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VerbumPress

“Donne custodi donne combattenti: La signoria della ‘ndrangheta su territori e persone”, Marisa Manzini

Marisa Manzini, magistrato con una lunga e rilevante esperienza nella lotta alla criminalità organizzata, offre un’analisi penetrante e coraggiosa della ‘ndrangheta nel suo libro “Donne custodi donne combattenti: La signoria della ‘ndrangheta su territori e persone”. Attraverso la sua vasta esperienza come sostituto procuratore presso diverse procure e come procuratore della Repubblica aggiunto a Catanzaro, Manzini porta alla luce le complesse dinamiche interne della ‘ndrangheta, con particolare attenzione al ruolo delle donne all’interno dell’organizzazione.

Una visione interna della ‘ndrangheta

La ‘ndrangheta, come descritta da Manzini, è una struttura mafiosa che trova la sua forza nei vincoli di sangue, conferendo all’organizzazione una indissolubilità unica. Malgrado la sua struttura verticistica e i legami con la massoneria, è la famiglia di sangue che rappresenta il nucleo centrale di questa organizzazione. Manzini sottolinea come questa organizzazione mafiosa sia, prima di tutto, una cultura – una cultura distorta che si insinua nell’economia e nel tessuto sociale, controllando territori e persone.

Il ruolo delle donne nella ‘ndrangheta

Un aspetto particolarmente rilevante del libro è l’analisi del ruolo delle donne all’interno della ‘ndrangheta. Manzini esplora come le donne, spesso viste come custodi dei valori mafiosi, possano diventare strumenti dell’organizzazione. Tuttavia, il libro propone una visione di speranza e cambiamento: il potenziale delle donne di trasformarsi da strumenti della mafia a combattenti contro di essa. Questa trasformazione, secondo l’autrice, può avvenire solo se le donne rifiutano i valori mafiosi trasmessi all’interno della famiglia e si ribellano alla loro condizione.

Un invito alla conoscenza e alla cultura della legalità

Manzini evidenzia la necessità di combattere la cultura mafiosa attraverso la promozione di una cultura sana e fondata sulla conoscenza. Attraverso il suo impegno nel diffondere la cultura della legalità, specialmente tra i giovani, l’autrice dimostra come la prevenzione e l’educazione possano essere strumenti potenti nella lotta contro la ‘ndrangheta.

Conclusione

“Donne custodi donne combattenti” è un libro essenziale per chiunque voglia comprendere le dinamiche interne della ‘ndrangheta e il ruolo cruciale che le donne possono giocare nella lotta contro questa organizzazione criminale. Marisa Manzini offre non solo un’analisi dettagliata e informata, ma anche una visione di speranza e cambiamento, sottolineando l’importanza della cultura della legalità come mezzo per sradicare la cultura mafiosa.

Marisa Manzini 

Magistrato, ha ricoperto gli incarichi di sostituto procuratore presso le procure di Lamezia Terme, la Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro e di sostituto procuratore generale a Catanzaro. Ha diretto il comitato scientifico nel corso di Alta Formazione sulle “Politiche di contrasto alla mafia – Analisi delle mafie e delle strategie di contrasto” e ha fatto parte del Comitato scientifico nel corso di Alta Formazione sulle “Prevenzioni della corruzione nella Pubblica Amministrazione” organizzati dalla Fondazione della Università Magna Graecia di Catanzaro. Autrice di articoli e di saggi su periodici, partecipa, da sempre, ad incontri con i giovani volti a diffondere la cultura della legalità.

*Regina Resta, presidente Verbumlandiart