VerbumPress

Il manipolatore dietro l’angolo

Ne va della vita. E la linfa della vita è il rispetto della propria libertà

Oggigiorno la manipolazione attraversa molte dimensioni sociali dalla pubblicità alle relazioni in ogni ambito del vivere comune.

Il manipolatore seriale è un genere di maschio seduttivo, affabulatore, simpatico che sceglie la propria vittima nella persona solare, sensibile, empatica e solidale.

Una volta conquistata assume più volti come un labirinto di specchi deformanti, la cui instabile ambiguità confonde. Dopo la prima fase di seduzione il soggetto in questione gioca su diversi piani di suggestione, dalla protezione ad attacchi d’ira colpevolizzando la vittima per averlo innervosito passando poi ai fiori, al corteggiamento, a parole di amore e di scuse, e che non può vivere senza di lei, la persona piú importante della sua vita…

In modo subdolo riesce a minare le sue sicurezze per averne il pieno controllo, in un alternarsi di minacce, umiliazioni, e promesse a cambiare. Il manipolatore è un camaleontico e folle commediante camuffato di normalità.

La vittima asseconda il proprio persecutore cercando di non deluderlo, di calmarlo per renderlo innocuo nei confronti dei figli, che a volte assistono a queste scene di violenza verbale e non solo.

La donna subisce tutto in silenzio e con vergogna, fino a pensare di meritarlo, di essere sbagliata, inadeguata per giustificare anche a sé stessa che lui in fondo non è cattivo e la ama. Purtroppo la sceneggiata continua, con un copione sempre uguale e di maggiore intensità con insulti e minacce fino ad alzare le mani con violenze, sempre più stringenti. E quanto più la vittima diventa docile, insicura, impaurita tanto più viene manovrata e pilotata. Il tal modo la malcapitata perde forza e autostima.

Il soggetto dopo la fase di controllo, attraverso l’esercizio del potere e di possesso giunge a quella distruttiva anche con crisi isteriche, suggestionando la vittima a sensi di colpa, di confusione e di impotenza. Di solito il manipolatore soffre di instabilità emotiva, di bipolarismo con caratteristica bordeline. Ciò lo porta a discontinuità lavorativa, a far uso di sostanze, a bere, al gioco, con auto di lusso e vestendo in modo elegante anche con debiti per un tenore di vita al di sopra delle sue possibilità, con conseguente violenza economica, oltre a quella fisica, morale e psicologica. Uno gigolò mancato in certi casi, facendo ricadere i problemi di responsabilità e mantenimento della famiglia sulla compagna.

I manipolatori hanno punti in comune, pur usando diversi mezzi di appropriazione. Una caratteristica comune è l’isolamento della compagna dai parenti e dagli amici in generale.

Solitamente ha una vita parallela offrendo un’immagine di brava persona a chi lo incontra, senza mancare di lamentarsi della moglie, che inaffidabile gli crea solo problemi. E qui le lamentele convincenti non conoscono limiti alla fantasia. Sa far uso molto bene delle arti di persuasione…

Mentre in casa volano frasi urlate e intimidatorie quali ad esempio “ti faccio rinchiudere in manicomio”; “se mi lasci la guerra dei Roses non è nulla a confronto”; “se mi lasci do fuoco alla casa”; “io ti creo e ti distruggo”.

Il “se mi lasci ti uccido”, è il limite ultimo fino a sfociare nell’assassinio lucido e premeditato, in una esaltazione di onnipotenza malvagia e feroce.

I delitti nei confronti delle donne, ovvero femminicidi, sono un fenomeno sociale che ha assunto dimensioni trasversali, evidenziando un degrado a retaggi sub culturali di patriarcato, checché se ne dica.

Solo la consapevolezza, attraverso la formazione educativa, iniziata già dai nidi d’infanzia, con percorsi di metodologie pedagogiche attraverso giochi e attività di relazione, può essere il punto di forza futuro per riconoscere i segnali di pericolo per le adolescenti e nello stesso tempo per ragazzi educati al rispetto e al concetto di persona e alla sua libertà.  In conclusione le giovani donne, alle prime provocazioni prive di rispetto, devono interrompere l’approccio iniziale di corteggiamento, sicuramente inequivocabile.

Ne va della vita. E la linfa della vita è il rispetto della propria libertà.

Il manipolatore dunque va messo all’angolo!

*Laura Margherita Volante, sociologa