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VerbumPress

E quindi uscimmo a riveder le stelle (con Pupi Avati)

Il visionario e sentito omaggio a Dante Alighieri dell’inarrestabile regista Pupi Avati

Il Regista Pupi Avati da sempre avvezzo all’ “Inferno” in terra (Zeder, La casa dalle finestre che ridono, Il Signor Diavolo) ed al medioevo a tinte forti (Magnificat, I cavalieri che fecero l’impresa) ha deciso di dirigere il film “Dante” sulla vita dell’omonimo, poeta cantore della Divina Commedia. Un superbo Sergio Castellitto interpreta Giovanni Boccaccio alla ricerca dell’ultima figlia di Dante Alighieri.

Naturalmente Avati non poteva esimersi dal descrivere il rapporto platonico tra Dante e Beatrice (Carlotta Gamba) dallo sguardo di una bellezza animalesca che rapisce il cuore del povero Dante che la sogna e la immagina come un angelo caduto dall’ombra selvaggia e demoniaca (vedi la scena del fiero pasto ed il Sabba matrimoniale delle Nozze). Mentre Dante ha il volto adunco per l’occasione di Alessandro Sperduti. Il giovane Dante amico di Guido Cavalcanti (Romano Reggiani) divide con lui mille peripezie finché le scelte politiche non li allontanano l’uno dall’altro. Boccaccio rimette a posto i tasselli della vita di Dante ripercorrendo i luoghi e i contatti che ha avuto nella sua travagliata vita da esiliato e ad accompagnarlo sarà Donato degli Albanzani interpretato da Enrico Lo Verso (Interprete del “Ladro di Bambini”(Amelio), “Farinelli” (insieme a Stefano Dionisi, quest’ultimo ha partecipato al film di Pupi Avati “L’Arcano Incantatore”). Tirando le somme, è bello vedere una produzione italiana portare in scena la vita del Sommo Poeta (che tanti ci invidiano a livello planetario, basti vedere l’omaggio nipponico di Nagai in “Mao Dante” o il danese Von Trier con “La casa di Jack”), tenendo presente i punti fermi della cultura italiana, che solo il visionario Pupi Avati poteva materializzare in pellicola.

*Jean-Pierre Colella, docente