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Il Maestro Uto Ughi e Napoli, un legame oltre al musica

La musica come funzione sociale capace di esaltare gli ideali degli uomini e di alleviarne le sofferenze

Conversare con Uto Ughi è un po’ come entrare in sintonia con l’armonia del suo talento. Il Maestro ha un forte legame con Napoli. “E’ una vita che ci vengo ed ogni volta ci torno con immenso piacere, perché Napoli è una città dove non ci si annoia mai, e che trasmette energia, una pulsione vitale e straordinaria”. “Anche se a volte lo scenario partenopeo è caotico e dispersivo – continua Ughi – tuttavia il rapporto col pubblico napoletano mi arricchisce, trasmettendomi una carica speciale.”

Ughi sottolinea anche la sua perfetta integrazione con l’orchestra del San Carlo, composta da “musicisti pronti, immediati nel cogliere qualsiasi stimolo venga loro trasmesso”. Si parla poi di quell’appiattimento di valori oggi sotto gli occhi di tutti. “Non c’è più discernimento di qualità, il degrado è dilagante e credo che molte responsabilità siano da attribuire ai mass media, che con quel tipo di televisione spettacolo, alquanto effimera e superficiale, hanno inquinato tutto. Documentari seri, concerti, trasmissioni di qualità sono purtroppo spesso relegati alla fascia oraria notturna, per cui la televisione di oggi ha perso ogni funzione educativa”.

“Ma io sono ottimista – e la voce di Uto Ughi recupera un accento appassionato – e credo che in questa nostra società la gente stia spesso in letargo, ma sia pronta a risvegliarsi purchè abbia gli incentivi giusti. Guardando la situazione attuale ci sarebbe poco da essere ottimisti, ma ho molta fiducia che il futuro possa essere diverso. Quello che conta è fare con devozione e passione il proprio dovere, impegnarsi con entusiasmo e costanza e questo dovrebbe garantire una risalita dei valori.”

La musica ha naturalmente per Ughi una funzione sociale importantissima, capace di esaltare gli ideali degli uomini e di alleviarne le sofferenze, anche se “credo che la musica quando ha una valenza negativa e ossessiva, possa portare a forme estreme di esasperazione. Penso ai casi di rock satanico registratisi recentemente nel Nord Italia. Per me questi orrori non dovrebbero essere chiamati musica.”

Prima di congedarsi dalla nostra chiacchierata informale sulle note del Capriccio di Paganini sotto il cielo stellato della Penisola Sorrentina, Ughi vuole ribadire un concetto: “Napoli è fortunata anche perché è dotata di grandi intelligenze. Ogni volta che vi torno, amo visitare le gallerie d’arte, la Reggia di Capodimonte, rivedere la Cappella San Severo e girare per la Napoli antica. Amo anche molto i dintorni partenopei, in particolare prediligo la magìa di Capri, adoro Positano per quella sua vitalità solare e mediterranea, così come trovo incantevole Ravello, per la sua dimensione più intimistica. Tante perle straordinarie e diverse che fanno da corollario a Napoli, una città unica che incita alla gioia di vivere”.

*Annella Prisco, scrittrice