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Intervista all’artista-digital Viviana Pallotta

La giovane artista digital Viviana Pallotta, da tempo e molto seriamente, lavora per pagine elettroniche e spende moltissime energie al computer.

E’ abile a incastrare nel continuo flusso di immagini numerose eccellenze iconiche e diversi risultati di sapori antichi. 

Memorie, esiti, effetti, riflessioni, appunti e sequenze d’archivio classificano un ardore compositivo indomabile.

L’importante è significare che nell’ambito della“digital art” elabora una molteplicità di scene. 

Il suo filtro inventivo raduna esperienze passate e versate attualità.

Lavora per pagine elettroniche e seleziona dal flusso di immagini riporti iconici e radici antiche per determinare stagioni produttive legittime e per arrivare a singolari e preziose curiosità. 

Le sequenze elaborate ordinano fremiti compositi e ordinano scene fondate. 

L’intelligente e fluida collazione regola declinazioni gioiose di riferimenti epocali e di quotidiane novità, nonché spunti, sollecitazioni e osservazioni “glocal”.

Con la sua interessante e stimolante operatività nel settore della “digital art” elabora consistenze immaginative di diverse latitudini e se ne appropria per arrivare a modificare e a sostanziare, quindi, lanci innovativi e a scompaginare “memorie”, attraversandole convintamente. 

Nell’area eidomatica tutto è reversibile del campo astratto e del campo figurativo e nel suo criterio esecutivo compaiono altre soluzioni e nell’aiuto del “mouse” sintetizza, ulteriormente, o predispone convenienti sovrapposizioni, squarci o dosati tagli.

L’impronta della ricerca della giovane artista, che sempre più si sta affermando nel campo delle arti visive contemporanee, è facilmente riconoscibile per la qualità che esprime a ogni manifestazione artistica in Italia, dall’”EuroExpoArt” in “VerniceArtFair” di Forlì, sempre più in crescita, alla rassegna internazionale d’arte contemporanea dell’illustre “Premio Sulmona”, arrivata l’anno scorso alla 50^ edizione.

Continua con estrema riservatezza a lavorare nel suo studio di Roma e, sicuramente, la vedremo in azione in altre rassegne, collettive e manifestazioni di respiro nazionale e internazionale. 

È difficile concretizzare opere in diverse discipline operative, oggi?

La “Digital Art” si caratterizza proprio per la sua versatilità. 

Difatti, comprende una vasta gamma di “discipline operative” che, interfacciandosi con l’”intelligenza umana”, danno vita a opere difficili da realizzare con i mezzi tradizionali. 

È un universo in continua evoluzione ed espansione, oltre i confini conosciuti: “Strange New Worlds”.

Vuoi trasferirti a Milano?

“Roma caput mundi”. 

In futuro, chissà…

Quali progetti vorresti sviluppare nel 2024?

Vengo da un 2023 proficuo, che mi ha vista prendere parte a eventi e collettive, sia nazionali che internazionali, di alto prestigio – Premio Sulmona, EuroExpoArt al Vernice Art Fair di Forlì, in città come Roma, Napoli, Venezia, Milano, Elda, Spagna. 

Su invito, sono rientrata, con donazione di una mia opera, nella Collezione presente presso la Pinacoteca del Museo d’Arte Contemporanea di Teora, AV, curata dall’Arch. Nicola Guarino, curatore, allo stesso tempo, insieme a Enzo Angiuoni e Maurizio Vitiello, dell’omonimo Catalogo, pubblicato dall’Editoriale Giorgio Mondadori.

E, dopo 365 giorni di soddisfazioni, il 2024, invece, si presenta in veste di anno bisesto.

Eduardo De Filippo diceva: “Essere superstiziosi è da ignoranti, ma non esserlo porta male”. 

Detto ciò, per scaramanzia, preferirei non pronunciarmi. 

La stampa ti ha seguito, ultimamente?

Sì, tramite i comunicati stampa – delle varie mostre a cui ho preso parte, pubblicati su quotidiani e riviste, sia online che cartacei – articoli e video. Prossimamente, avrò anche il grande onore di apparire su una rivista d’arte di spessore come “Punto d’Incontro”.  

Hai partecipato a Fiere d’Arte?

Sì. Dal 2021, partecipo, con EuroExpoArt, al Vernice Art Fair di Forlì.

Credi che l’arte andrà avanti su altri canoni e codici?

L’innovazione digitale coinvolge ormai ogni aspetto del nostro quotidiano. 

Proprio per questo, il digital artist deve saper coniugare “genio artistico” con “scienza tecnologica” – dunque, un intreccio “creatore”, di nuove visioni ibride.

Una realtà fisica a cui si sovrappongono nuove forme di realtà – frontiera espressiva e di interazione: tra realtà e immaginazione, tra artisti e pubblico. 

*Maurizio Vitiello, critico d’arte e sociologo