Il libro di Calipso e altre poesie, Fabrizio Sapio (Spazio Cultura Edizioni, 2021)
Un mondo incantato in cui sono dominanti la magia, il sortilegio amoroso, la bellezza imperitura, è quello che traspare dal sapiente florilegio di Fabrizio Sapio (IL LIBRO DI CALIPSO E ALTRE POESIE, aprile 2021, Spazio Cultura Edizioni, Collana Spazio Poesia S.r.l. Palermo). Protagonista è la ninfa Calipso che appare, agli occhi dell’autore, più donna fascinosa che potente maliarda. Il suo femminino divino ma passionale la induce a tranelli amorosi ed ad impetuosi legami, tuttavia, fuggevoli e caduchi. Odisseo, reso schiavo dal fascino delle ninfa, alimentato dalla sua sapiente abilità amorosa, perde il controllo di sé e la sua” callida” saggezza. Omero, poeta della classicità, assevera la forza della passione che acceca di cui Calipso è immagine concreta, in lei non c’è dicotomia tra umano e divino ma intensa fusione. Sapio, poeta della modernità, sa ben cogliere il fascino immortale della ninfa, con versi delicati ed intensi allo stesso tempo. Riesce, così, a rendere attuale una storia d’amore in cui passione e sentimento sono strettamente connessi. Calipso è espressione modernissima della donna maliarda che sa attrarre l’uomo ma che è anche “compos sui”, capace di giocare con i sentimenti e, nello stesso tempo, di saperli di razionalizzare, autodifendendosi. Sapio, poeta della modernità, riesce a ben interpretare le valenze del mondo classico, delineando, attraverso la sua poesia, una figura di donna, che, pur essendo animata da una passione amorosa che la coinvolge intensamente, non perde la lucidità. Odisseo, invece, spesso, è sul punto di perdere il controllo di sé, ma, seppur ammaliato dal fascino della ninfa, conosce bene la volontà degli dei e la rispetta. Il testo è molto musicale, i termini utilizzati sono spesso icastici e consentono una vivace e partecipata lettura. Rilievo importante è assegnato al coro che è cassa di risonanza dei pensieri più riposti dei personaggi. Il coro maliardo invita, in modo larvato, il lettore a respingere la mediocrità dell’oggi per calarsi in un’atmosfera rarefatta, risonante di versi antichi e di antiche malie. Un testo che consente di evadere dalla mediocrità del reale. Il mondo che propone è, solo apparentemente, di fantasia, in realtà è la proiezione ideale di una modernità delusa in cui i sentimenti puri sono soverchiati dalla mediocrità e dagli interessi materiali. E’ un forte messaggio, quello che l’autore rivolge ai suoi contemporanei: la malia della poesia è l’unica via d’uscita da un mondo frustrante e frustrato. La poesia è fiaccola in un mondo buio, oppresso e agitato da “virus” minacciosi e da brame contorte e devianti. Solo la poesia e la fede hanno la forza di rigenerare il cuore e la mente. Nella seconda parte della silloge, il poeta spazia tra tematiche diverse ma correlate tra loro dal forte sapore d’umanità. Il mondo di oggi, cinico e disincantato, veste gli abiti del passato per ritrovare una purezza atavica che, tuttavia, è solo un paludamento esteriore. La poesia consente un approdo: l’uomo, fiera intelligente, sa che in un mondo che affonda, la luce della poesia diviene faro.
*Pina D’Alatri, operatrice culturale