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Il Congresso dell’Associazione Nazionale Sociologi svoltosi ad inizio giugno presso Sapienza Università di Roma, tra integrazione e diseguaglianze di genere

Il lavori sono stati aperti dal presidente dell’ANS Pietro Zocconali

Di grande interesse, per l’attualità delle tematiche affrontate, il Congresso dell’Associazione Nazionale Sociologi svoltosi ad inizio giugno presso Sapienza Università di Roma, e che ha visto la partecipazione di sociologi e addetti ai lavori giunti da ogni parte d’Italia. I lavori aperti dall’eclettico giornalista Pietro Zocconali, Presidente Nazionale ANS, e da Antonio Polifrone, Segretario Nazionale ANS, sono stati introdotti e coordinati dall’illustre Professor Emerito Paolo De Nardis, Socio Onorario e già Presidente dell’Associazione Nazionale ANS. Molti gli esperti intervenuti sul tema, da Stefano Scarcella Prandstraller a Stefano Agati, da Annamaria Coramusi  a Maurizio Vitiello, per citarne solo alcuni, con i quali si è intessuto un vivace e stimolante confronto. Oramai, secondo una consuetudine che si rinnova da anni, ho il piacere e l’onore di essere invitata dal Presidente Zocconali nel parterre dei relatori, per fornire un mio contributo all’argomento della giornata, e riporto qui di seguito in sintesi alcune delle riflessioni da me espresse nel recente incontro.

Mi sono soffermata su quanto si vada sempre più evidenziando il forte divario tra classi sociali, come una forbice che si divarica, fenomeno questo accentuato e complicato anche a causa delle continue ondate di stranieri che si riversano nel nostro territorio e che però finiscono con l’essere molto spesso emarginati, con evidenti difficoltà di integrazione che si percepiscono in tante situazioni.

Purtroppo permangono da parte di noi connazionali atteggiamenti di evidente diffidenza nei confronti di questi immigrati, con tratti spesso poco accoglienti che in taluni casi più estremi sfociano in forme di vero e proprio razzismo, cosa questa che di rimando porta a fenomeni di incattivimento, e di vera e propria violenza verbale o fisica da parte di chi purtroppo non si sente accettato.

Altro aspetto analizzato nell’ambito della mia relazione è stato il considerare quanto le diseguaglianze siano comunque una piaga della nostra società a prescindere dall’avvento degli stranieri, perché vivendo in un clima che si basa sempre più sul senso dell’apparire e dell’immagine, fenomeno questo fortemente in espansione per la dilagante diffusione dei social, sono molto diffuse forme di snobismo e di ostentazione da parte di chi evidenzia grandi lussi e vantaggi senza alcuna sensibilità o ritegno nei confronti di chi invece non può consentirsi determinati agi e lussi. 

Conseguenza di tutto questo è un crescente inasprimento dei rapporti interpersonali sempre più tesi con forme di competizione distruttiva, effetto quindi evidente di questi processi che ci portano a vivere in un clima dove oramai l’armonia è un valore superato, se non del tutto perduto.

*Annella Prisco, scrittrice