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La Fondazione “Corrente”

Una casa, uno studio, uno scrigno

In via Carlo Porta numero 5 a Milano si trova la sede della Fondazione “Corrente”, nata nel 1978 con lo scopo di valorizzare la produzione artistica dell’omonimo gruppo e di promuoverne la conoscenza nella realtà contemporanea. La cosiddetta “Casa delle rondini”, che un tempo ospitava la residenza e l’atelier dell’artista Ernesto Treccani (1920-2009), appare esternamente decorata con circa 2000 piastrelle di maiolica azzurra, gialla e verde; il variopinto prospetto contribuisce a far risaltare l’edificio nel grigio tessuto urbano milanese, nel quale emerge come prezioso scrigno di documenti, libri, opere d’arte attestanti l’attività di un uomo la cui vita fu caratterizzata dal sentito impegno politico oltre che culturale. Fondatore della rivista “Corrente” nel 1938, Treccani riunì attorno a sé intellettuali e artisti del calibro di Ernesto Badodi (1913-1942), Renato Birolli (1905-1959), Luigi Broggini (1908-1983), Bruno Cassinari (1912-1992), Sandro Cherchi (1911-1998), Dino Lanaro (1908-1998), Piero Gauli (1916-2012), Renato Guttuso (1911-1987), Giacomo Manzù (1908-1991), Giuseppe Migneco (1908-1997), Ennio Morlotti (1910-1992), Giovanni Paganin (1913-1997), Aligi Sassu (1912-2000), Italo Valenti (1912-1995), con cui animò la scena milanese e italiana fino all’anno della sua morte, avvenuta nel 2009. E ancora, Meritano di essere ricordati i due storici e critici del gruppo: Raffaele De Grada (1885-1957), detto Raffaellino, e Mario De Micheli (1914-2004).

L’attuale centro culturale si sviluppa su tre piani, occupati da una biblioteca, uno spazio espositivo e  una sala per conferenze, lo studio dell’artista con oggetti e arredi d’epoca; inoltre, gli interni conservano la collezione di dipinti, disegni e ceramiche di Ernesto Treccani dagli anni della sua adesione al Realismo fino agli esiti più astratti e moderni nonché fotografie personali e documenti di vita. Tra le più pregevoli opere esposte, l’olio su tela intitolato “Un popolo di volti” (1969-1975), che vede schierati e ammassati in una sorta di horror vacui policromo i visi dei partecipanti ai funerali delle vittime della strage di Piazza Fontana, avvenuta nel 1969. Realizzata nel corso di circa cinque anni, l’opera è stata soggetta – durante questo periodo – a un continuo lavoro di revisione e di aggiornamento per l’aggiunta progressiva di ritratti di amici e conoscenti dell’autore: un dipinto “in divenire” dall’intento politico e civile più che di riproduzione mimetica della realtà. E’ quella connessione arte-vita, in sintonia con una visione Romantica dell’esistenza, che muove gli artisti del gruppo in direzione opposta rispetto al classicismo e all’accademismo per abbracciare, semmai, la visione Impressionista, Post-impressionista e dell’Espressionismo tedesco, cui si guarda nell’intento anche di aprire l’arte italiana in senso europeista. Ma l’opera testimonia pure la volontà di collegare all’attualità e alla società di riferimento, di cui essa è prodotto, l’arte; ciò al fine di esprimere un pensiero critico e un significato sempre diretto e comprensibile, vitalistico, partecipato e sentimentale. Dal 24 gennaio al 28 marzo 2023 il Centro ha ospitato la mostra di Achille Guzzardella (1955), la cui formazione – avvenuta nella città lombarda – è stata legata al gruppo di Corrente. Teste realizzate in bronzo, cera o terracotta si affiancano a dipinti incantati e onirici dai colori accattivanti ed espressionistici in un percorso che brilla di luce e riporta in vita volti di personaggi del passato – critici, artisti, parenti oltre che amici – che rivivono come sogni di un passato cui Guzzardella è legato da stima e affetto e di cui resta l’ultimo sopravvissuto. 

Così, quadri e sculture conferiscono una seconda, nuova esistenza a un luogo che è stato teatro di un vivace dibattito culturale in anni caratterizzati da un’intensa, fervida e stimolante vita sociale e civile, a cui oggi forse pensiamo con un poco di nostalgia.

*Le foto sono state scattate da Valentina Motta. Si ringrazia la Fondazione “Corrente” per l’autorizzazione alla divulgazione delle opere esposte.

*Valentina Motta, scrittrice