dalla loro età, razza, religione o status socio-economico.
È importante che la società prenda misure per prevenire la violenza sulle donne e per fornire sostegno alle donne che ne sono vittime. Ciò può includere l’educazione sulla prevenzione della violenza, l’istituzione di linee di aiuto e di supporto per le donne che subiscono violenza, l’aumento delle pene per i reati di violenza e la promozione della parità di genere.
Tutti abbiamo un ruolo da svolgere nel combattere la violenza sulle donne, sia attraverso azioni individuali come la denuncia di comportamenti violenti, sia attraverso azioni collettive come la promozione della cultura del rispetto e dell’uguaglianza di genere.
La violenza psicologica sulle donne, quella meno evidente, è una forma di abuso emotivo che può causare danni profondi e duraturi alle donne. Questa forma di violenza può includere un’ampia gamma di comportamenti coercitivi e intimidatori, come il controllo del comportamento, la manipolazione emotiva, l’isolamento sociale, la minaccia di violenza fisica, il ridicolo e la denigrazione.
La violenza psicologica è subdola e silenziosa, spersonalizza e riduce la vittima succube, in nome di un presunto amore, della volontà di un maschio dominatore, uno psicopatico a sua volta vittima di un rapporto insano e malato con la madre.
La manipolazione che ha subito è articolata e mascherata e ha determinato nel tempo un forte stress emotivo, accade sempre così, l’artefice ha lo scopo di tenere il potere della relazione, per una forma di sicurezza e di tranquillità, annullando le esigenze dell’altro, fino a toglierle ogni esistenza personale, offrendole persino una libertà vigilata e controllata, sotto pressione continua di rimproveri e disapprovazioni. La violenza psicologica può anche non essere seguita da quella fisica, anche se in alcuni casi esplosioni improvvise di violenza sono molto devastanti come dimostrazioni di superiorità e di avvertimento.
La persona che attua questo tipo di violenza tende a creare un clima continuo di disapprovazione sul coniuge e successivamente sui figli, per cui ogni gesto o pensiero viene considerato inopportuno e sbagliato a prescindere da tutto. Si determina a lungo andare, sui soggetti vittima, una frammentazione della personalità che si ripercuotono sui comportamenti e sulla conduzione della propria vita fatta di scelte senza autonomia e convinzione. Un vero e proprio stillicidio della mente che vive sempre perseguitata da forti sensi di colpa, senso di inadeguatezza perenne, sfiducia nelle proprie capacità e spersonalizzazione.
Un adulto si blocca nelle scelte e nell’affermazione della sua personalità, i piccoli crescono invece fragili ed insicuri, perché temono sempre di sbagliare.
Questa dipendenza psicologica è spesso condizionata dalla dipendenza economica e lo stillicidio di allusioni, offese e umiliazioni hanno lo scopo di mantenere le redini del rapporto, non sempre chi lo attua è consapevole di questo, ma le sue azioni distruggono chi le subisce al punto tale che la vittima o le vittime finiscono per colpevolizzarsi e non si rendono conto delle reali capacità e potenzialità.
Affrancarsi da questi soggetti non è facile, la vittima il più delle volte finisce in analisi, ma il problema è alla fonte, l’aguzzino in genere si rifiuta sempre di essere messo in discussione, come se il problema fosse solo dell’altro e della sua incapacità di reagire con il mondo. Si crea uno stato di colpevolizzazione profonda che non avrebbe motivo di essere perché il vero incapace in questi casi è l’aguzzino. L’isolamento psicologico è deleterio, per una rinascita è necessario che la vittima si allontani, o nei casi in cui questo sia impossibile si affranchi dal bisogno di quell’amore…prenda coscienza della sua natura morbosa e malata e incominci ad amarsi di più in un processo di auto appropriazione e autostima, fino a creare una barriera inattaccabile alla propria personalità.
La violenza psicologica può anche influire sulla capacità della donna di mantenere relazioni sane e sicure, di lavorare e di partecipare alla vita sociale.
È importante che le donne siano consapevoli dei segni di violenza psicologica e si rivolgano a fonti di supporto, come le organizzazioni per la tutela dei diritti delle donne, i servizi di assistenza sanitaria e le agenzie governative, per ottenere aiuto. Inoltre, la sensibilizzazione sulla violenza psicologica contro le donne deve essere un impegno costante per la società e per i governi di tutto il mondo, al fine di prevenire e affrontare questo problema.
La cura per la violenza psicologica sulle donne può essere un processo lungo e complesso, poiché gli effetti della violenza possono essere profondi e duraturi. Tuttavia, ci sono alcune opzioni di trattamento che possono aiutare le donne a superare la violenza e a ricostruire la loro vita.
Il primo passo nella cura della violenza psicologica è la sicurezza fisica della donna. Ciò può richiedere il trasferimento in un luogo sicuro, come un rifugio per donne, l’ottenimento di una ordinanza restrittiva o l’assistenza della polizia.
Una volta che la donna è al sicuro, può iniziare il processo di guarigione emotiva. Ciò può includere la terapia individuale o di gruppo, il supporto di un terapeuta specializzato in violenza domestica o di un counselor di crisi. Questi professionisti possono aiutare la donna a identificare e gestire i sintomi di ansia, depressione e disturbi post-traumatici da stress.
Inoltre, le donne possono beneficiare di programmi di auto-aiuto, di supporto e di educazione per aumentare la consapevolezza sulla violenza psicologica e per imparare a riconoscere i segni di una relazione abusiva.
È importante che la cura della violenza psicologica sia personalizzata per soddisfare le esigenze specifiche della donna e che sia svolta da professionisti esperti in questo campo. La cura della violenza psicologica può richiedere tempo e sforzo, ma può portare a una vita più sana e soddisfacente per le donne che ne sono state vittime.
La violenza contro le donne è un problema complesso e multifattoriale, e non c’è una risposta unica che spieghi completamente perché alcuni uomini commettono atti di violenza contro le donne. Tuttavia, ci sono alcune possibili cause e fattori che possono contribuire a questo comportamento:
• Disuguaglianza di genere: in molte società, le donne sono ancora considerate inferiori agli uomini e subiscono discriminazioni e violenze a causa di questa disuguaglianza.
• Cultura della violenza: la violenza è spesso normalizzata e giustificata nei media e nella cultura popolare, dando l’impressione che sia accettabile o addirittura necessaria per risolvere i problemi.
• Problemi di salute mentale: alcune persone che commettono atti di violenza contro le donne possono avere problemi di salute mentale, come disturbi dell’umore o della personalità.
• Esperienze di violenza: gli uomini che sono stati esposti alla violenza o che hanno subito abusi in passato possono essere maggiormente inclini a commettere atti di violenza contro le donne.
• Pressione sociale e di gruppo: in alcuni casi, la pressione del gruppo o il desiderio di essere accettati da una comunità di pari può portare alcune persone a comportarsi in modo violento.
• Problemi di dipendenza: alcune persone che commettono atti di violenza contro le donne possono avere problemi di dipendenza da alcol o droghe che possono influire sul loro comportamento.
È importante notare che non tutti gli uomini commettono atti di violenza contro le donne e che non tutti coloro che commettono tali atti sono uomini. Inoltre, le cause della violenza contro le donne possono variare in base al contesto culturale, sociale ed economico. Tuttavia, è fondamentale che le comunità e la società nel suo insieme lavorino per prevenire la violenza contro le donne, promuovere l’uguaglianza di genere e garantire la sicurezza e la protezione delle donne.
*Regina Resta, presidente Verbumlandiart