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La “guerra” contro il Covid19, dati, analisi e riflessioni

Qualcuno ha asserito che la pandemia Covid-19 può essere considerata come fosse la “Terza Guerra Mondiale”, combattuta questa volta contro un avversario non umano, microscopico, e quindi subdolo e invisibile. Per questo c’è chi asserisce addirittura che questo nemico, sbattuto in prima pagina su stampa e TV, in realtà non esiste, ma che si tratta di invenzione dei governi a livello planetario (vedi “1984” di George Orwell), e che trattasi quindi di una finzione, al pari del presunto sbarco dell’uomo sulla Luna del 1969, come i presunti campi di sterminio nazisti, come la rotondità della Terra; ma questi, nella migliore delle ipotesi, sono dei buontemponi.

Vediamo di paragonare le vittime di quest’ultimo ipotetico conflitto, con quelle delle due guerre mondiali.

Vittime del Covid-19 nel mondo

In data 6 novembre 2021, sul nostro pianeta, a causa del Covid-19, esploso circa due anni fa in Cina, siamo arrivati a 249 milioni di casi, con poco più di 5 milioni di decessi.

In particolare, di seguito, le nazioni più colpite:

• Negli Stati Uniti d’America si sono registrati ben 46.440.000 casi, con 754.000 decessi;

• In India, 34.500.000 casi, con 460.000 decessi (ma personalmente, facendo una proporzione con i pazienti di altri stati, penso ci siano 100-200 mila morti in più non contabilizzati);

• In Brasile 21.900.000 casi, con 609.000 decessi;

• Regno Unito, 9,24 milioni, 142.000 decessi;

• Russia, 8,57 milioni, con 240.000 decessi.

• Bisognerà tralasciare la Cina, per la quale non si hanno numeri affidabili.

Naturalmente bisogna tener conto del numero di abitanti di queste nazioni, tra le più popolose del mondo. In alcune nazioni o territori più limitati, l’incidenza tra casi di Covid, mortalità in riferimento al numero di abitanti, è ancora più inquietante.

Nel territorio di Singapore, ad esempio, e nessuno ne parla, a fine ottobre di quest’anno si sono registrati più di 4000 casi al giorno, per una popolazione di 5.700.000 abitanti , come se in Italia ci fossero, in rapporto alla popolazione, 40.000 casi al giorno!

Vittime delle due guerre mondiali:

Le vittime dell’ultimo conflitto mondiale, quello combattuto dal 1939 al 1945 non sono determinabili con precisione, ma, dalle varie fonti, si possono stimare tra i 60 e i 68 milioni di vittime, inclusi civili e militari; enormi i sacrifici a livello di vittime dell’allora Unione Sovietica, 25 milioni di caduti, e della Cina con quasi 20 milioni di vittime.

I decessi dovuti alla Prima guerra Mondiale, quella dal 1914 al 1918, si stimano superiori a 16 milioni di persone che hanno perso la vita, tra militari e civili , alla Germania e alla Russia il triste primato con più di 2.000.000 di morti ciascuna.

Quali sono le differenze tra le due guerre mondiali e il Covid-19

La prima è che la guerra contro il Covid-19 è veramente mondiale, nel senso che riguarda effettivamente tutte le nazioni senza paesi neutrali; la seconda è che il numero delle vittime è certamente inferiore alle due guerre mondiali.

Ma non possiamo rallegrarcene, per due motivi, il primo è che le due guerre, durate cinque anni la prima e sette la seconda, hanno un certo numero stabilito di vittime accertate; l’attuale guerra pandemica, scoppiata circa due anni fa, ha mietuto fino ad ora molte meno vittime, ma non è ancora terminata, nonostante la diffusione più o mene capillare dei vari vaccini. Proprio questi giorni, in base a certe recrudescenze che si stanno verificando in Europa, specie in paesi dell’Est Europa che stanno registrando basse percentuali di vaccinati, si stimano altre 500.000 future vittime nell’inverno che sta arrivando. Senza parlare dei futuri morti negli altri continenti che sono ben lontani dal raggiungere le attuali percentuali di vaccinati riguardanti le nazioni europee.

Bisognerebbe avere la palla di vetro per stimare i casi di mortalità quando ufficialmente verrà dichiarata terminata la pandemia sul nostro pianeta. Ci possiamo sbilanciare raddoppiando la cifra calcolata ad oggi e giungere a una decina di milioni di decessi, cifra in ogni caso ancora di molto inferiore ai caduti delle due grandi guerre.

Fatto sta che quasi tutti noi occidentali, a parte i più anziani, non abbiamo conosciuto la guerra, ma la sensazione che abbiamo avuto subendo questa pandemia, con i confinamenti presso le abitazioni, l’impossibilità di riunirsi con i propri cari, amori divisi da confini comunali, continui proclami pomeridiani con il numero di infettati e di decessi, gente intubata in atroce sofferenza, processioni di bare trasportate in cimiteri lontani, ci ha fatto sentire in piena guerra. I rimpianti di una vita in libertà, degli abbracci tra amici, dei viaggi di piacere, cozzano con lo stile di vita attuale, molto diverso, tra proibizioni, imposizioni che ci sembrano innaturali, e ciò ha dato vita in questi ultimi tempi a contestazioni antigovernative, specie da parte dei giovani che per natura vorrebbero seguire istinti peculiari della loro età.

Da parte mia, riguardo i miei familiari, a parte qualche infezione guarita in pochi giorni senza ricoveri ospedalieri, non abbiamo subito forti ripercussioni, se si escludono problemi lavorativi e scolastici risolti alla meno peggio. Invece, riguardo la cerchia allargata di miei conoscenti e colleghi iscritti all’associazione che presiedo, e stiamo parlando di qualche migliaio di persone, ho avuto diversi lutti che mi hanno colpito profondamente, proprio come succede con le guerre al termine delle quali ogni famiglia ha qualcuno da piangere.

Cosa ci dovrebbero insegnare questi disastri che ogni tanto passano sopra le nostre teste, smorzando i nostri entusiasmi e la nostra boria da primi della classe? Che la natura è più forte dell’uomo, nonostante da millenni cerchiamo di combatterla e di addomesticarla (ne sono testimonianze: terremoti, frane, valanghe, cicloni, tsunami, meteoriti, epidemie ecc., cause di infiniti lutti).

Gli esseri umani, a prescindere dalle diverse religioni, colore della pelle, dalle diverse nazionalità e idee politiche, dovrebbero amarsi di più, perché i veri nemici sono altri, e, stando uniti, in piena collaborazione, sarà più facile vivere nel migliore dei modi, anche combattendo, in comune accordo contro i pericoli della natura, che sa procurarci molte gioie, ma anche grandi dolori: “O natura, o natura, … perché di tanto inganni i figli tuoi?”.

*Pietro Zocconali, giornalista, Presidente Ass.ne Naz.le Sociologi