Intervista Immaginaria a Gesù di Nazareth
Buongiorno, Gesù, e grazie per aver accettato questa intervista. È un onore poter parlare con te. Iniziamo con una domanda che molti si pongono: qual è stato lo scopo principale della tua venuta sulla Terra?
Pace a te. Il mio scopo era portare un messaggio d’amore, misericordia e redenzione. Ho voluto mostrare che Dio è un Padre amorevole e che il regno dei cieli è aperto a chiunque voglia cercare la verità, seguire la via dell’amore e della giustizia. Il sacrificio che ho compiuto non era solo per un popolo, ma per tutta l’umanità, affinché ogni persona potesse sperimentare la riconciliazione con Dio.
Il concetto di amore è centrale nei tuoi insegnamenti. Come definiresti questo amore?
L’amore di cui parlo è incondizionato. È un amore che non si ferma davanti agli errori o ai fallimenti. È il tipo di amore che ho mostrato sulla croce, un amore che perdona anche coloro che ci feriscono. Ho insegnato: “Ama il tuo prossimo come te stesso” e persino “Ama i tuoi nemici”. Questo amore non è solo un sentimento, ma un’azione, una decisione di dare il meglio di sé, anche quando è difficile.
Durante la tua vita terrena hai compiuto molti miracoli. Qual è il significato dei miracoli nei tuoi insegnamenti?
I miracoli erano segni del potere di Dio. Non li ho compiuti per stupire le persone, ma per dimostrare che Dio è presente e attivo nel mondo. Ogni miracolo che ho fatto – che fosse guarire un malato o sfamare una folla – era una manifestazione del regno di Dio. Ma il vero miracolo, quello che desidero per tutti, è la trasformazione del cuore, il passaggio dalle tenebre alla luce, dall’egoismo all’amore.
Hai parlato spesso del Regno di Dio. Come lo descriveresti?
Il Regno di Dio non è un luogo fisico, ma una realtà spirituale. È la presenza di Dio nel cuore di chi vive secondo i suoi insegnamenti. È un regno di giustizia, di pace e di amore. Ho detto: “Il regno di Dio è dentro di voi”, perché ogni persona può sperimentarlo vivendo nella verità, cercando il bene e amando il prossimo. È una realtà che comincia qui sulla Terra, ma che si compie pienamente nella vita eterna.
Hai affrontato molte sfide e opposizioni durante la tua vita. Cosa ti ha dato la forza di andare avanti?
La mia forza è sempre venuta dall’amore del Padre. Sapevo che ogni parola che dicevo, ogni azione che compivo, era parte del piano di Dio per la salvezza dell’umanità. Anche nei momenti di più grande sofferenza, come nel Getsemani o sulla croce, ho pregato e ho affidato tutto a Dio. Sapevo che la mia missione era compiere la volontà del Padre e salvare l’umanità dal peccato, e questo mi ha dato il coraggio di non fermarmi.
Come vedi oggi l’umanità? Cosa pensi che sia più importante per noi in questo momento storico?
L’umanità sta vivendo tempi complessi, ma il messaggio rimane lo stesso: amare Dio e amare il prossimo. Ci sono tante distrazioni, divisioni e sofferenze, ma la via della pace e della riconciliazione è sempre aperta. Credo che ciò che l’umanità ha più bisogno oggi è riscoprire la sua interconnessione: capire che siamo tutti fratelli e sorelle, che siamo chiamati a prenderci cura l’uno dell’altro e del mondo in cui viviamo. Solo così si può costruire un futuro di pace.
Grazie ancora per essere con noi, Gesù. Vorrei proseguire con una domanda sulla sofferenza. Molte persone si chiedono: perché esiste tanta sofferenza nel mondo? Come si concilia con un Dio amorevole?
La sofferenza è una realtà complessa. Non proviene da Dio, ma spesso è il risultato delle scelte umane, delle conseguenze del peccato e della fragilità del mondo. Dio non è lontano dalla sofferenza umana, anzi, è vicino a chi soffre. Io stesso ho sperimentato la sofferenza più profonda, fisica e spirituale, sulla croce. In quella sofferenza, ho mostrato che Dio può trasformare anche il dolore più grande in redenzione. La sofferenza può essere un cammino di crescita, di purificazione e di vicinanza a Dio, se vissuta con fede e speranza. Ma Dio non abbandona mai chi soffre, e c’è sempre un senso di speranza, anche nelle tenebre.
La tua risurrezione è uno dei pilastri centrali del cristianesimo. Cosa significa la risurrezione per l’umanità?
La mia risurrezione è il segno che la morte non ha l’ultima parola. È la vittoria definitiva sulla morte, sul peccato e sulla disperazione. Con la mia risurrezione, ho aperto la porta alla vita eterna per tutti coloro che credono. Per l’umanità, questo significa che la vita non finisce con la morte fisica. Chi vive in me, chi abbraccia la mia verità, parteciperà alla risurrezione e alla vita eterna con Dio. La risurrezione non è solo un evento futuro, ma una realtà che può trasformare la vita quotidiana, dando speranza e significato anche alle prove più difficili.
Molti oggi lottano con il concetto di perdono, sia nel darlo che nel riceverlo. Come possiamo vivere meglio il perdono nella nostra vita quotidiana?
Il perdono è uno degli atti più potenti e liberatori. Ho insegnato a perdonare non solo sette volte, ma “settanta volte sette”, cioè senza limiti. Perdonare non significa dimenticare o giustificare il male, ma scegliere di non restare prigionieri del rancore e dell’odio. Il perdono libera il cuore e apre alla pace. È un dono che si fa non solo a chi ci ha ferito, ma anche a noi stessi. Dio è sempre pronto a perdonare, e se vogliamo essere come Lui, dobbiamo fare lo stesso. Ricevere il perdono richiede umiltà e riconoscimento dei propri errori, ma porta una grande pace e un nuovo inizio.
Una domanda un po’ personale: quando eri sulla croce, hai pronunciato le parole “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”. Puoi spiegarci cosa significavano?
Quelle parole sono un’invocazione del Salmo 22, che inizia con un grido di abbandono, ma termina con una dichiarazione di fiducia in Dio. In quel momento, ho voluto condividere la più profonda esperienza umana di sofferenza e separazione. È stato un grido autentico di dolore, perché sulla croce ho preso su di me tutto il peccato del mondo, e in quel peso immenso ho sperimentato il senso di distanza da Dio che il peccato causa. Ma anche in quel grido, c’era fiducia: sapevo che Dio non mi aveva veramente abbandonato. La mia missione si stava compiendo, e presto la luce avrebbe vinto le tenebre.
Molti si chiedono quale sia il ruolo della preghiera. Come possiamo pregare nel modo giusto?
La preghiera è un dialogo sincero con Dio, il Padre. Non servono parole complicate o formule speciali. Ho insegnato il “Padre Nostro” per mostrare che Dio è vicino, come un padre che ascolta i suoi figli. La preghiera non dovrebbe essere solo una richiesta, ma anche un atto di ringraziamento, di lode e di ascolto. Pregare significa aprire il cuore a Dio e cercare la sua volontà. Ho detto: “Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto”. Ma è importante pregare con fiducia e umiltà, sapendo che Dio sa cosa è meglio per noi, anche quando non comprendiamo tutto.
Parlando di fiducia in Dio, in un mondo pieno di incertezze, molti si chiedono come mantenere la fede. Cosa diresti a chi fatica a credere?
La fede è un cammino, non un punto d’arrivo. È normale avere dubbi e attraversare momenti difficili. Anche i miei discepoli, che mi hanno visto operare miracoli, a volte hanno avuto dubbi. La chiave è non scoraggiarsi, ma continuare a cercare Dio con cuore sincero. Dio si rivela a chi lo cerca, spesso nei piccoli segni della vita quotidiana. La fede cresce attraverso la preghiera, la riflessione, e l’amore verso il prossimo. Non temete di portare i vostri dubbi a Dio, perché Egli è paziente e comprensivo. La fede non è una fuga dalle difficoltà, ma una forza che ci aiuta a superarle.
Prima hai parlato dell’amore come fondamento dei tuoi insegnamenti. Oggi, però, molte persone faticano a comprendere cosa significhi davvero amare. Come possiamo vivere l’amore autentico?
Amare significa dare se stessi per il bene degli altri, senza cercare nulla in cambio. È un amore che si esprime nell’azione: nell’ascolto, nel perdono, nella cura per i bisognosi, nel rispetto per la dignità di ogni persona. L’amore autentico non è egoistico, non cerca il proprio interesse. Ho mostrato l’amore più grande dando la mia vita per voi, e vi ho chiamato a fare lo stesso: “Amatevi gli uni gli altri come io vi ho amato”. Questo amore non è sempre facile, ma è ciò che trasforma il mondo. Ogni piccolo atto di gentilezza, ogni sacrificio fatto per amore, ha un valore immenso agli occhi di Dio.
Grazie, Gesù, per queste risposte profonde. Vorrei concludere chiedendoti: cosa speri per il futuro dell’umanità?
Il mio desiderio è che l’umanità impari a vivere in pace, amore e unità. Spero che il mio messaggio continui a risuonare nei cuori delle persone, e che ci sia sempre una crescita nella compassione e nella giustizia. Il futuro dipende dalle scelte che ognuno di voi fa ogni giorno: scegliete di amare, scegliete di perdonare, scegliete di cercare la verità. Il mondo può essere trasformato dall’amore, ed è questo il futuro che desidero per tutti voi: un futuro di luce e di speranza, dove ogni persona possa vivere pienamente nella gioia e nella pace di Dio.
Grazie ancora, Gesù. Le tue parole ci danno speranza e ispirazione. La pace sia con te.
E con te. La pace sia con tutti coloro che ascoltano e vivono nella verità.
*Regina Resta, presidente Verbumlandiart