La famiglia oggi, allo specchio
Considerata generalmente come entità naturale, la famiglia ha subito innumerevoli mutamenti di ordine culturale e sociale, vere e proprie “rivoluzioni silenziose”, da tempo oggetto di studi antropologici e sociologici, ma solo recentemente d’indagine storica. Nel nostro secolo l’istituzione della famiglia ha subito un travaglio senza precedenti, al punto da spingere qualcuno a ritenere che essa fosse destinata a scomparire completamente. Il numero dei divorzi è infatti cresciuto smisuratamente, e anche laddove le famiglie continuano a sussistere, spesso i figli vengono allevati in un clima “allargato” che non favorisce il loro sviluppo intellettuale ed emotivo. Il mutare della situazione economica, che ha reso sempre più difficile il mantenimento della famiglia da parte di uno solo dei coniugi, unitamente al processo di emancipazione della donna, ha condotto sempre più al formarsi di nuclei familiari in cui entrambi i coniugi lavorano ed hanno un figlio, tale ristrettezza numerica della famiglia è a sua volta sicuramente fra le cause del mutamento della fisionomia di quest’ultima. Più recentemente, l’accelerato mutamento dei costumi anche sessuali, ha condotto al cosiddetto fenomeno dei “singles”, ovvero di uomini e donne che vivono soli, senza porsi la finalità di una famiglia, col decadimento della natalità. La famiglia del terzo millennio, quindi, è passata attraverso varie mutazioni, coniuga una grande quantità di relazioni diverse che danno vita a complesse variabili sia della genitorialità che dell’educazione. Si parla di “famiglia liquida” dove i contorni dei ruoli e i confini delle relazioni interne sono labili, sfumati e difficili da definire. La genitorialità risulta fluida e mobile, mutevole nei tratti o addirittura incoerente e contraddittoria nei contenuti. L’immagine di liquidità fa pensare a qualcosa di dinamico, ma anche di sfuggente, come l’acqua che si sposta in continuazione, che si infiltra e scivola ovunque, occupa tutto o niente, passa dal pieno al vuoto e fa rumore o un lugubre silenzio. Così genitori e educatori “liquidi”, ora sono presenti e rumorosi, oppure immobili e silenziosi se non decisamente assenti. Per esempio le “bande giovanili” sono preoccupanti aggregazioni, originate prevalentemente da situazioni di disagio familiare o sociale, da mancata integrazione e carenza di modelli educativi di riferimento, piuttosto che da legami con la criminalità, un disagio che si esprime attraverso una violenza gratuita e insensata, spesso contro coetanei, che determina il cosiddetto “effetto branco”. Non si tratta di colpevolizzare la famiglia e chi educa, ma è un dato di fatto fisiologico dei tempi che deve essere tenuto in seria considerazione a tutti i livelli: famiglia, scuola, istituzioni. Poi, quanto sia importante e imponente lo sviluppo di internet e dei social network in un’epoca di piena globalizzazione e interconnessione è sotto gli occhi di tutti, col rischio di incertezze e difficoltà nell’identificare una propria specifica personalità, nascondendosi dietro uno schermo. Nonostante tutto, nella famiglia è ancora possibile identificare un solido e valido punto di riferimento, come base del senso civico. Così è…
*Sergio Camellini, psicologo