La Strategia del fantastico
Loredana Santa Ferrara, Le Fiabe del cuore (Youcanprint, 2021)
Lo psicologo Bruno Bettelheim nel commentare le storie dei fratelli Grimm (Biancaneve, Pollicino, La Bella e la Bestia) sostiene che i protagonisti delle favole succitate divengono, per i piccoli lettori, esempi di coraggio per affrontare le prove dure che la vita riserva ad ognuno. Il che dimostra che la narrativa fantastica ha una forte valenza educativa e formativa. Il libro di Loredana Santa Ferrara “Le Fiabe del cuore” (Youcanprint, Lecce ,2021 pg 69) offre al piccolo lettore un mondo virtuale che si concretizza sempre di più man mano che egli ne riesce a condividerne le emozioni, le inquietudini, le scoperte. Le fiabe infatti aiutano il bambino a dare un senso ai suoi sentimenti, proponendogli un forte messaggio. Egli si rende conto che l’essere umano deve lottare contro le difficoltà della vita ma solo chi non si arrende ma anzi si fortifica, superando gli ostacoli, ne esce vittorioso. Bene e male sono incarnati in personaggi provenienti dal mondo concreto degli uomini e degli animali oppure da un mondo fantastico. Tuttavia il protagonista della storia, mediante un amuleto o altro simbolo magico (come la piuma che un uccellino deposita sulla mano di Falco, ne “Il ragazzo dalla penna magica”) troverà una via di fuga nella “scrittura” salvifica. La scrittrice ha una visione lucida e disincantata della realtà contingente, apparentemente dicotomica da quella dei personaggi che invece, tendono a vivere “secondo natura”. Ad un ‘attenta lettura risulta invece che è proprio questo il messaggio sottaciuto: la fiaba è un modo per il bambino di rapportarsi e misurarsi con un mondo diverso e più complesso della propria esperienza immediata, un approccio con un mondo che può essere insidioso ma che offre sempre una via d’uscita a chi percorre sentieri luminosi. L’adulto invece che rifiuta questo genere ritenendolo improduttivo, dimostra di “aver paura dei draghi”. La fiaba semplifica ogni situazione, la polarizzazione ne è un aspetto peculiare che consente al piccolo lettore di capire la differenza tra il personaggio buono e quello cattivo, tra lo stupido e quello intelligente. Gli animali aiutano il bambino a crescere, come il pesciolino di Flor che le insegna a non guardare l’apparenza ma ad andare a fondo nell’osservazione delle cose. Tra le tante tematiche del libro ha risalto anche quella spirituale “Ognuno di noi ha un compito da svolgere per essere utile a se stesso e agli altri, questo è il segreto della natura e tu ne fai parte”. Le favole della Ferrara sono metaforiche ed insieme didascaliche, risultano ben calibrate perché alla scorrevolezza del dettato si lega un impianto narrativo sapiente e ben coeso. Italo Calvino soleva dire che” La fiaba, attraverso le prove a cui sono assoggettati i personaggi, rappresenta l’infinità possibilità di risolvere le cose con la metamorfosi delle medesime senza escludere gli esseri umani o gli animali”. Il centro delle fiabe è sempre il narratore che riesce a rinnovare, in ogni storia, il legame atemporale con il lettore. La Ferrara indulge ad una narrazione piena di colori, di oggetti dotati di vita propria, di personaggi del mondo umano o animale dalle mille sfaccettature. Un mondo variegato, in cui fantasia e realtà raggiungono una perfetta simbiosi, proprio perché l’autrice tende a suggerire un’interpretazione didascalica che il lettore, di qualsiasi età, riesce ad apprezzare. La scorrevolezza del dettato favorisce la comprensione del messaggio ed i disegni, artatamente semplici, costituiscono un punto focale importante.
*Pina D’Alatri, operatrice culturale