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Gaetano Buscemi, Storia di una ragazza italiana, Aurelia Sergi Petroselli (Giulio Perrone Editore, 2021)

Il romanzo di Gaetano Buscemi “Storia di una ragazza italiana, Aurelia Sergi Petroselli” (Roma 2021, Giulio Perrone Editore pg 349) è un testo interessante che racconta un vicenda d’amore di grande passionalità, in un periodo storico  complesso e percorso da fermenti di novità e di crescita. Scorci paesaggistici di grande bellezza e vicende storiche di notevole interesse culturale e sociale fanno da cornice ad un’intensa storia d’amore.  Aurelia, ragazza siciliana, di bell’aspetto e di notevole cultura, allegra e spensierata ma, anche, molto determinata nelle sue scelte, ottiene un incarico d’insegnamento nel viterbese dove incontra il suo Pigmalione. Si tratta di Luigi Petroselli, politico locale, uomo di notevole cultura e di radicati e profondi ideali. Io ho conosciuto Aurelia molto più tardi, nella sua terra, Furci Siculo nel messinese, quando già lei non era più in grado di deambulare da sola e si appoggiava al corpo solido e forte d una sua “ancella” ucraina di straordinaria bellezza e possanza. Il corpo annodato delle due donne mi turbava e mi commuoveva al tempo stesso. A sciogliere l’enigma di quell’amplesso di carità mi aiutò Giorgina Gambi, grande psicologa del profondo e cara amica di Aurelia. Ho cominciato a rendermi conto che l’amore di carità è l’unico efficace antidoto contro l’indifferenza e l’albagia. Allora sono andata a cercare questa grande donna tra le foto di repertorio e le parole illuminanti di Buscemi. Mi si è proposta davanti e da lontano, figura astratta, ha suscitato in me la volontà di raccontare una storia esemplare di amore e rispetto reciproco. Ecco, quindi, la mia intrusione nella sua vita e in quella del grande uomo politico. Ho compiuto il percorso a ritroso, ritornando a quella terra da cui Aurelia è partita, la costa ionica della Sicilia, da “Casale Tuguriorum” (Pagliara) a Furci Siculo e poi a Messina ed infine a Viterbo ed a Roma, per trovare lavoro e dedicarsi all’insegnamento. Aurelia ha imparato a suggere la vita ed ad adattarsi per coglierne il meglio: dalla costa ionica, nella zona basiliana di Sicilia dove lei nasce e cresce, alla Tuscania, la terra degli Etruschi e quindi a Roma, caput mundi. Ripercorriamo, con maggiori dettagli, il percorso della bella Aurelia, donna intelligente e mordace, docente impegnata e scrupolosa. La città di Messina l’accoglie come brava studentessa vivace ed accorta. Intorno però c’è lo sfacelo della guerra, Messina bombardata e ferita. Le macerie del 1908, sono ancora accumulate le une sull’altre, “punizione divina” forse per la cieca arroganza degli uomini   che sfidano l’Eterno. Saranno però altri luoghi ad attendere Aurelia, sarà Viterbo ad accoglierla là dove i Farnese hanno dominato e dove un grande genio siciliano, il cabalista Mitridate “Magister ludi litterarum” ha trovato la sua sede più appropriata. Anche Luigi Petroselli avrà attinto da questo forziere misterioso. Walter Veltroni ha rilevato come la figura di Luigi Petroselli, intellettuale puro e politico esperto, ben si armonizzasse con quella di Aurelia, donna siciliana forte e coraggiosa, sapiente ed ironica. Gaetano Buscemi, poliedrico scrittore, riesce a rendere, con icastica vivacità ed intensa partecipazione, questa numerosa schiera di personaggi. Superba è anche la descrizione dei paesaggi: Viterbo dalla bellezza struggente con le sue belle chiese, con il fascino antico di cui Aurelia sente la magia. Le vengono in mente i luoghi della sua infanzia come la malia del Monte Scuderi o la bellezza del Castello di sant’Alessio che si flette sul mare.Petroselli cresce intanto come sindaco di Roma, apprezzato per la sua abnegazione, la splendida lucidità intellettiva e la generosità del suo impegno sociale.  Luigi si dedica alla politica ed Aurelia alla scuola, pian piano si conoscono meglio. Le qualità morali ed intellettive del Sindaco lo segnalano alla città, tanti gli si accostano ma particolarmente Enrico Berlinguer gli è più vicino. Si decide il matrimonio da celebrarsi con rito civile al comune di Roma. Il giorno viene funestato dal furto dei regali di matrimonio. L’Etrusco (come veniva bonariamente chiamato) comincia a distinguersi per le grandi qualità morali e la competenza politica. Un sogno gli preannuncia la morte: tre figure vestite di bianco gli appaiono nel sonno, tra cui lui stesso. Qualche mese dopo il sogno, all’improvviso, muore d’infarto: Aurelia però non si rassegna alla grave perdita ma sente ancora vicino a sé” il refolo della sua gentilezza e della sua forte calma”. Per stato di forte stress, ella contrae una grave malattia agli occhi che le impedisce di insegnare e viene assegnata alla segreteria. Decide, a questo punto, di donare alla città di Roma, tutto l’archivio di Petroselli. L’eredità culturale e politica di un grande uomo, affidata ad una grande donna che ne fa dono ai posteri. 

*Pina D’Alatri, operatrice culturale