VerbumPress

“Cuore puro” di Laura D’angelo, Interno Libri Edizioni, 2024

Quando il cuore racconta il valore del silenzio. La purezza delle emozioni

Se non si ha il cuore predisposto ad accogliere, ad ascoltare, se il suo battito pulsante di vita non sa raccontare, allora quel cuore – forse – non sa più nemmeno amare. 

Per ascoltare le intensità della vita, per comprendere i suoi tempi e i suoi spazi, è necessario un Cuore puro. Soprattutto in questo nostro tempo, dove è consuetudine vivere sorvolando su ogni cosa, attingere nell’immediato e andare oltre, senza alcuna attenzione, annichilendo proprio il cuore. 

Ce lo ricorda bene Laura D’Angelo, poetessa e scrittrice molisana che, con uno stile ricercato e in una forma sperimentale ben riuscita, ha dato anima e corpo alla sua ultima creatura poetico-letteraria, edita da Interno Libri, dal titolo “Cuore puro”.

Questa nuova silloge letteraria, che tanto successo sta riscuotendo nelle sue numerose presentazioni, rappresenta un viatico per l’animo umano. Se i tempi moderni affondano lo sguardo nel marasma dell’artificio tecnologico – con quell’idea malsana di avere tutto e subito che spesso gonfia l’ego di una umanità tronfia e fragile al tempo stesso – l’autrice di “Cuore Puro” torna a dare valore all’essenziale, alle piccole cose. E lo fa anche viaggiando a ritroso nella memoria, nel tempo, correndo a mani nude verso i ricordi, nel dolce effluvio delle sue mille illusioni, votandosi al riso, al pianto, ad inseguire lontane stagioni. 

L’ultima opera di Laura D’Angelo si compone di cinque incantevoli sezioni: “Stringerti”, “Qui e per sempre”, “Stelle in ordine sparso”, “Prima con gli occhi” e “D’amore”. Ogni porzione è un segmento del cuore, dell’animo dell’autrice. Ma, dopo aver letto l’intera opera, scivolando nel ‘mare magnum’ dei miei stati d’animo e delle mie emozioni, posso dire a ragione che questa silloge racconta di noi, di ció che siamo, di cosa siamo stati e di quel che potremmo essere ancora in futuro. 

Nei passi poetico-narrativi della nostra Laura, si coglie tutto il suo spessore culturale, si apprezza il richiamo ai grandi maestri della poesia italiana ed europea. Se il primo Leopardi – quello delle illusioni, ancora scevro da ogni nichilismo cosmico e universale – aleggia nei versi e nei pensieri dell’autrice, l’inno di salvezza e redenzione si rivela nell’animo scanzonato e fresco del bimbo che alberga in ciascuno di noi. Quel “fanciullino” di Pascoliana memoria che risveglia i sensi e l’amore dal torpore dell’abitudine o dal grigiore della malinconia. 

Trovo poi che questo lavoro di Laura D’Angelo conservi in sé una potenza disarmante, ossia l’aver saputo tingere il contenuto narrativo e poetico con i colori della fiaba, con il mistero e l’attesa in essa contenuti. Un’operazione intelligente e di rilievo, perché irrobustisce l’opera che, oltre ad essere un bel libro da leggere per ogni stagione della vita, diventa un baluardo, uno scudo per difendersi dai marosi della quotidianità, dalle assenze o dalla dimenticanza:

«(…) ci sono momenti in cui tutto ritorna. Ritorna come un fermo immagine, ma è qualcosa di prezioso, perché definisce quello che siamo, quello che siamo stati, quello che non siamo più, quello che saremo, per sempre». 

È ció che afferma l›autrice, in uno dei tanti palpiti del suo cuore, in cui evoca un passato felice, scevro da ogni dolore, dove persino il tramonto non è visto come la fine del giorno, come un epilogo di una stagione, ma conserva in sé una speranza nuova, per poter credere nel domani. 

Ecco allora che anche quando la realtà e il tempo si impongono con le loro risposte pungenti, con gli abbandoni, le incertezze, i silenzi, quando anche lo smarrimento sembra prevalere su ogni cosa, la nostra poetessa riesce a trovare sempre una via salvifica. 

E lo fa lasciando parlare il cuore, le sue emozioni, che siano quelle dell’infanzia, dell’adolescenza oppure il desiderio di trovare una luce più intensa in ciò che sarà, nell’età nuova, che chiede più rigore, più lealtà, benché sempre nel segno di una poetica leggerezza. 

“Cuore Puro”, oltre al valore evidente del contenuto – che lo staglia a ragione tra le migliori opere poetiche della contemporaneità – è frutto di una profonda ricerca di stile e di tecnica. Leggendo i pensieri poetici dell’autrice, ci si accorge subito di quanta ricerca c’è nelle parole utilizzate, nel ritmo e nei tempi scelti, nelle pause, nei rimandi evocativi. In ogni sezione dell’opera, la parola ricercata diviene soggetto da indagare, viene purificata e messa al centro del cuore. Vocaboli preziosi che sembrano fagocitarsi, rincorrersi, a tratti liberamente, altre volte stretti tra voci verbali che donano armonia, respiro e un senso dell’umanità più grande. 

Così, Laura D’Angelo, dona al lettore, attraverso questa sua ultima prova poetica, la cura necessaria, opportuna, qualora il cuore cadesse in disgrazia o fosse avvelenato dal superfluo che spesso guasta e che certo non gratifica l’esistenza. 

Non ci resta che affidarci all’emozione del “Cuore Puro”, compiere un viaggio intimo nei suoi abissi, un percorso che redime e riscatta, che trasforma l’assenza in presenza e che prova a dare risposte alle nostre fragilità e all’eterno timore di non essere mai abbastanza.

*Liberato Russo, scrittore