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Dialogo di filosofia e arte

Maria Giovanna Farina, filosofa e Paola Giordano, pittrice, due donne che amano il confronto: hanno condiviso esperienze culturali e sono certe che il pensiero possa ispirare l’arte e viceversa. Maria Giovanna è filosofa, con la scrittura analizza le relazioni e dà suggerimenti per vivere meglio, Paola con le sue opere parla dell’essere umano e delle sue esperienze. Lo fanno da anni riportando ognuna successi e apprezzamenti, insieme hanno dialogato in esclusiva per noi.

Prende la parola Maria Giovanna cercando un punto di incontro tra filosofia e arte.

MG. Platone considerava l’arte come copia di una copia, svalutandola? No, intendeva dire che le idee contengono la verità mentre l’arte essendo rappresentazione del reale è copia di un’idea. Le idee contengono la verità mentre il mondo è apparenza. Se riconduciamo il suo pensiero, interpretandolo, all’oggi possiamo affermare che si vive molto di apparenza. Dal tuo punto di vista, può l’arte sondare il profondo e trovare, ricercandola, la verità?

P. Una domanda difficile il concetto di verità riferito all’Arte, il modo di fare Arte è un po’ cambiato, non credo infatti possa esistere un unico concetto di verità, quando si parla di arte tutto passa attraverso gli occhi dell’anima dell’artista; la realtà serve da stimolo, ma quello che conta è il pensiero, la rielaborazione inconscia, a volte anche dolorosa che si trasforma in creatività, altre volte anche in denuncia di verità scomode. Rimane quindi una rappresentazione del tutto soggettiva di realtà e di verità dove l’apparenza sparisce lasciando il posto all’interiorità analitica di una verità scomposta e ricomposta in mille verità tradotte. Comunque l’unica vera verità è che nelle “cose d’arte”ci deve essere “l’anima”, se manca questa non c’è Arte. In definitiva, credo proprio che in alcuni momenti l’Arte sia espressione di verità assoluta.

MG. Non hai risposto nulla sull’apparenza ma non è necessario, la tua arte non è apparenza bensì concretezza in un astratto da interpretare….

P. A questo punto ti chiedo, perché incuriosita, parlando di verità e visto che il mondo della scrittura è sempre affascinante per me, dopo aver letto alcuni dei tuoi libri, molto significativi e profondi, ultimo nato il delizioso “Non siamo solo cagnolini”, se nel tuo scrivere riesci ad essere veramente libera da condizionamenti esterni per arrivare alle tue verità o se rimane sempre una parte nascosta, intima che conservi gelosamente nel cuore come una sorta di pudore.

MG. Che cosa è la verità? Una ricerca continua di risposte alle domande della vita, domande che mi pongo e che poi condivido con chi legge. Non esiste un’unica verità, ma le verità che ognuno incontra nella propria ricerca. Pensiamo a Platone, il più grande noto discepolo di Socrate, egli scoprì la prima verità quando morì il maestro. Si rese conto della corruzione di cui Atene era impregnata e a questo punto ci fu per lui una grande presa di coscienza. È un esempio che possiamo riportare a noi stessi: quale consapevolezza ci ha illuminati? Un amore finito? Il tradimento da parte di una figura di riferimento? La certezza di non essere più fisicamente prestanti? Sono domande le cui risposte possono aiutare i miei lettori, suggerimenti per vivere meglio. Nel libro che citi, attraverso la cagnolina rispondo a queste ed altre domande senza pudore. La risposta è no, non nascondo nulla a chi legge e se qualcosa non è evidente si trova, ri-cercando, ad una rilettura profonda dei contenuti della mia scrittura.

P. Allora sei da scoprire dietro le righe…

MG. Veniamo al tuo creare arte. L’ultima opera VIRUS (100×120, tecnica mista) è un rimando immediato alla situazione che stiamo vivendo, si fa testimonianza di un Mondo ferito e fragile. Quella mascherina è alla prima interpretazione un dispositivo medico per difenderci, ma ad un’analisi simbolica diventa una sorta di prigione in cui siamo precipitati. Vittime di una confusione epocale dove tutto ed il suo contrario viene dichiarato dal mattino alla sera, siamo disorientati e non sappiamo cosa pensare e decidere. Ci conformiamo alle regole anti-contagio e perdiamo la nostra individualità. Ti ritrovi in queste parole?

P. Hai descritto egregiamente il significato della mia opera “VIRUS “, un mondo che diviene un unico enorme virus al quale hanno tappato la bocca con la mascherina e che rimane così inchiodato nell’universo senza poter più reagire. Al nostro smarrimento per questa situazione così nuova e particolare, si aggiunge la confusione di notizie che ci disorientano e ci comunicano paura. Mi chiedi se mi ritrovo nella tua descrizione, si certo, dobbiamo conformarci alle regole per rispetto degli altri, quanto a perdere la nostra individualità, qui penso proprio di no, magari la paura per un po’ ci terrà sottomessi, ma l’uomo si abitua e si adegua a tutto e dopo un po’ la paura non farà più paura. Vedi, l’uomo nasce individuo e l’individualità intesa anche come e soprattutto come pensiero, libertà di pensiero, non muore mai, la puoi soffocare, tentare di distruggere: in fondo sono secoli che ci provano in una maniera o in un altra …vedremo.

MG. Come posso non darti ragione!

P. I tuoi libri sono molto interessanti perché oltre ad una analisi del mondo e del comportamento umano, ci insegnano tante verità, sto pensando a Ho messo le ali, anche a superare le paure e le angosce del nostro animo che a volte ci sopraffanno e quindi visto che stiamo parlando anche di paura, ti chiedo se hai avuto paura all’inizio del tuo ultimo libro autobiografico ”Non siamo solo cagnolini”di non riuscire a farcela a far parlare la tua cagnolina in prima persona di argomenti così profondi e veri? E come affronterebbe ora Milly il virus?

MG. Prima di iniziare a scrivere un libro trascorro un periodo di riflessione e progettazione dell’opera, poi quando avverto finalmente un certo entusiasmo, un fremito improvviso, un desiderio pressante di scrivere i pensieri, allora e solo allora do inizio ai lavori. Scrivere è una delle tante modalità dell’essere umano di lasciare tracce di sé, è consegnare i pensieri a chi legge. Avverto la responsabilità di ciò che propongo ai lettori, sto molto attenta a quello che suggerisco per non creare problemi piuttosto che offrire soluzioni, Quanto all’ultimo nato in cui è Milly, la mia cagnolina, a narrare la sua vita con me, è uno scritto rimasto in incubazione per tanti anni: non trovavo la strada per iniziare, non mi venivano idee capaci di darmi il fremito. Poi nel 2011 è arrivata lei nella mia vita, l’ho liberata dal canile e tra noi è nata una grande complicità, così l’idea è giunta insieme al forte desiderio di narrare quanto un cane possa insegnarci ad essere più noi stessi. Il virus? Per lei non esiste, non capisce questa nuova terribile realtà e grazie alla mancanza di questo genere di consapevolezza vive serenamente la vita. La sua felicità mi aiuta a non farmi prendere dallo sconforto nei momenti difficili di questo momento storico.

P. Hai ragione anche io ho avuto due cani e so cosa significa…

MG. Riprendiamo il discorso sulla tua opera dove sono presenti due elementi di colore interessanti, il rosso ed il nero. Il nero come sfondo del mondo rappresenta sia il lutto che il buio, non sappiamo dove andremo a finire, la luce ci indicherebbe la strada. Il nero è il lutto, troppe vittime del virus hanno scosso la nostra anima, ma quel rosso ci dà speranza. Certo può apparire come il sangue versato, ma un rosso acceso mi fa pensare alla vita, alla certezza che ritorneremo a vivere. Quel cerchio rosso in alto a sinistra è un sole ricco di energia vitale…nella tua opera scorgo una speranza per l’umanità….

P. Per rispondere alla tua domanda, ti dico che sicuramente ritorneremo a vivere, io, come tu giustamente hai percepito, sono un’ottimista e in fondo comunque stiamo già vivendo: la vita è fatta di momenti belli e momenti difficili, ma è nelle difficoltà e nelle incertezze che dobbiamo trovare anche momenti positivi. Tutto accade per uno scopo, basta saper guardare e cogliere sempre le opportunità per poi rafforzarci, imparare dagli errori e rinascere meglio di prima!

MG. Gli esseri umani purtroppo faticano ad imparare dagli errori, ma noi siamo ottimiste.

P. Nel tuo ultimo libro, Milly parla anche dell’amore, come percepisci l’amore adesso con il virus che toglie i contatti e rende tutto più complicato, pensi che i ragazzi avranno ancora attimi di spensierata felicità? Sono curiosa di sentire cosa mi dici!

MG. L’amore da sempre lotta contro la distruzione e anche nella situazione attuale sta portando avanti la sua missione. L’amore è unione, è tenere insieme le parti migliori di ogni situazione, di ogni cosa, di ogni essere umano. L’amore è la nostra unica possibilità di salvezza contro le brutture del mondo. I nuovi amori di coppia sono una cosa a parte, soprattutto quelli nati tra i più giovani che non hanno esperienza e si trovano a vivere l’innamoramento normato dal distanziamento sociale. A prima vista può sembrare terribile, come reagire? Non resta che recuperare un aspetto importante e dimenticato dalla frenesia dell’oggi: l’attesa. Ti innamori e attendi il momento, non corri subito a vivere l’amore, può sembrare innaturale e forse un po’ lo è, ma da questa opportunità si può ricavare l’insegnamento che attendere è buona cosa. Ad esempio ci dà modo di conoscere meglio l’altro e ci preserva un po’ dalle delusioni: se l’altro è diverso da come appare abbiamo tempo per capirlo! 

*Maria Giovanna Farina, filosofa 

*Paola Giordano, pittrice