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Fuori tempo

“Fumai subito l’ultima sigaretta; e non era la mezzanotte, ma le ventitré, un’ora impossibile per un’ultima sigaretta”.

Zeno Cosini è un uomo che combatte contro i propri vizi, senza riuscire a sconfiggerli.

Fumare è sicuramente uno di questi.

Ma, già dal brevissimo estratto citato qui sopra, ne emerge anche un altro.

Un vizio estremamente diffuso.

Meno stigmatizzato del tabagismo, ma probabilmente non meno dannoso: aspettare “l’ora tonda” per smettere o cominciare qualcosa.

È uno dei “bug” del cervello umano più diffusi.

Le diete, per definizione, si iniziano lunedì.

In palestra ci si iscrive a settembre.

I buoni propositi si fanno con l’anno nuovo.

Sono leggi non scritte, ma sono più dure da cancellare di quelle scolpite nella pietra.

Eppure, basta un po’ di logica per rendersi conto dell’assurdità di tutto questo.

Se il treno parte alle 8.53 e uno aspetta le 9 in punto per presentarsi alla stazione, il treno lo perde.

Ovvio, no?

E allora chissà quanti treni nella vita abbiamo metaforicamente lasciato passare tutti quanti, perché aspettavamo l’ora precisa, lunedì, settembre o il primo dell’anno?

A volte, per fortuna, ci salva l’emozione.

Quando siamo in balia dei sentimenti, l’orologio non lo guardiamo.

Se quella persona che ci piace tanto da non dormirci si avvicina per baciarci alle 23.38, di certo non le chiediamo di aspettare mezzanotte.

Probabilmente perché neanche ci accorgiamo di che ora sia.

Siamo dentro al momento e basta. Potrebbe non esistere altro.

In alcuni casi, la salvezza arriva dal non poter decidere.

Quando nasce un figlio, non gli si può certo dire di attendere il minuto 00 per venire al mondo.

La vita accade in ogni istante. Le grandi cose se ne fregano di essere puntuali.

Quante occasioni rischiamo di mancare costringendoci a vivere solo alle ore “spaccate”?

Quanta salute perdiamo a rimandare il momento in cui smetteremo di fumare, di mangiare male, di avere una routine sedentaria?

E quanto distorciamo la nostra percezione della realtà, dando più importanza ai compleanni multipli di dieci che agli altri?

Perché mai successi e fallimenti a 20, 30, 40 anni dovrebbero pesare più che a 19, 31, 43?

Non ha alcun senso.

I baci arrivano quando arrivano.

I bambini nascono a qualunque ora.

I treni vanno presi al minuto in cui passano.

Zeno Cosini si sbaglia di grosso: le ventitré è l’ora ideale per un’ultima sigaretta.

Bibliografia:

Italo Svevo, La coscienza di Zeno

*Mariachiara Silleni, giornalista, copywriter & communications specialist