Cantico delle Creature: espressione di fede e inno alla natura
Numerose le celebrazioni per gli ottocento anni dalla sua stesura
È un inno alla natura e alle meraviglie di Dio e una grande lezione sulla cura del Creato. Il “Cantico delle Creature” (o Cantico di Frate Sole) di San Francesco di Assisi, scritto nel 1224 in volgare umbro e considerato tra le opere più antiche della letteratura italiana, è oggetto quest’anno di maggiore approfondimento perché ricorrono gli 800 anni dalla sua composizione. Tra le molteplici e interessanti iniziative organizzate in tutta Italia, è importante la mostra “Laudato Sie: Natura e Scienza. L’eredità culturale di frate Francesco”, ospitata al Museo di Roma a Palazzo Braschi fino al 6 gennaio 2025 e poi riaprirà ad Assisi nelle sale del Sacro Convento il 7 aprile 2025, dove rimarrà fino al 12 ottobre 2025, in coincidenza con il prossimo Giubileo. La più antica copia del Cantico, infatti, per la prima volta è esposta a Roma insieme a 93 opere tra manoscritti e libri del Fondo antico della Biblioteca Comunale di Assisi, conservati presso il Sacro Convento della città umbra. Promossa dalla St Francis Day Foudation con il Sacro Convento di Assisi, l’Italian Academy Foundation e l’Associazione AntiquaÉ, la mostra offre uno sguardo inedito sul mondo culturale e scientifico francescano attraverso rari e preziosi manoscritti medievali e antichi testi a stampa, e consente di cogliere aspetti inediti della cultura dell’Ordine, come l’ampiezza della riflessione filosofica e teologica, la particolare attenzione all’universo e l’apertura al mondo. Diviso in nove sezioni, il percorso è ben espresso dalla metafora dell’albero, la cui rappresentazione si può individuare nella terza sala “I francescani e il sapere enciclopedico” nell’opera di Isidoro di Siviglia Etymologiarum opus, Venezia 1483, le cui profonde radici affondano nelle parole del “Cantico di Frate Sole”, per risalire il tronco della riflessione francescana, fino ai rami e alle foglie di un rigoglioso albero della conoscenza. L’ultima sezione, “Cum tucte le tue creature: piante, animali e uomini” ci restituisce la grande attenzione alla centralità della natura di questo testo fondamentale, tanto attuale verso i temi del rispetto e della tutela dell’ambiente da aver ispirato Papa Bergoglio – che porta il nome del Poverello d’Assisi – per la prima enciclica a sua sola firma: Laudato si’.
Papa Francesco incoraggia a proseguire «l’opera di sensibilizzazione nella cura del Creato a favore della ricerca di uno sviluppo sostenibile e integrale», e rammenta che «c’è un grande insegnamento in quella preghiera che da otto secoli non ha mai smesso di palpitare». Lo ha affermato attraverso un messaggio a firma del cardinale segretario di Stato Pietro Parolin diffuso ad apertura dell’evento “800 anni del Cantico delle Creature a Palazzo Borromeo”, che si è svolto a Roma il 15 ottobre scorso.
Organizzata, in occasione della XXIV Settimana della Lingua Italiana nel Mondo, dall’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede, in collaborazione con il Cortile dei Gentili, e patrocinata dal Comitato nazionale per le celebrazioni dell’ottavo centenario della morte di San Francesco d’Assisi, l’iniziativa è stata voluta dall’ambasciatore Francesco Di Nitto per analizzare e solennizzare una delle laudi più memorabili, un’opera che costituisce il fondamento dello sviluppo della lingua italiana ed è, al contempo, simbolo della salvaguardia del creato.
Sono poi intervenuti il Card. Gianfranco Ravasi, presidente emerito del Pontificio Consiglio della Cultura e fondatore del Cortile dei Gentili («Non perdiamo la meraviglia per la creazione!»), e il presidente dell’Accademia dei Lincei Roberto Antonelli, che si sono rispettivamente soffermati sul valore spirituale e su quello linguistico del Cantico delle Creature. Davide Rondoni, presidente del Comitato nazionale per le celebrazioni dell’ottocentenario della morte del Santo di Assisi, ha illustrato alcune delle iniziative in programma per questo importante anniversario che ricorrerà nel 2026: «Non abbiamo necessità di ‘promuovere’ San Francesco… Noi abbiamo bisogno di lui, non il contrario! – ha rammentato facendo risaltare grande verve e spessore culturale – Francesco ci lascia una poesia, che vuol dire penetrare nella nostra umanità: il Cantico ci richiama alla differenza tra possedere e amare».
È intervenuto inoltre l’Inviato Speciale del Governo per il Cambiamento Climatico, l’ing. Francesco Corvaro, che ha riflettuto sull’essenziale rapporto tra uomo e ambiente anche in vista dell’imminente COP29.
L’attrice e scrittrice Chiara Francini ha dato lettura, rispettivamente in apertura e chiusura dell’evento, del Cantico delle Creature e del Salmo 104 “Benedici il Signore, anima mia” che, forse, non è tra le fonti dirette del testo del santo di Assisi ma – come ha sottolineato il Card. Ravasi – rappresenta uno dei più mirabili “cantici delle creature” biblici.
In occasione dell’incontro – moderato dalla giornalista di TV2000 Grazia Serra – è stato esposto a Palazzo Borromeo un prezioso manoscritto liturgico del XIII secolo, in prestito dalla Biblioteca Apostolica Vaticana, contenente una miniatura che rappresenta due momenti fondamentali della vita del Santo di Assisi (la predica agli uccelli e le stigmate), che è stato illustrato da Claudia Montuschi, direttrice del Dipartimento dei Manoscritti della Biblioteca Apostolica Vaticana.
*Mary Attento, giornalista ed editor