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Dal potere dei Re al potere assoluto dei “potenti”

“Il potere dei re. Tra cosmologia e politica” è un saggio antropologico che ci fa riflettere a fondo sui rapporti di potere all’interno di alcune culture umane (David Graeber e Marshall Sahlins, Raffaello Cortina, 2020, 562 pagine effettive, euro 38; l’edizione italiana è curata da Piero Vereni, http://pierovereni.blogspot.com).

L’indagine storica e antropologica sull’origine del potere all’interno delle popolazioni umane, ci indica che “il potere regale è stato derivato e dipendente dal potere divino… le autorità umane emulano la sovranità dei poteri cosmici, pur se in forma attenuata. Gli sciamani possiedono i poteri miracolosi degli spiriti, con i quali, inoltre, interagiscono” (p. 7, introduzione). L’istituzione formale della regalità sacra “sembra essere in gran parte un mezzo per contenere il potere sovrano nello spazio. Il re, si afferma quasi sempre, ha potere assoluto sulle vite e le proprietà dei suoi sudditi; ma solo quando è presente fisicamente. Di conseguenza, un’infinita varietà di strategie viene impiegata per limitare la libertà di movimento del re” (p. 9).

Fortunatamente “la sovranità mortale rappresenta un limite al potere dello Stato” e pochissimi regnanti hanno rischiato di assumersi il ruolo di un dio sceso sulla Terra. “La maggior parte dei re, per quanto assolute le loro affermazioni, non ha mai seriamente tentato di farlo. Per metà dell’umanità, però, la creazione della regalità mortale rappresenta un grave colpo, dato che i re sono, in ogni caso conosciuto, archetipicamente maschi” (p. 9).

Il patriarcato viene favorito in due modi: “non solo la principale manifestazione umana del potere divino ora era maschile, ma lo scopo principale della famiglia ideale diveniva produrre maschi potenti” (p. 8). Con lo studio dell’archeologia della sovranità si prendono in esame anche alcune questioni basilari sull’origine dello Stato, e si può definire “il potere del comando” come “la capacità di dettare ordini sostenuti dalla minaccia della punizione” (Graeber, p. 553).

In ogni caso l’istituzione monarchica incarna un paradosso molto interessante: “i re sono infatti, sia onnipotenti sia inermi… l’essenza della sovranità risiede nel potere del sovrano di fare ciò che vuole con i suoi sudditi e i loro possedimenti… Dall’altra parte… i sovrani dipendono dai propri sudditi: sono quelli apparentemente sotto il loro potere a mettere a loro disposizione cibo, vestiti, dimore e ad assisterli nei loro bisogni di base” (Graeber, p. 305).

In effetti anche la dialettica filosofica di servo-padrone di Hegel ricalca questo schema di base: “il conquistatore, riducendo il proprio rivale in schiavitù, inizia a dipendere da lui per sostentarsi, mentre il conquistato, con il suo lavoro raggiunge almeno una sorta di autonomia paradossale”. Del resto i regni “dello straniero” conquistatore “sono la forma dominante dello Stato premoderno in tutto il mondo, forse la sua forma originale” (introduzione, p. 9). L’eccessiva indipendenza lavorativa dei cittadini può disturbare molto i politici (i migliori camerieri dei banchieri).

Nel caso di un conflitto prolungato tra uno Stato e la sua popolazione, di solito compaiono delle regole d’ingaggio; “Tuttavia, dietro quelle regole c’è sempre almeno la minaccia – e di solito, periodicamente, la pratica – di distruzione casuale, arbitraria, indiscriminata” (p. 172). In questo senso lo stato è, come Thomas Hobbes ha affermato, un “dio mortale”, che può agire in alcuni momenti di crisi anche con una furia ceca senza freni, come descritto da Clausewitz (p. 172).

Uno Stato moderno può istituire uno “Stato di eccezione” con la capacità di mettere da parte le leggi e la legge Costituzionale che garantisce tutti i diritti economici e personali (Carl Schmitt, p. 554). Lo “Stato di eccezione” potrebbe essere considerato “il fantasma della regalità divina che ancora pende su di noi” (Graeber, p. 554). Si tratta del “monopolio della forza coercitiva” codificato con la secolarizzazione degli Stati (Weber). In effetti lo Stato è “l’istituzione che ha il diritto esclusivo di giudicare la legittimità di qualsiasi uso della forza coercitiva” (nota a p. 555, https://journals.openedition.org/tp/799, introduzione alla Teoria della dittatura).

Chiaramente la lotta senza freni può sfociare anche nella fine di una forma di sovranità: “uccidere il re è sempre, necessariamente un atto mitico e rituale, a prescindere dal giudizio in proposito di chi esegue l’atto [ad esempio i rivoluzionari francesi o quelli bolscevichi]. Così come, allo stesso tempo, nessuno può affermare che non sia anche politico”. In uno Stato le strutture sociali possono implodere e la sovranità è anche “la capacità di sbarazzarsi delle strutture” (Graeber, p. 460). Nel corso della storia sono esistiti alcuni rari casi di profeti che si sono alleati con dei gruppi di guerrieri autonomi, fino a fondare uno Stato (ad esempio Maometto, p 472 e p. 473).

Per quanto riguarda il “soft power” della ricchezza del re bisogna considerare che la ricchezza “è un mezzo strategico di potere, sebbene non siano l’unico mezzo, e non il fine ultimo… l’esposizione pubblica della ricchezza da parte del re è la dimostrazione del suo avere accesso alle sue origini divine – da cui derivano i benefici che promette agli altri” (Marshall Sahlins, p. 423) . Quindi la ricchezza quasi incalcolabile di molte multinazionali bancarie e di molti imperi familiari, può imporre ai media tutte le simbologie e le ideologie più vantaggiose per i principali miliardari, che oggi appartengono al mondo digitalizzato: https://www.pressenza.com/it/2019/01/taplin-e-i-nuovi-sovrani-digitali; https://www.agoravox.it/La-psicologia-che-ti-difende-dalla.html (estratto di 4 minuti del film “Quinto potere” di Sidney Lumet: www.youtube.com/watch?v=xi5p8oBoXiQ; seconda parte sul potere della finanza: https://www.youtube.com/watch?v=cMxpetcxDrA).

Oggi il vero potere simbolico e mentale è strutturato in una relazione molto stretta tra la proprietà finanziaria dei media e il grande potere delle multinazionali bancarie. Ci sarebbero molto riflessioni da fare. Per fortuna molte riflessioni sono già state fatte: http://www.agoravox.it/La-vera-storia-del-denaro-Come.html (il misterioso Felix Martin); www.agoravox.it/Ingham-e-l-analisi-sociologica.html. Bisogna ricordare che quando un potere sovrano infrange le regole morali basilari costituzionali, attua una “mossa politica aggressiva” e anche “simultaneamente una mossa metapolitica, un modo di spostare il quadro di riferimento verso l’alto fino a un livello in cui è possibile dominare – e quindi combattere – oltre la natura delle regole stesse (Graeber, p. 484).

Comunque David Graeber è stato il principale leader del movimento Occupy Wall Street, anche se non amava definirsi un leader (era un facilitatore di nuove opportunità e di nuove istituzioni). Graeber è morto a Venezia il 2 settembre 2020 per problemi medici non dichiarati. Stranamente la stampa nazionale e internazionale ha sottaciuto la morte di una persona famosa a livello mondiale: www.trancemedia.eu/david-graeber-morte-a-venezia-di-un-accademico-attivista-anarchico; https://gliasinirivista.org/david-non-ci-vorrebbe-graeberiani (Dr. Lorenzo Velotti; è stata occultata anche la morte del biochimico americano premio Nobel Kary Mullis, agosto 2019).

David Graeber era nato a New York nel 1961, è stato professore di Antropologia presso la London School of Economics (aveva appena finito di scrivere un saggio). Appendice bibliografica relativa a Graeber: www.agoravox.it/Graeber-e-la-Burocrazia-Le-nuove.html (recensione del 2016); https://www.agoravox.it/La-fine-del-capitalismo.html (da Occupy Wall Street, 2012); https://www.agoravox.it/Capitalismo-kamikaze-immaginazione.html (da Occupy Wall Street); https://www.agoravox.it/David-Graeber-e-la-cultura.html (la cultura primitiva del debito, 2015); https://www.alfabeta2.it/2016/02/23/10910 (una critica da sinistra alla burocrazia accentratrice); https://www.pandorarivista.it/articoli/recensione-a-debito-i-primi-5000-anni-david-graeber-il-saggiatore-di-andrea-carapellucci (ottima recensione di un collaboratore della Banca D’Italia).

Marshall Sahlins, professore emerito di Antropologia presso l’Università di Chicago, è uno degli antropologi più conosciuti del mondo: https://www.treccani.it/enciclopedia/marshall-sahlins.

Nota aforistica – Quando proviamo a immaginare il tipico, di solito finiamo per generare l’ideale (Leonardo da Vinci, citato da Graeber a p. 166); “Metà della saggezza equivale a sapere come porre le domande giuste” (p. 407); “Il sovrano non è vincolato dalle leggi” (Eneo Domizio Ulpiano, p. 482; naturalmente era un politico e un giurista romano); “Tra gli assassini del re, spesso è difficile tracciare la linea che distingue tra quelli politici e quelli sacrali” (Lagencrantz, p. 488); “Se non fossi un uomo malvagio con un’avidità insaziabile di denaro, non staresti disturbando i luoghi in cui si sono posti i morti” (Plutarco, nota a p. 514); Molti ricchi invidiano la felicità dei poveri; “Qualsiasi asino con un master certificato dal potere ha il potere di dare ordini” (Roberto Carpi); “In guerra la prima vittima è la verità”. Aforismi finanziari: https://twitter.com/gzibordi (i mercati stranamente alimentati), https://steemit.com/economia/@tosolini/la-versione-di-zibordi; “Democrazia significa che la mia ignoranza è buona quanto la tua conoscenza” (Isaac Asimov, https://www.youtube.com/watch?v=fLJBzhcSWTk, perché Socrate odiava la democrazia).

Nota sul Madagascar – Nel secolo scorso i sudditi della più grande isola africana rivolgevano queste parole alla loro regina: il nostro servizio consiste nello svolgere “qualunque cosa il tuo cuore desideri, qualunque cosa ti addolcisca la pancia, qualunque cosa desideri fare con noi, che siamo i tuoi giocattoli” (p. 362, https://www.globalgeografia.com/africa/madagascar.htm). Quindi un sovrano non veniva considerato pienamente responsabile delle proprie azioni, dal momento che, come ogni bambino, si poneva al di fuori dell’ordinamento morale degli adulti” (Graeber).

Nota africana – La “sacralizzazione avversa” consisteva nell’imposizione “di restrizioni rituali su un governante come modo per controllare, contenere o ridurre il suo potere politico” (Graeber, p. 489). Ad alcuni re africani veniva chiesto di suicidarsi, oppure venivano condannati a morte in segreto (p. 489), soprattutto nel caso di guerre perse o di grandi calamità naturali. Infatti in molti paesi il potere della sovranità era ritenuto collegato “alla salute, alla fertilità e alla prosperità della popolazione” (Graeber, p. 490). In Africa poteva accadere che un “tentativo del re di esercitare il suo potere “assoluto” in modo troppo aggressivo, avrebbe portato coloro che lo circondavano a sostenere che avesse violato dei tabù e a ordinare che fosse strangolato nel sonno” (p. 500).

Nota sull’interdipendenza – Anche nel passato le varie popolazioni umane erano più o meno in relazione con le principali culture più vicine: “l’effetto è un ordine multiculturale di relazioni interculturali” (Marshall Sahlins, p. 419). Ad esempio nel Sud-Est asiatico “I popoli della collina potevano non essere stati sudditi degli Stati della valle, ma partecipavano attivamente al sistema economico dello scambio e alla circolazione cosmopolita ancora più ampia di idee, simboli, cosmologia, titoli, formule politiche, ricette mediche e leggende” (James C. Scott, citato a p. 419).

Nota di antropologia contemporanea – Una prospettiva antropologica più diretta si può affrontare qui: http://www.agoravox.it/I-viaggi-di-Diamond-e-l-avventura.html (i popoli visitati da Diamond); https://www.adrianozecca.it (gli oltre cinquant’anni di esperienza di un grande documentarista). Di solito “Quando i ricchi e i potenti si sentono completamente umiliati (a volte capita), di solito succede perché sono stati scoperti in una scandalosa violazione del protocollo o del decoro” (Graeber, p. 499). Anche i superricchi piangono, mentono, inquinano, rubano, truffano, eccetera (https://www.pressenza.com/it/2015/01/il-ritorno-della-guerra-di-classe, Susan George). E anche oggi la tortura, soprattutto di genere fiscale, finanziario, economico e psicologico, è “la forma di dominio più diretta e immediata di un uomo su un altro uomo, vale a dire l’essenza stessa della politica” (Pierre Vidal-Naquet, in Morte e Potere, di Louis-Vincent Thomas, p. 168, Lindau, 2006). Per approfondire un altro punto di vista francese: www.youtube.com/watch?v=nKBR2XRql8M (documentario francese sull’epidemia Covid-19 in lingua francese).

Approfondimenti di antropologia politica americana relativa al 2020: https://www.newswars.com; https://www.detoxed.info/shiva-ayyadurai-esiste-funzione-software-per-cambiare-voti-siamo-democrazia-o-repubblica-delle-banane (il Dr. Shiva ha analizzato le strane elezioni americane).

*Damiano Mazzotti, citizen journalist