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Intervista a Gianna Shelotto

>> trenincorsa 2.0

Incertezza, instabilità, ansia per il futuro: queste le coordinate su cui si modula l’estate 2004 con il pressing continuo di problemi sociali e di altissime tensioni. Ne discutiamo con Gianna Schelotto, nota psicologa, attenta osservatrice e studiosa di fenomeni di costume e relazionali.

Ed è proprio sull’individualità, sul bisogno di affermare le certezze a noi più vicine, che la Schelotto pone l’accento affermando che “su questo sottofondo di ansia forte e diffusa, sono proprio i rapporti col nostro vicino quelli che possono garantirci una parvenza di stabilità”. Ecco quindi ribadita l’importanza, come antidoto a questa dilagante precarietà, di vivere un po’ alla giornata “attaccandosi ai valori personali e collettivi e poi incrociare le dita… “

Sicuramente il tam tam dei media contribuisce a questa dimensione di diffusa apprensione, anche se giustamente esiste il diritto-dovere di cronaca. Naturalmente le reazioni variano da individuo a individuo e da situazione a situazione. “Quando si sta bene in coppia – spiega la Schelotto – questa si rafforza e si consolida proprio di fronte alla precarietà generale. Se invece la coppia è già in crisi, si acuiscono le tensioni, ma in linea di massima ritengo che rispetto a prima ci sia un ritorno maggiore alla vita a due”.

Inoltre la Schelotto guarda con preoccupazione alla dilagante insicurezza che caratterizza i rapporti interpersonali “ perché c’è una spiccata tendenza alla diffidenza verso gli altri. Siamo tutti portati a recepire l’esterno in modo ostile e minaccioso e questo abbassa il livello di ottimismo che c’è potenzialmente in ognuno. Bisogna cercare di salvare gli altri per salvare sé stessi. Ma io sono fiduciosa e credo in una risalita, forse anche perché per deformazione professionale sono un’ottimista.” Raggiunta telefonicamente in una località del Trentino, in un piovoso pomeriggio di agosto, Gianna Schelotto accenna con evidente simpatia al suo rapporto d’amore con Napoli.

“Sì – afferma entusiasta – Napoli per me è un grande amore. Sono di origine lucana, Napoli è sempre stata un grosso riferimento per la mia vita e ho tanti ricordi piacevoli che vanno dalle canzoni alle tradizioni partenopee. Ogni volta che vengo a Napoli per me è come avere un premio.”

La Schelotto, oltre alla bellezza intrinseca della città, ammira soprattutto la carica   vitale dei napoletani e la voglia di continuo riscatto che li caratterizza.

“Napoli è una città che con tutte le sue contraddizioni ha ancora degli entusiasmi. Arrivando a Napoli senti che c’è un modo “giovane” di vivere, dove per giovane s’intende la speranza nel futuro, la fiducia negli altri, l ‘ostinazione a credere in un futuro migliore e per tutto questo accetto con grande indulgenza anche quegli aspetti un po’ caotici e confusionari della città, perché sono l’altra faccia di tutti i lati positivi, e senza gli uni non ci sarebbero gli altri.

Prima di congedarci dalla nostra chiacchierata, la Schelotto accenna con una punta di amarezza alla condizione attuale della donna che sta strapagando la propria emancipazione.

“Purtroppo, se le donne si sono evolute con la mente e con il corpo, la società non è stata al passo. Alla donna di oggi si chiede sia il piano emancipato che quello tradizionale, perché gli uomini sono rimasti come fermi. La crisi dei maschi dipende dalla loro immobilità, dalla loro posizione psicologica cristallizzata e si lega anche alla loro fragilità, giacché non ci sono più le donne di una volta, quelle che in fondo essi continuano a cercare.”