VerbumPress

La lectio di Valerio Rossi Albertini al Congresso dell’Associazione Nazionale Sociologi 

Il noto scienziato è intervenuto alla Sapienza Università di Roma sull’Intelligenza Artificiale, tema della giornata di studio

Il meglio dell’Intelligenza Artificiale deve ancora venire, ma dobbiamo essere in grado di governare questo processo, che ha immense e impensate ripercussioni all’interno della società, e non solo. È, in sintesi, il risultato delle analisi e delle riflessioni elaborate nel corso dell’annuale Congresso promosso dall’Associazione Nazionale Sociologi alla Sapienza Università di Roma. Un’intera giornata di studio, il 7 giugno scorso, nell’Aula Wolf della Facoltà di Scienze politiche, Sociologia e Comunicazione per trattare un argomento di grande attualità, quello della ricerca del metodo sociologico per la valutazione dell’avvento dell’Intelligenza Artificiale, rivelatasi di alto spessore culturale, grazie anche all’approfondita lectio magistralis del fisico, accademico e divulgatore scientifico Valerio Rossi Albertini, il quale ha esordito dando subito degli esempi pratici di cosa sia l’IA (o AI, se si preferisce l’inglese Artificial Intelligence). «L’IA non è un programma rigido, fisso, ma va per tentativi, come fa un bambino, e apprende e sperimenta fino a trovare soluzioni che, spesso, non gli aveva dato il programmatore. Può svolgere azioni autonome, indipendenti dalla volontà del programmatore ed è questa la diversità rispetto agli altri strumenti evolutivi. Seguendo la legge di Moore, l’IA accumula e immagazzina sempre più informazioni, crescendo in maniera esponenziale. Grazie all’incredibile capacità di elaborazione, sarà onnisciente, raccoglierà tutto lo scibile, racchiuderà tutte le informazioni prodotte dal genere umano, ma non sappiamo ancora quale sia il suo limite».

Da qui un insieme di domande: se l’IA esiste e interagisce con il mondo circostante, è un essere senziente? Possiamo spegnerlo? Visto che sta dando prove che ci lasciano sempre più stupiti e sta sviluppando creature sintetiche, artificiali, aliene che stanno attuando molto velocemente una propria individualità, riusciremo ad avere il controllo dell’uomo anche nel futuro?

Riprendendo una frase sullo sviluppo tecnologico pronunciata dall’eticista e teologo francescano Paolo Benanti, ossia «Probabilmente arriverà l’età delle IA e la abiteremo da esseri umani: in questo la cosa che mi spaventa di più non è l’intelligenza artificiale, ma la stupidità naturale» (o la scemenza reale, ndr), Valerio Rossi Albertini invita a non essere a priori scettici e disfattisti, perché i vantaggi dell’IA sono tantissimi, e propende per l’istituzione di un Comitato sovranazionale di governo dell’IA che disciplini gli sviluppi di queste tecnologie innovative, evitando di mettere questi sofisticati strumenti/macchine/robot in condizioni di nuocere all’umanità. Parafrasando Aristotele, infatti, gli strumenti non sono di per sè buoni o cattivi, dipende dall’uso che se ne fa. Per tutelarsi è necessaria, dunque, una presa di coscienza collettiva.

L’Associazione Nazionale Sociologi ha scelto quest’anno un tema di scottante attualità, con un parterre di esperti che ha trattato l’impatto delle nuove tecnologie digitali sul nostro sistema sociale, sul lavoro, sulle relazioni interpersonali.

Tanti i convegnisti giunti da ogni parte d’Italia per parlare di IA e interrogarsi su cosa cambierà per l’individuo e per la società, a partire dal presidente nazionale ANS Pietro Zocconali, che ha concluso il suo contributo con una esortazione: «Noi esseri umani con la nostra intelligenza dobbiamo saper cavalcare la tecnologia; se non serve più l’apporto dei nostri muscoli, per sopravvivere bisognerà sempre più adoperare il cervello, studiare sempre e non soltanto in età scolare, essere attratti dalle novità e, a prescindere dall’età, non perdere alcun treno del progresso scientifico e tecnologico».

Antonio Polifrone, segretario nazionale ANS, ha introdotto e coordinato il dibattito della prima sessione del Congresso, mettendo a confronto esperienze e opinioni dei relatori e del pubblico, grazie agli interventi di Annella Prisco, scrittrice e operatrice culturale; Margaret Antonicelli, docente alla Facoltà di Statistica della Sapienza; Paolo De Nardis, prof. emerito presso la Facoltà di Scienze Politiche, Sociologia e Comunicazione della Sapienza. 

Chairwoman della seconda sessione è stata Anna Maria Coramusi, vicepresidente nazionale ANS, che ha moderato le relazioni dei dirigenti nazionali ANS Massimiliano Gianotti, Ugo Bianco, Emanuele D’Acunto, Emanuela Ferrigno, Maurizio Vitiello, Ivana Madonna.

Ad Andrea Di Maso è stato conferito il “Premio Speciale Cultura ANS XVII ediz. 2024”.

*Mary Attento, giornalista ed editor