I miei ricordi
Ricordo che quando ero molto giovane e sentivo gli anziani e i vecchi che dicevano “ai tempi nostri era tutto meglio” io pensavo che da vecchio non lo avrei mai detto e che mi sarei dovuto ricordare di non cadere nello stesso errore. Pertanto ora non dico di certo che “ai nostri tempi era tutto meglio” anche perché non è vero. Ma, in verità, non era neppure tutto peggio. Tra l’altro in questi 60anni c’è stato un progresso enorme in tutto, grazie alle scoperte scientifiche e alle nuove tecnologie! Però due cose possiamo dirle e obiettivamente sostenerle: 1) Grazie al Progresso e alla Scienza potremmo e dovremmo stare tutti meglio, molto meglio; 2) Per quanto sia migliorata la vita dal punto di vista economico e sanitario, poi per molti aspetti è di certo peggiorata nel “sociale”, nelle relazioni personali e come modi di vivere. Faccio degli esempi: ricordo che noi ragazzi ci divertivamo veramente con poco, ma moltissimo e se non avevamo giochi elettrici o elettronici, però allora ce li costruivamo da soli con grandi soddisfazioni. Giocavamo a nascondino o a palline o con i “tappini”, ma quanta gioia! E poi al mare si facevano le piste per le biglie o i vulcani o i giochi col “chiodo” e via con le “penitenze” (dire, fare, baciare, lettera o testamento ?!).
E poi le passeggiate, al San Bartolo o nell’Ardizio, con i panini al formaggino “Mio” o con una fetta di mortadella e da bere Chinotto o Spuma!
E poi i tanti giochi semplici, ingenui o le “partite a pallone”, ma sempre senza arbitri. E così s’imparava la lealtà, la sincerità, l’onestà e il vero sport! Ma poi c’erano le Osterie e le Strade! Davanti a casa mia a Novilara all’Osteria “Dalla Maria”, come d’altronde in tutte le altre, si giocava “a morra” o a “tre-sette”, scopa, briscola e si vinceva una “bevuta”, “saria una fojetta di vino”, che pagava chi perdeva! E c’era un’allegria che al giorno d’oggi neppure s’immagina, né si sogna! E per le strade si sentiva cantare, cantavano i “garzoni” che portavano il pane o i “boccia” che aiutavano il “principale”. Ricordo poi che dal mattino presto si sentiva urlare: “Belli, belli i calcinelli!” (Ma che oramai non si trovano più e molti neppure li conoscono!). Dopo passava l’arrotino che “portava la pioggia” e infatti vendeva anche gli ombrelli! C’era il ragazzo che portava nelle case il latte e quello che invece distribuiva il ghiaccio per le ghiacciaie (i frigo di quei tempi!) Inoltre si sentiva: “Stracci…donne!”
Era lo “straccivendolo” che raccoglieva metalli e “roba vecchia”!
E giù, tutte le donne per le strade, a parlare, raccontare, ridere! Insomma: un’allegria da fin del mondo!” e che purtroppo non esiste proprio più!
*Alessandro Marcucci Pinoli, giornalista, poeta, scrittore, artista, imprenditore turistico.