“Il Giubileo come rinascita”
Un cammino culturale, spirituale, simbolico
Il Giubileo è una Indulgenza plenaria concessa dal Sommo Pontefice alla Chiesa universale, con piena remissione di tutti i peccati, a coloro che degnamente lo acquistano adempiendo le opere prescritte. Nel senso più ampio del termine, il Giubileo è trovare o ritrovare il tempo di conoscere chi è la Chiesa, il perché della sua esistenza e il senso della sua missione. Nel libro del Levitico, al capo XXV, troviamo l’istituzione del Giubileo come era praticato presso gli Ebrei. Il sacro testo dice così: “Conterai, parlò il Signore a Mosè, sette settimane di anni, viene a dire sette volte sette, che fanno in tutto quarantanove anni: e il settimo mese ai dieci del mese, nel tempo della espiazione, farai suonare la tromba per tutto quanto il paese. E santificherai l’anno cinquantesimo, e annunzierai la remissione a tutti gli abitanti del tuo paese: perché egli è l’anno del Giubileo. Ognuno tornerà alle sue possessioni e ognuno tornerà alla sua famiglia, perché l’anno cinquantesimo è l’anno del Giubileo. Voi non farete la semente, e non mieterete quello che sarà nato spontaneamente pe’ campi, e non coglierete le primizie della vendemmia per santificare il Giubileo, ma voi mangerete quello che vi si parerà davanti. Nell’ anno del Giubileo tornerà ciascuno ne’ suoi beni”. Del Giubileo si parla poi anche in altri luoghi della Bibbia: ancora nello stesso libro del Levitico, nel libro dei Numeri e nel libro di Giosuè.
L’obiettivo del prossimo Giubileo del 2025, dopo anni di pandemia, di crisi economica e sociale, secondo papa Francesco, «potrà favorire molto la ricomposizione di un clima di speranza e di fiducia, come segno di una rinnovata rinascita di cui tutti sentiamo l’urgenza».
Quanto è accaduto e sta accadendo in questo periodo cambia il rapporto dell’uomo con la fede, può rafforzarla o, al contrario, indebolirla.
Nella storia dell’umanità i momenti di crisi hanno sempre suscitato domande e richieste alla religione affinché intervenisse per salvare l’uomo e il territorio dove lui vive. In generale possiamo dire che il sentimento e la pratica religiosa durante la pandemia non sono affatto diminuiti e molti hanno seguito le liturgie da remoto e in Tv. Sono aumentati i momenti di preghiera domestica attraverso la lettura della Bibbia e del Vangelo in famiglia.
Molti hanno seguito le meditazioni proposte in TV dai vari monasteri, soprattutto femminili. Sappiamo che la Chiesa è inviata da Cristo a rivelare e comunicare la carità di Dio a tutti gli uomini e a tutte le genti. È segno vivo di Dio-Amore nella storia; tuttavia deve purificarsi incessantemente con la conversione delle persone, la riforma delle comunità e il superamento delle divisioni. A tal riguardo l’evento giubilare del 2025 riveste un’importanza speciale. Il Giubileo offre un’immagine di Chiesa non “centrata” su se stessa, ma missionaria, come è dall’inizio del pontificato l’idea di papa Francesco.
La “Chiesa in uscita missionaria” costituisce la vera novità del pontificato di Francesco, una chiesa “decentrata” e proiettata verso la comunità degli uomini e una chiesa sinodale.
Il Giubileo 2025 si stima possa portare a Roma almeno 32 milioni di nuovi pellegrini. Il peregrinare è il fondamento dell’uomo moderno, il pellegrino incarna il cammino dell’umanità. Molte sono le differenze con il passato. Per il prossimo Giubileo dovremo aspettarci tanti pellegrini individuali e meno gruppi precostituiti. Ci saranno eventi a San Pietro, al Parco di Centocelle e il 28 luglio 2025 è prevista la Giornata Mondiale della Gioventù a Tor Vergata. Giornalisti, artisti, malati, detenuti, giovani e volontari sono alcuni destinatari dei grandi eventi giubilari, contenuti nel primo calendario dell’evento che si snoderà lungo tutto il 2025, dall’apertura della Porta Santa, a dicembre 2024, fino a dicembre del 2025. Aumenta sempre più a livello mondiale l’interdipendenza tecnologica, economica, politica e culturale. Cresce la mobilità delle popolazioni, la società è ormai multietnica e multireligiosa. Il dialogo tra le religioni sta diventando sempre più urgente per sviluppare una corretta conoscenza reciproca e stabilire relazioni amichevoli, in modo da favorire il progresso spirituale di ciascuno. Alimenta nei non cristiani un atteggiamento di apertura alla verità di Cristo; conduce i cristiani ad una più profonda comprensione del Vangelo. È urgente soprattutto il dialogo dei cristiani con i seguaci delle altre religioni universali: induismo, buddhismo e islam, in modo che ognuna delle parti possa approfondire la propria esperienza di fede e avvicinarsi di più a Dio.
Le indicazioni per celebrare il Giubileo 2025 sono contenute, secondo la consuetudine, nella Bolla di Indizione. Le Bolle di Indizione sono i solenni documenti pontifici che vanno dal 1300 al XXI secolo e annunciano ufficialmente, indicandone la data e le modalità principali di svolgimento, l’anno giubilare. Si tratta di documenti pontifici che in genere non sono tradotti e neppure di facile reperimento. Di alcuni Giubilei non si possiedono le Bolle d’indizione o perché è incerta la stessa celebrazione dell’Anno Santo o perché è irreperibile la bolla pontificia. Anche la stessa denominazione di giubileo all’inizio non esiste. Nel 1300 Bonifacio VIII parla di annus centesimus, anno centenario. Fu solo con l’annuncio dell’indulgenza nell’anno 1350 che apparve per la prima volta la denominazione annus iubilaeum. Il sostantivo jubilaeus apparve con sicurezza solo nella Bolla di indizione del 1475.
Invece l’espressione Anno Santo sebbene molto diffusa, appare relativamente tardi nelle bolle di indizione. Sarà Clemente VIII a recepire l’espressione, facendo chiaramente intendere un uso precedente. La cadenza centenaria o secolare è il primo dato che si trova circa i giubilei.
Ad essa seguiranno le indicazioni delle cadenze cinquantenarie, la cadenza di trentatré anni e la cadenza venticinquennale.
Il 9 maggio scorso è avvenuta la promulgazione della Bolla “Spes non confundit”, “la speranza non delude” come si legge nel capitolo 5 della Lettera di san Paolo apostolo ai Romani. La speranza è anche il messaggio centrale del prossimo Giubileo. “La vita cristiana – afferma papa Francesco – è un cammino che ha bisogno anche di momenti forti per nutrire e irrobustire la speranza, insostituibile compagna che fa intravedere la meta: l’incontro con il Signore Gesù”. All’interno del logo, con il colore verde, campeggia il motto del Giubileo 2025, «Peregrinantes in Spem» (Pellegrini nella speranza).
«Rappresenta quattro figure stilizzate per indicare l’umanità proveniente dai quattro angoli della terra – ha spiegato mons. Rino Fisichella, Pro-Prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione e incaricato da papa Francesco dell’organizzazione del Giubileo -. Sono una abbracciata all’altra, per indicare la solidarietà e fratellanza che deve accomunare i popoli. Ho immaginato gente di ogni colore muoversi da ogni parte della terra verso un futuro comune, e verso una Croce che è Gesù stesso – ha spiegato l’ideatore del logo, Giacomo Trevisani -. Ho immaginato il Papa guidare l’umanità attraverso una Croce che diventa àncora, e noi stringerci a lui, simbolizzando i pellegrini di ogni tempo».
Il Grande Giubileo dell’Anno 2000, il Giubileo dell’Incarnazione, fu una grande evento della Chiesa del quale anch’io ho ricordi molto belli. Esso fu il naturale compimento del Concilio Vaticano II. Nella bolla, il pontefice Giovanni Paolo II indicava il suo desiderio di guidare la Chiesa dentro il Grande Giubileo sin dall’inizio del suo pontificato. Egli invitò “la comunità cristiana a ‘ripartire’ con rinnovato slancio dopo l’impegno giubilare. Occorre trarre dall’esperienza giubilare gli insegnamenti utili per dare al nuovo impegno un’ispirazione e un orientamento efficaci”. Indicazioni che sono state poi sviluppate nei pontificati di Benedetto XVI e Francesco. Per tutto l’anno Giovanni Paolo II compì diversi pellegrinaggi e alcuni gesti simbolici non previsti dalle pratiche usuali dei festeggiamenti. Nella bolla egli indicava il suo desiderio di guidare la Chiesa dentro il Grande Giubileo sin dall’inizio del suo pontificato. L’inno ufficiale del Grande Giubileo del 2000 fu il brano Gloria a te Cristo Gesù, presentato per la prima volta al pubblico da Andrea Bocelli. Le metropolitane romane erano piene di giovani da tutto il mondo che cantavano. L›area intorno al Circo Massimo era stata trasformata in una grande area per le confessioni. C’erano sempre lunghe file verso questi confessionali e la maggior parte dei sacerdoti a Roma hanno trascorso diverse ore in questo luogo. Ci sono stati anche alcune iniziative speciali all’interno dell’Anno Santo per portare luce sui temi sociali. Sappiamo che i Giubilei biblici comportavano il condono dei debiti, il cantante Bono Vox, leader del gruppo musicale rock irlandese U2, organizzò un gruppo per aumentare la consapevolezza sul fatto che vi sono nazioni in via di sviluppo gravate pesantemente da un debito estero che probabilmente non riusciranno a restituire. Con la benedizione del papa, cercarono di convincere alcuni governanti e alcune banche internazionali a cancellare tali debiti durante l’anno del Giubileo. Tale obiettivo di sensibilizzazione portò, nel 2002 a Londra, alla costituzione dell›ONG Data (Debito, AIDS, Commercio in Africa). Un’altra iniziativa fu quella promossa dal gruppo italiano Nessuno tocchi Caino il quale colse l›occasione del Giubileo per chiedere la fine della pena capitale nel mondo. Ogni volta che un Paese ha scelto di commutare una sentenza di morte o abolire la pena capitale, il gruppo illuminava il Colosseo romano per vari giorni. Il papa chiese anche una moratoria sulle esecuzioni e, se possibile, l›abolizione della pratica. Successivamente egli si recò in visita al carcere di Regina Coeli a Roma. Una cerimonia particolarmente significativa del Giubileo, chiamata la “Giornata del Perdono”, all’interno della quale il papa ha supplicato il perdono da Dio per i peccati commessi dai membri della Chiesa. Giovanni Paolo II fu il papa dei record, per quanto riguarda i viaggi, le canonizzazioni dei santi e le nomine, le ordinazioni, le promulgazioni delle encicliche ed altre attività. Ricordiamo l’unico viaggio del Santo Padre durante il Grande Giubileo compiuto fuori dall’Italia, il suo pellegrinaggio personale nella Terra Santa. Era un suo grande sogno. E ricordo i due appuntamenti importanti di quella visita: la sua preghiera al Muro del Pianto dove ha posto, in una fessura del muro, una copia della preghiera di perdono per i peccati commessi contro gli ebrei, e la sua celebrazione della Messa nel Cenacolo a Gerusalemme. I Giubilei particolari hanno caratterizzato ciascuna settimana dell›anno 2000. C›erano speciali servizi di Vespri tenuti ogni giorno presso la Basilica di San Pietro, spesso con la partecipazione del papa. Quasi ciascuna domenica era dedicata a una speciale celebrazione di alcuni settori della società. Un evento estremamente partecipato fu la XV Giornata Mondiale della Gioventù che si svolse nell’agosto 2000. L’evento culminò con la Santa Messa del 20 agosto tenutasi in un grande campo appartenente all’Università Tor Vergata di Roma dove una grande croce in ferro ricorda l›evento. Circa due milioni di giovani parteciparono alla Messa di chiusura e più di due milioni di giovani cattolici, che negli ultimi due giorni si riunirono nella zona di Tor Vergata per una lunga veglia di preghiera. Ricordo ancora le indimenticabili parole pronunciate da papa Wojtyla davanti ai ragazzi provenienti da tutto il mondo. “Cari amici, vedo in voi le ‘sentinelle del mattino’ in quest’alba del terzo millennio…. Oggi siete qui convenuti per affermare che nel nuovo secolo voi non vi presterete ad essere strumenti di violenza e distruzione; difenderete la pace, pagando anche di persona se necessario. Voi non vi rassegnerete ad un mondo in cui altri esseri umani muoiono di fame, restano analfabeti, mancano di lavoro. Voi difenderete la vita in ogni momento del suo sviluppo terreno, vi sforzerete con ogni vostra energia di rendere questa terra sempre più abitabile per tutti”. Parole profetiche benché inascoltate, nonostante i continui ed accorati appelli in favore della pace di papa Bergoglio.
In quell’occasione, i giornali italiani si riferirono ai giovani con il nome di “Papaboy”, un’espressione in uso ancora oggi.
Tornando al prossimo Giubileo, nel 2025 saranno i 1700 anni dal primo concilio della storia che è il Concilio di Nicea, convocato e presieduto dall’imperatore Costantino. Nicea è la prima confessione di fede. Mons. Rino Fisichella ritiene che avremo con molta probabilità un grande incontro ecumenico anche a Nicea.
Il Giubileo è un tempo di grazia che dobbiamo investire in una quotidianità da vivere in modo nuovo, dove il termine “nuovo” non deve intendersi nella logica del “fare di più”, ma in quella del “fare meglio”. Un evento antico e moderno insieme, che necessita di essere oggi raccontato non solo con competenza e correttezza, ma che pone anche delle sfide dal punto di vista dell’informazione e della deontologia professionale.
*Francesca Maccaglia, giornalista