VerbumPress

“Il mondo che va”

Fresco di stampa il nuovo libro di Goffredo Palmerini

E’ uscito da pochi giorni “Il mondo che va”, dodicesimo libro di Goffredo Palmerini, pubblicato per le Edizioni One Group. Con il consenso dell’editore si propone la Presentazione di Mario Narducci che apre il volume, con l’immagine di copertina. Goffredo Palmerini, giornalista e scrittore, scrive su giornali e riviste in Italia e sulla stampa italiana all’estero. Suoi articoli sono ospitati su molte testate in Argentina, Australia, Belgio, Brasile, Canada, Cile, Danimarca, Francia, Germania, Gran Bretagna, Lussemburgo, Messico, Perù, Repubblica Dominicana, Spagna, Stati Uniti, Svezia, Svizzera, Sud Africa, Uruguay e Venezuela. E’ in redazione presso numerose testate giornalistiche in Italia e come collaboratore presso la stampa italiana all’estero. E’ una delle firme di Verbum Press. Ha pubblicato i volumi “Oltre confine” (2007), “Abruzzo Gran Riserva” (2008), “L’Aquila nel Mondo” (2010), “L’Altra Italia” (2012), “L’Italia dei sogni” (2014), “Le radici e le ali” (2016), “L’Italia nel cuore” (2017), “Grand Tour a volo d’Aquila” (2018), “Italia ante Covid” (2020), “Mario Daniele, il sogno americano” (2021), tradotto e pubblicato anche negli Stati Uniti, “Mosaico di Voci” (2021). 

Nel 2008 gli è stato tributato il Premio Internazionale “Guerriero di Capestrano” per il contributo reso alla diffusione della cultura abruzzese nel mondo. Conferiti nel 2014 il Premio Roccamorice e a Lecce il Premio Speciale “Nelson Mandela” per i Diritti Umani. Gli sono inoltre stati conferiti Premi alla Cultura a Galatone (2016), Spoleto e Montefiore Conca (2019). Nel 2020 il Premio Nazionale Pratola per la Letteratura e dall’India il riconoscimento di “Scrittore d’eccellenza” dal World Pictorial Poetry Forum. Nel 2021 il Premio internazionale Città di Firenze per la Cultura.

Nell’attività giornalistica Palmerini ha vinto nel 2007 il XXXI Premio Internazionale Emigrazione. Gli sono poi stati tributati, sempre per il Giornalismo: lo Zirè d’Oro nel 2008, il Premio internazionale “Gaetano Scardocchia” (2017) il Premio Nazionale “Maria Grazia Cutuli” (2017), il Premio Giornalistico 2017 dall’Associazione Stampa italiana in Brasile, il Premio internazionale “Fontane di Roma” (2018). Nel 2021, per il Giornalismo sulla stampa italiana nel mondo, gli sono stati conferiti a Spoleto il Premio “I Grandi Dialoghi”, a Rimini il Premio alla Carriera dalla Universum International Academy, a Roma il Premio Eccellenza Italiana alla Carriera, a Cefalù il Premio internazionale Federico II, a Erice il Premio internazionale alla Carriera “L’Anfora di Calliope”. Da molti anni svolge un’intensa attività con le comunità italiane nel mondo. Studioso di emigrazione, è membro del Comitato scientifico del “Dizionario Enciclopedico delle Migrazioni Italiane nel Mondo”, per la quale opera è anche uno degli Autori. E’ membro di prestigiose istituzioni culturali internazionali, sia in Italia che all’estero.

Coincidenza vuole che questa dodicesima fatica editoriale di Goffredo Palmerini, giornalista e scrittore di riconosciuta e consolidata fama, veda la luce dopo il suo ritorno dalla missione americana in occasione del Columbus Day, che dopo la costrizione impostagli dall’imperversare del Covid, ha segnato la ripresa dei suoi viaggi nel mondo dell’emigrazione dove la sua presenza non solo è ambita dai nostri connazionali all’estero, ma è elemento saldante dei rapporti che intercorrono tra due realtà che, per suo merito, sono andate avvicinandosi, nel tempo, sempre di più. I volumi di Palmerini sono oramai un appuntamento irrinunciabile. Sono la sintesi di un’attività frenetica che la sua vivacità culturale e il suo amore per una storia di amarezze e di glorie, quale quella dell’emigrazione, hanno saputo tessere con capacità organizzative rare e risultati positivi acclarati.

Goffredo Palmerini, già membro del CRAM, l’organo istituito dalla Regione Abruzzo per mantenere saldi i rapporti tra gli emigranti e la loro Patria d’origine, è riuscito negli anni con destrezza e puntiglio là dove le istituzioni s’erano sempre arrestate. Dalle conferenze annuali di partenza, Palmerini aveva tratto l’idea di intessere veri e propri rapporti stabili, utilizzando un mezzo, quello della stampa in particolare, fino ad allora pressoché ignorato. Lasciato il suo pluridecennale impegno nella politica attiva, quasi fosse naturale sbocco, Palmerini ha impugnato la penna diventando firma dei maggiori quotidiani e periodici editi dagli italiani all’estero. E’ iniziato così quello scambio di notizie tra due mondi solo apparentemente così distanti, ma in realtà sempre vicini per via degli affetti che hanno sempre tenuto legati i nostri emigranti ai luoghi d’origine.

Palmerini dedica a questa sua attività giornalistica buona parte della giornata. I suoi servizi toccano tutti i continenti ampliando il raggio di conoscenza del nostro Abruzzo e del nostro Paese e rilanciando notizie e servizi che giungono dall’estero. Per questa sua preziosissima attività ha ricevuto riconoscimenti unanimi e premi di grande prestigio. La sua scrittura, sempre appropriata, profonda, esaustiva, sta tra il giornalismo militante e la saggistica breve. Egli non si accontenta di “riportare” o “narrare”. Scrive invece per “dire” cose che altrimenti resterebbero sconosciute ai più perché date per scontate mentre scontate non sono.

La sua scrittura, dunque, non è mai scontata e sempre rivela la sua personale scelta di campo che lo porta quotidianamente, anche nella vita privata, a stare con gli ultimi e in  particolare con un mondo, quello dell’emigrazione, la cui storia, vestita di fame e di tragedie, ha segnato il nostro passato mentre inorgoglisce il presente per le figure di connazionali all’estero che attraverso una personale affermazione, hanno contribuito spesso in maniera determinante a fare grande il Paese ospite. Questo dodicesimo volume “Il mondo che va” non fa eccezione, sia pure nella forzata assenza di reportage dall’estero a causa del covid. Ma la traccia resta pressocché identica, dipanandosi essa tra il privilegio della memoria, gli eventi culturali, i servizi dalle città, i contributi di amici prestigiosi. 

Nutrito è il campo della memoria ove si propone il ricordo di personalità che ci hanno lasciato e che in qualche modo hanno fatto la storia della nostra Regione, in Italia e all’estero. Citiamo per tutti Franco Marini e Antonio Falconio, politici di razza, l’avvocato Attilio Cecchini e l’ingegner Marcello Vittorini, la poetessa Anna Ventura, della quale Palmerini presentò il libro sul terremoto “Tra domenica e lunedì”, il Mario Daniele del sogno americano. Palmerini riserva sempre un posto d’onore alla memoria di personaggi illustri, nella certezza che la pedagogia del ricordo mantiene sempre intatto il suo valore presso le nuove generazioni. 

Assai vasto è il campo culturale, con Omero Sabatini, l’aquilano che ha svelato i Promessi Sposi agli americani, i “Grandi dialoghi” di Anna Manna a Spoleto, con premio alla carriera giornalistica proprio a Goffredo Palmerini, il decennale del Premio Pratola, il Premio d’eccellenza Città del Galateo e la presentazione della Perdonanza celestiniana dell’Aquila con il suo riconoscimento UNESCO a Patrimonio immateriale dell’umanità, nonché la presentazione del Gran Duo Italiano e – ma la citazione di eventi sarebbe troppo lunga – le due mostre dedicate a Santa Francesca Saverio Cabrini, la madre degli emigranti, vera antesignana di solidale accoglienza, infine la Cittadinanza onoraria al Presidente Emerito dell’Accademia della Crusca Francesco Sabatini, che nel suo discorso candida L’Aquila a Capitale degli Appennini. Quanto alle città promosse da Palmerini nel mondo, ecco figurare per tutte Erice, “brillante perla della Sicilia Occidentale”, dove il nostro ha ricevuto il prestigioso premio alla carriera per la stampa estera.

Significativa la dedica posta da Palmerini al volume: a Papa Francesco: dopo Celestino V, ha fatto all’Aquila il dono più grande. Una dedica, questa, che fa storia, come il volume intero, del resto, che è un vero e proprio documento di un lasso di tempo in cui l’autore, se pure rinunciando ai suoi viaggi all’estero causa Covid, non ha rinunciato a proporci gli aspetti salienti di un mondo, quello dell’emigrazione, che fa parte della nostra pelle e della nostra identità.

*Mario Narducci, giornalista