Cosa sta succedendo in Ucraina?
Sale la tensione per il possibile attacco russo, diplomazie a lavoro per evitare crisi energetiche in Europa
Nello scorso numero abbiamo parlato dei “nuovi muri” che stanno dividendo l’Europa, muri fisici e sociali che contrastano con l’era digitale che stiamo attraversando e che la pandemia ha accelerato. In questo editoriale parleremo della crisi ucraina che tiene col fiato sospeso le cancellerie di mezzo globo.
Il recente incontro tra Macron e Putin non ha “sciolto” la tensione ai confini tra Russia e Ucraina. Ma c’è un “piano” che potrebbe, di fatto, scongiurare la guerra (fatto di cui parliamo in questo articolo). Un doppio binario quello ipotizzato: dapprima la stabilizzazione della crisi ucraina entro qualche settimana attraverso il lavoro del gruppo di Minsk (Francia, Germania, Russia e Ucraina); poi l’avvio di un “dialogo ampio e innovativo” con Mosca per “costruire garanzie nuove e comuni per la sicurezza e la stabilità in Europa”.
Si raggiungerà l’obiettivo? Lo scopriremo nelle prossime settimane, intanto riavvolgiamo il nastro degli ultimi eventi.
Da Kiev, il giorno dopo il suo colloquio-maratona con Vladimir Putin a Mosca, Emmanuel Macron scopre le carte sul suo piano.
“Non sai mai quanto sei forte finché essere forte è l’unica scelta che hai”. In questo aforisma dello scrittore di “Fight Club” Chuck Palahniuk c’è forse tutto l’archetipo della politica estera russa di oggi e di sempre.
Cosa sta succedendo in Ucraina? L’escalation della tensione continua, così come il lavoro delle diplomazie per trovare soluzioni alla crisi, ormai palese, tra Mosca e Kiev con tanto di esercitazioni di carri armati in Crimea. Putin continua a mostrare i muscoli in un “gennaio di fuoco” che ha visto già protagonista le truppe russe in Kazakhistan.
E’ innegabile come la lunga crisi interna ucraina abbia riacceso la tensione tra la Federazione Russa e gli Stati Uniti, con l’Unione Europea, per adesso, che osserva e promette “massicce sanzioni” nel caso in cui Mosca sferrasse un eventuale attacco”.
Dall’altra parte dell’Atlantico Biden ha ribadito come “Ci saranno conseguenze enormi per la Russia se invade l’Ucraina”. Tutti però sono d’accordo su un tema: si tratterebbe della più grande invasione dai tempi della Seconda guerra mondiale e gli interessi in gioco sono davvero tanti. Molto probabile un rapido tracollo economico con conseguenze sull’instabilità politica del paese, costi questi che saranno pagati dai cittadini ucraini.
Ma c’è un altro tema che sta montando nelle ultime ore: se la Russia dovesse invadere l’Ucraina, cosa succederebbe alle forniture di gas europee? Bisogna considerare come tramite i condotti che attraversano il suolo ucraino il gas combustibile arriva nelle centinaia di milioni di case europee e permette ad altrettante aziende di lavorare. L’escalation ha fatto schizzare il prezzo del gas, con aumenti fino al 500% rispetto all’anno precedente. Insomma, siamo ancora in pieno inverno e tutto questo di certo spaventa Bruxelles.
La Russia insomma, provvede a un terzo dell’intero fabbisogno di gas naturale (450 miliardi di metri cubi, di cui 75 per l’Italia) all’Europa ogni anno, fornitura di grande valore per quei Paesi come la Germania che hanno deciso di non servirsi più di carbone e nucleare.
Gli Stati Uniti, nel frattempo, stanno studiando una fornitura speciale per l’Europa, ma Biden è ancora molto lontano dalla risoluzione dell’enigma energetico. Ma la Russia può davvero bloccare la fornitura di gas verso l’Europa? Molti analisti concordano come il presidente russo voglia ricordare all’Europa l’importanza della fornitura e quindi far valere le sue ragioni geostrategiche. Molti gli interrogativi, poche le certezze, al momento.
Cosa faranno gli Stati Uniti? Di sicuro l’attenzione speciale dell’amministrazione Biden nei confronti della Cina ha sviluppato interessi geopolitici rivolti più verso l’Asia, in continuità con quanto fatto da Obama e Trump. In particolar modo adesso con l’orizzonte occupato dalle elezioni di mid-term che vedono Biden in calo di consensi. E l’Unione Europea? Divisa e poco incisiva, come le ultime crisi internazionali hanno registrato, Bruxelles vede i leader dei suoi Paesi “impigliati” in politica interna: da Olaf Scholz, che deve ancora “farsi largo” come leader internazionale, a Mario Draghi impegnato sulle questioni più vicine del Quirinale.
Cosa vuole la Russia? Tutto, almeno apparentemente, sembra volgere a favore di Putin ma spesso anche le guerre troppo annunciate poi scoppiano davvero. E noi ce lo auguriamo.
Intanto il ministro della Difesa di Kiev, Alexei Reznikov, ha provato in queste ore a ridimensionare la crisi: “Una minaccia di invasione al momento non esiste”. Forse, dopo l’annessione della Crimea e il supporto ai separatisti filorussi nel Donbass, la Russia prospetta la guerra per vincere possibilmente senza farla. Quello che vuole Mosca è, probabilmente, spostare il bilancio strategico nell’area, Putin è convinto che l’espansione della Nato avvenuta negli anni ‘90 nei paesi ex patto di Varsavia abbia messo in pericolo la propria sicurezza.
Il controllo sullo spazio ex sovietico, da parte della Russia, non è stato mai così labile e ricco di colpi di scena. Il timore di perdere ancora territori vitali per esercitare il ruolo di superpotenza spiega la rinnovata aggressività del Cremlino alla periferia del suo “impero”.
Intanto la telefonata di fine anno tra Putin e Biden sembra già lontana anni luce, e sì forse il destino storico della Russia è continuare a mostrare la propria forza per essere forte, sempre.
Ed ecco il numero 11 della nostra “collezione” che mi onoro di dirigere dal gennaio del 2020 e che anche per questo 2022 ha rinnovato la sua associazione con l’Unione Stampa Periodica Italiana e che, mi auguro, possa continuare a raccogliere collaborazioni importanti.
In copertina Giunone Sospita, divinità appartenente alla mitologia romana, opera di Luisa Valeriani. Il Santuario di Giunone Sospita, si trova a Lanuvio, e al suo interno sono stati ritrovati centinaia di “votivi anatomici” raffiguranti parti del corpo, riprodotte in terracotta o ceramica, usati per ottenere la grazia o la guarigione dalla dea, una sorta di madonna pagana. Nel mio quadro – afferma l’autrice – ho cercato di riprodurre questi “votivi anatomici” con i qr code, per ricevere anch’io (anche noi) una grazia, “riavere la nostra identità”, perdita che oggi sembra essere la malattia del secolo. Questo quadro è l’ultimo di un ciclo che si chiama Mutato Nomine in cui Luisa Valeriani rappresenta i miti ai tempi d’oggi e di questo ciclo fa parte anche Medusa.
Torna Irene Caltabiano con una vignetta dal sapore “agrodolce” che ci fa riflettere sui temi legati al #climatechange e poi, nelle sezioni cultura, società, comunicazione e libri circa 40 contributi che vanno dall’ossessione feticista per i piedi – da Raffaello Sanzio a Quentin Tarantino all’archeologia dei profumi antichi, da Procida “Capitale della Cultura 2022” alla lotta per i diritti femminili nella storia. E ancora Dad o non dad? Il fenomeno NFT e quello del “Fast Fashion”, economia basata sullo sfruttamento umano e ambientale. E poi racconti e 11 recensioni a volumi che saranno protagonisti in questo 2022!
Buona lettura
*Roberto Sciarrone, direttore responsabile di Verbum Press