I versi della Sibilla tra oracolo e nostalgia
Nostalgia e profezia s’intrecciano nei versi di questa poetessa “sibilla”, così Mediterranea nell’aspetto e nel fluire dei sentimenti. Il topos del ritorno è comune a chi ha dovuto lasciare la sua patria e sarà una costante di chi mette radici altrove, sognandosi falena per tutta la vita. Anhila insegue i suoi sogni e pur prendendone le distanze, li sostanzia coi voli dell’immaginazione e del ricordo.
Anila Dahriu è nata il 25 maggio 1970 a Valona( Albania). Appena diplomata all’Istituto Industriale si è iscritta alla Facoltà di Lettere che però deve abbandonare a causa della guerra civile.
Dal 1997 al 2010 ha vissuto a Prato. Poi si è trasferita in Calabria. Vive infatti a Mirto Crosia (CS), dove svolge attività culturali, traducendo fra l’altro poeti e scrittori italiani e albanesi. Collabora con diversi giornali tra cui “La voce” di Corigliano-Rossano ,e internazionali , “Nazionale”,“Mapo” con sede a Tirana in Albania. Collabora con la casa editrice “Alba” Albania e con la casa editrice “Bogdani” Kosovo.
Ha pubblicato, in lingua albanese e in italiano diverse raccolte poetiche. Premiata al“Premio Farina” con una segnalazione a giugno 2014, al “Don Luigi Di Liegro”(2015) ,“Dardanica”premio d’onore per l’autenticità e l’originalità della scrittura, Kosovo (2019); al “Mihai Eminescu” Romania 2019,“Arberia” 2020 Calabria“ Barocco Salentino” 2021“ Bogdani” 2021 e 2002 nel Kosovo, “Antica Pyrgos” 2021 e 2022.
DANUBIO
Sei ritornato?
Chissà sei hai raccolto un’altra rosa sulla riva del Danubio!
Ti ricordi quel diafano pomeriggio quando mi hai baciato
dicendomi sarai sempre la rosa del mio amore?
Hai dimenticato che la sorgente magica scorre nelle mie vene,
il palpito del cuore desideroso
non riposa mentre l’alba scende come una dama in trionfo,
nonostante la vita mescoli le carte,
Il mio cuore rimane lì nel grembo materno della sorgente dov’è nato.
Poi quella rosa ha trovato casa,
tra le pagine di un libro di poesie d’amore
scorrono le giornate tra le lacrime
di una farfalla abbandonata.
LA POESIA
La poesia ha le ali della sofferenza,
la luce del sole s’irradia verso le sue costole,
il sorriso della luna la bacia,
lo scorrere della sorgente guarisce le piaghe.
La poesia è la mia anima che piange come me,
per le ali dell’Albatros ferito dal tuono del male.
La poesia, la mia carne e il mio respiro.
Siamo eterne rivali in cerca dell’amore.
LE ILLUSIONI
Le illusioni sono luci perdute,
sono anime che vagano impietrite senza tempo,
il tempo non ricambia la cortesia,
neanche scommette con il paradiso.
Sospira l’anima e travolge il mare
sotto il sortilegio dell’ira degli Dei.
Il passo successivo soffoca
e confonde l’oracolo immerso nel dolore.
Odio il miagolo della gatta incinta dallo sguardo astuto,
odio il fruscio delle gonne che trionfano
sulle gambe accavallate su un bicchiere di vino.
Odio la bava dei depressi che strisciano
il rasoio sul viso.
Le illusioni sono come le favole,
Il loro rancore insulso verso il fiume
che non ha spento il fuoco della distruzione,
oggi sono come una falena
volo verso una luce immaginaria.
*Claudia Piccinno, scrittrice