Il Genio, Lucrezia Bano (Le trame di Circe, 2021)
Brando Marcusi è un regista di fama internazionale, poco amato come essere umano ma soggiogante tra colleghi e cinefili. È intento a girare il suo nuovo film in una località isolata e mette in scena un imperscrutabile personaggio principale che, tragicamente, vive la crisi dei suoi valori. Come interprete del ruolo, scrittura Jacopo, un adolescente, la cui vita già spaesata dai cambiamenti viene stravolta dal contatto con tale mostro sacro del cinema. Ginevra è un’attrice della sua stessa età: facile, per lei, innamorarsi della maschera di Jacopo, più che del giovane e della sua vita reale. Il film di Brando, che fa dell’attore una star famosa, gli impone di affrontare lo stesso processo di autolesionismo e dissacrazione di sé del personaggio sullo schermo. Insieme, vorticanti e confusi, saranno immaginazione e verità, veglia e incubo, social network e vita vissuta: lo statuto della realtà sembra compromesso dalla mano alta della Regia. O forse, dalla macchina ancora più caotica della realtà.
L’identità e la sua smaniosa ricerca, nell’età in cui la verità è una domanda universale e la risposta è quanto mai evanescente, nell’epoca in cui il caos generato dalle proiezioni di noi stessi è centuplicato dalla necessità di fruire dei social media, soprattutto se il successo e la popolarità arrivano così precocemente e il grande schermo dilata e distorce la percezione del Sé, e ciò che discende dalle aspettative di fan e follower: ecco la ricetta compiuta de Il Genio, romanzo avvincente e coraggioso.
Lucrezia Bano (nata a Tolmezzo), narra in stile fruibile e originale, con sperimentazioni di filosofia e godibile mistilinguismo (sono presenti dialoghi in dialetto friulano e in lingua inglese), racconta i retroscena del narcisismo di un regista, il suo abuso di potere e il sopruso della giovinezza. Amori infelici, innocenze manipolate, citazioni letterarie e cinematografiche; un film scarnificante e ambizioso che è storia nella storia e nella quale la terra natia, il Tagliamento che la bagna e scorre come sangue vivo tra le vite dei personaggi (impegnati nei loro ruoli come in uno scorcio di Hollywood), sono i punti forti di un volume (264 pagine) dal sapore vintage e dai temi coraggiosamente attuali. Senza censure e, paradossalmente, senza scadenza.
*Beatrice De Luca, scrittore