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Il fascino intramontabile del ladro gentiluomo

Al Festival del Giallo di Città Napoli ospite d’onore Arsenio Lupin

Un messaggio anonimo annuncia la presenza di Arsenio Lupin a Napoli, scattano le manette per il famoso ladro gentiluomo, autore di colpi straordinari e rocambolesche fughe. Le prove sono numerose e schiaccianti, eppure, dopo un vero e proprio processo, non è stato difficile per il principe dei ladri sottrarsi ancora una volta alla giustizia e trasformarsi in ospite d’eccezione del Festival del Giallo di Città Napoli, organizzato dal giornalista Ciro Sabatino, che ha offerto in suo onore una colazione sul terrazzo del Grenoble a base di dolci specialità partenopee. D’altra parte, Arsenio Lupin è noto per le sue abilità di trasformare le situazioni più compromettenti in successi personali. Rigorosamente in incognito ha ascoltato lo scrittore Luca Crovi, redattore alla Sergio Bonelli Editore, dove cura le serie del commissario Ricciardi e di Deadwood Dick, esaltare le sue imprese e le sue qualità: elegantissimo e vanesio, ama le donne, il gioco, il lusso, il denaro, ruba per sé ma anche per i più bisognosi e sempre e solo ai più ricchi. È un esperto trasformista e prestigiatore, capace di truccarsi e travestirsi secondo le occasioni, è abile negli sport, soprattutto nelle arti marziali, è intelligente e furbo, ironico e audace, possiede grande cultura, è un intenditore del bello ed eccelle nella raffinata arte della seduzione.   I suoi avversari sono l’ispettore Justin Ganimard della polizia francese e il detective inglese Herlock Sholmes chiaramente ispirato a Sherlock Holmes di Arthur Conan Doyle.

Come personaggio letterario nasce nel 1905 dalla penna di Maurice Leblanc che pare si sia ispirato alla vita di Alexandre Marius Jacob, anarchico francese e ladro geniale dotato di un sottile senso dell’umorismo. Dopo essersi finto pazzo per sfuggire a cinque anni di reclusione, fu rinchiuso nel manicomio di Aix-en-Provence da dove scappò con l’aiuto di un infermiere. Fondò, in seguito, una banda di ladri chiamata “gli operai della notte”, con un singolare codice d’onore: nessuna uccisione, se non per proteggere la propria vita e la propria libertà dalla polizia; si doveva rubare solo a coloro considerati “parassiti sociali” come giudici, soldati ed esponenti del clero, mai agli umili e a coloro che svolgevano professioni utili, architetti, medici e artisti. Inoltre, una percentuale del denaro rubato doveva essere investito nella causa anarchica. Jacob mise a segno oltre 150 furti a Parigi e all’estero, divenendo un grande scassinatore di casseforti e serrature. Il 21 aprile 1903, dopo aver ucciso un poliziotto, fu catturato e condannato ai lavori forzati nel famigerato bagno penale di Cayenne. Non si pentì mai e si riconobbe nelle storie di Leblanc che, in verità, pensava di dedicargli un solo racconto.  Il direttore del mensile Je sais tout gli aveva chiesto una storia vivace, piena d’intrighi e colpi di scena; così nel luglio 1905 uscì L’arresto di Arsène Lupin, ambientato su un transatlantico diretto a New York. Dopo una lunga serie di furti, all’arrivo Lupin viene ammanettato dall’ispettore Ganimard. I lettori, però, vollero ancora vederlo in azione, Leblanc continuò a scrivere e il personaggio diventò una leggenda. Dall’inizio del Novecento a oggi Lupin è stato raccontato in 18 romanzi e circa quaranta novelle, in un’operetta, in una mezza dozzina di testi teatrali, film, serie televisive, fumetti, cartoni animati, manga nati da un’idea di Monkey Punch, che nel 1967 inventò il nipote del ladro gentiluomo, Lupin III.  Un successo mondiale e costante che contende primati ai più famosi investigatori del genere giallo. Tra i primi ladri gentiluomini nella narrativa vi sono Rocambole ( 1857) di Pierre Alexis Ponson du Terrail, A. J. Raffles (1898) di E. W. Hornung , Robin Hood,  eroe popolare del Regno Unito, che ha ispirato alcune opere della letteratura britannica, Fantômas, ideato nel 1911 da Marcel Allain e Pierre Souvestre, Simon Templar  (1928), di Leslie Charteris, gli Aristocratici creati nel 1973 da Alfredo Castelli e Ferdinando Tacconi le cui storie sono state pubblicate sul Corriere dei Ragazzi fino al 1977,  ”La Pantera rosa di Blake Edwards, per arrivare ai modernissimi rapinatori di Ocean’s eleven e della  serie  “Casa di Carta.

Il ladro gentiluomo è un protagonista della letteratura popolare, in particolare del feuilleton ottocentesco e del poliziesco. Nell’immaginario popolare è nobile, quindi non ha bisogno di lavorare per vivere, ruba per il benessere materiale, ma soprattutto per il gusto dell’avventura, agendo senza intenti malvagi. Ha doti eccezionali: astuzia, fascino e bella presenza, abilità manuali e fisiche, umorismo, fa leva sul conquistare l’appoggio del popolo, modus operandi che prende sicuramente ispirazione da personaggi realmente esistiti. Jacob, Manigoldi, Ned Kelly, Jules Bonnot, Albert Spaggiari sono alcuni dei nomi più noti. Ladri scaltri che hanno di solito evitato l’uso della violenza per i loro furti, ladri etici le cui vittime sono stati i ricchi e i potenti, banche o enti, che nella loro visione del mondo erano responsabili dell’oppressione del popolo. Se la figura del detective risolutore incarna il bisogno di ristabilire l’ordine e la giustizia, quella del ladro gentiluomo è un archetipo antico, forse legato al fenomeno del banditismo sociale, in aperta sfida al sistema e all’autorità, esaltato dal folclore e dai racconti tradizionali che gli conferiscono un carattere epico e romantico. Una sfida d’intelletti dove le sfumature del bene e del male si confondono.

Dissimulato tra il pubblico Lupin, forse, ha sorriso beffardo. Sa che il suo fascino resta intramontabile, enigmatico e sempre uguale a se stesso, nonostante le mille rielaborazioni. Una voce dall’accento francese mi sussurra all’orecchio: “Perché avere un aspetto ben definito?  Perché non evitare il rischio di una personalità sempre identica? Le mie imprese bastano a descrivermi. Preferisco che nessuno possa affermare con certezza: ecco Arsène Lupin. L’essenziale è che dicano senza tema d’errore: è stato Arsène Lupin”. Un fruscio e poi nulla. Il ladro gentiluomo ha già in mente il nuovo colpo del secolo.

*Fiorella Franchini, giornalista