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Il mio cuore è blu di Lorena Paris

Come lucore di neve

Un poeta attraversa il mondo e il tempo seguendo un percorso misterioso e il suo rapporto con le cose, le sensazioni, la natura è unico, inafferrabile.

La nuova silloge di Lorena Paris, Il mio cuore è blu – Edizioni ARCHEOARES, ci immette in questo percorso singolare, fatto di momenti di contemplazione e di riflessione, immergendoci con naturalezza in una condizione di perenne incanto e di godimento della solitudine interiore.

Ne consegue un ritrovarsi in una sorta di rapimento, quello del canto poetico che riempie la pagina e l’anima di un sentimento soffuso e intenso. E’ un canto schivo quello dell’autrice, riservato nell’espressione delle emozioni, sobrio nella metrica dei versi che, tuttavia, giunge con la chiarezza di un’eco limpida.

Una parola “poetica” che sfugge a ogni tentativo di definizione: qui è un’intuizione, là un respiro, un brivido, talvolta è un segno, una rara chiave d’accesso per andare di là della banale realtà quotidiana.

Ogni componimento è un viaggio lento, segnato da incontri, da ricordi, da memorie, dall’alternarsi delle stagioni. Si aprono usci appena dischiusi dai quali trapelano chiarori e penombre, non solo quelle delle ore del giorno ma bagliori intimi, confidenziali.

Una poesia compiuta e ricca di una viva immediatezza, come se le parole sgorgassero improvvise, spontanee, e la poetessa le accogliesse, le filtrasse prima di accettarle, per consegnarle alla pagina in accostamenti naturali, che contengono già il fine cui tende il pensiero. Versi che non sono costruiti dall’esterno ma che appartengono già alla sua anima.

La poesia della Paris è una sorta di frequenza vibrante, offerta al flusso delle parole e della vita, un telaio su cui tessere, con i fili delicati delle metafore, sentimenti e impressioni. Le immagini che si creano sono infinite: a volte delicate, a volte intense, precise, ma sempre svolte in rapida successione per far posto ad altri suoni, colori, atmosfere, nel solco di una tenerezza dolce, talvolta amara, in cui s’intrecciano lo scorrere del tempo e il senso della natura. L’efficacia dei singoli componimenti sta soprattutto nella loro brevità e nell’aspirazione costante al raggiungimento di un’armonia, non solo compositiva e metrica, bensì spirituale e istintiva. Versi liberi senza l’utilizzo di metrica predefinita che presentano, tuttavia, figure retoriche del linguaggio poetico, sia di significato che di suono, consonanze e assonanze che, alternate agli haiku, rendono l’originalità delle intuizioni, l’agilità della fantasia, il senso del ritmo, l’equilibrio dell’espressione.

Lorena Paris osserva con occhi nuovi eventi e aspetti consueti del nostro vivere e li restituisce con un singolare, delicato e immaginifico variare, come lucore di neve.

Un ruolo importante ha il tempo.

…Decide il tempo.

Il tempo passeggero.

Non un tempo assoluto, ma la propria personale misura, che dipende da dove ci si trova e da come ci si sta muovendo.

Accosto l’orecchio 

al mio tempo, enigma

di questo presente…

C’è la tirannia della memoria.

Non sono mai sola, ho accanto un ricordo, un incontro, una lacrima sfuggita dalle ciglia ed un sorriso pronto.

Racchiude in uno scrigno gli attimi e sono ricordi che cigolano, che pesano come la neve, sono spesso ricordi di un pianto. 

C’è la madre che è la radice ancorata alla terra, quella natia.

…Mi bisbigliano i tuoi occhi un po’ acuti

ed arresi che riguardano i ricordi

e le parole frusciano ormai stanche

dentro il tuo sorriso sottile.

La pazienza della mano, un dolore 

lontano…

Amo il colore del cielo sopra la mia terra

come un piano caduto dentro grovigli di vicoli, due paesi dello stesso colore,

grigio d‘aria e di pietra, i voli di piume 

che non lasciano nidi, le piazze deserte abitate  da suoni lontani…

Ecco la natura che dipinge i paesaggi dell’anima.

giorno di pioggia – 

il mondo sembra fermo 

ma trema un fiore

cade una foglia –

la tristezza d’autunno

non fa rumore 

Sono piccoli quadri interiori, ritagli del cuore che, di volta in volta, si fanno rimembranza di cose passate e presente da rinnovare. La natura è sempre stata una costante della poesia di Lorena Paris ma quella meravigliosa presenza si è fatta sentimento di appartenenza.

ritorno a casa –

la luna non si vede 

ma io la seguo 

Versi che incarnano i percorsi interiori di ognuno di noi. Una poesia riflessiva, silenziosa nell’osservare il mondo e farlo proprio, lontana dalla retorica e dal sentimentalismo ma che fa emergere sempre le note dell’anima: l’istante e il silenzio, il cielo e la luce, le foglie accartocciate dei pensieri.

Liriche avvolte da un velo di malinconia che aleggia sui versi, sottile e pungente e, tuttavia, non prende mai il sopravvento.

Si è smagliato il cielo

nel farsi obliquo 

del giorno. 

Ora ogni cosa 

imperfetta

è tornata al suo posto.

Il farsi chiaro. 

La chiarezza dell’intelligenza, la serenità, l’armonia, la sincerità, la profondità emotiva, tutto si colora di blu, il colore regale per eccellenza.  “L’emozione ha trovato il suo pensiero e il pensiero ha trovato le parole” direbbe Robert Lee Frost. La profondità dell’io che si amalgama con l’infinito della trascendenza, dentro la libertà dell’essere.

Sono venuta al mondo senza obbedire. 

Sono storia rivissuta tra insenature di giorni opalescenti, tra cieli d’ametista 

che seguono catene di atomi e conchiglie. Sono fiorita dal silenzio 

come giunco piegato dalla forza di un canto. Il mio cuore è frammenti 

di lapislazzuli frementi, è notte improvvisa,

orizzonte regale sulla riga del mare.

Mi muove dentro un piccolo pugno

col colore del vero. Batte il mio blu.

Il mio cuore è blu. 

La poesia sconfigge la grande sofferenza degli uomini, “la stanchezza di tutto il cielo che si è versato muto sopra la mia terra”.

È lo scoglio cui aggrapparsi quando ogni cosa sembra svanire nell’illusione del tempo.  Quando i silenzi precipitano, soltanto lei sa aprire, anche in fondo al baratro, spazi vitali nei quali riconoscere la realtà autentica di sé e del proprio rapporto con gli altri.

*Fiorella Franchini, giornalista